PROGRAMMA UFFICIALE LXXVI FESTA DEL TEATRO
Associazione culturale Elicriso - Nexus Arti e Didattica - Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato
Quell'abbagliante assenza di luce
Voce recitante Andrea Giuntini
Musica dal vivo Tommaso Nobilio
Installazione scenica a cura di Luca Macchi
Un uomo rinchiuso per diciott' anni in una prigione nascosta nel deserto del Marocco, sepolto vivo insieme ad altri prigionieri in un buio impenetrabile. Migliaia di giorni di privazione assoluta, in cui la vita si spoglia di tutto per toccare il punto più estremo dell'esistenza di ognuno. I sogni e le emozioni, le ossessioni, i racconti salvifici, la fratellanza, la fede: nel vuoto della tenebra l'intangibile prende corpo facendo della vita interiore il teatro di molteplici narrazioni.
Prendendo spunto da una storia vera e dalla testimonianza di un ex detenuto, lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun arriva a sfiorare il mistero della sopravvivenza, quando la vita perde ogni appiglio la tensione etica lancia la sua sfida all'annullamento dell'essere umano.
La lettura teatrale, mai prima messa in scena, è una riduzione dal romanzo "Il libro del buio" di T. B. Jelloun; per le sue peculiarità di testimonianza e accusa dei trattamenti disumani nei confronti dei detenuti, Amnesty International ha concesso il proprio patrocinio.
San Miniato, Oratorio di Sant'Urbano, 27 giugno 2022, ore 21.30
Arca Azzurra
Aquile Randagie credere disobbedire resistere
di e con Alex Cendron
Regia Massimiliano Cividati
Storia vera, storia vissuta in una lunga notte dell'umanità dove le tenebre sembravano ormai avere vinto, e dove i cavalieri lottavano contro il drago perché la luce tornasse al mondo. Tanti sono stati i cavalieri, alcuni più noti, altri sono e rimarranno più o meno nell'ombra. Quelli che qui ho deciso di narrare hanno i pantaloni corti e un fazzoletto al collo. Il 9 aprile 1928 Mussolini firma il decreto 696 di modifica alla legge sull'Opera Nazionale Balilla e dichiara la soppressione totale dello scautismo in Italia. A Milano, una manciata di giovani e adolescenti scout decidono di disobbedire ad una legge che sente ingiusta e inizia un lungo periodo di attività clandestina, una vera e propria resistenza giovanile. L'avventura, lunga 17 anni, porterà il gruppo a mantenere accesa la fiamma dello scautismo in Italia e li farà diventare giovani uomini di pace: dopo l'8 settembre 1943 diventeranno promotori di un gruppo di aiuto per ricercati ebrei, prigionieri politici e renitenti alla leva, che sotto il nome di OSCAR salverà migliaia di persone dalle grinfie dal drago del Nazifascismo. Una storia semplice, una storia coinvolgente, una storia di ragazzi che quando tutto sembrava perduto hanno deciso di non abbassare la testa difronte al drago, perché tutti, tutti possono dare il loro contributo.
San Miniato, Giardino della Cisterna, 30 giugno 2022, ore 21.30
Collettivo lunAzione
Il Colloquio
Premio Scenario Periferie 2019 - Premio Fersen alla Regia 2021 - Spettacolo finalista INBOX 2021
con Renato Bisogni, Mario Cangiano, Alessandro Errico
aiuto regia Cecilia Lupoli, costumi Federica Del Gaudio, organizzazione Martina Di Leva
Regia Eduardo Di Pietro
'Il Colloquio' prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l'inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all'interno, una di loro è incinta: in maniera differente desiderano l'accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame. La vita quotidiana della città non si è ancora risvegliata e dalla sospensione onirica della situazione, dagli scontri e dagli avvicinamenti reciproci, emerge la visione brutale di una realtà ribaltata. La galera, un luogo alieno, in larga parte ignoto e oscuro, si rivela un riferimento quasi naturale, oggetto intermittente di desiderio e, paradossalmente, sede di libertà surrogata. In qualche modo la reclusione viene condivisa all'esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche. Nella loro realtà, la detenzione è una fatalità vicina - come la morte, - che deturpa l'animo di chi resta. Pare assodato che la pena sia inutile o ingiusta.
Nel corso delle ricerche ci siamo innamorati di queste vite dimezzate, ancorate all'abisso, disposte lungo una linea di confine spaziale e sociale, costantemente protese verso l'altrove: un aldilà doloroso e ingombrante da un lato e, per contro, una vita altra, sognata, necessaria, negata. La mancanza, in entrambe le direzioni, ci è sembrata intollerabile.
San Miniato, Giardino della Cisterna, 4 luglio 2022, ore 21.30
Atelier Mamot
Gernika
con Alay Arcelus Macazaga
Musiche dal vivo Selene Framarin, Costumi e scenografia Atelier Mamot, Maschera Matteo Destro, Foto di scena Sofia Nosellotti
Regia e drammaturgia Matteo Destro
Lo spettacolo mette a fuoco gli avvenimenti storici che vedono il bombardamento di Guernica come uno dei momenti più drammatici della guerra civile spagnola. Racconta anche tutta la censura e la manipolazione dell'informazione sui fatti accaduti che il franchismo ha portato avanti negli anni seguenti, fino all'arrivo nel '77, pochi anni dopo la fine della dittatura, del "Pacto del Olvido", il patto dell'oblio, sancito dall'appena insediato parlamento democratico con la "Ley de Amnistia".
Non dimenticare e ripercorrere la storia attraverso il racconto è una necessità sociale per apprendere, per farci riflettere e per orientarci in un fuggevole e involuto presente, e questo diventa il grido della nostra protagonista, un'affermazione vitale che le permette di innalzare il proprio dolore per la morte dei suoi cari e per gli anni di soprusi subìti ad una prospettiva di speranza e giustizia. "Io sono qui, viva e non voglio dimenticare", dice María Ángeles, "e finchè avrò fiato, racconterò".
San Miniato, Giardino della Cisterna, 7 luglio 2022, ore 21.30
Compagnia Le belle bandiere
Gli Alberi Muoiono in Piedi
Fantasia in musica ispirata all'incontro tra Oriana Fallaci e Alekos Panagulis
Elaborazione drammaturgica, Regia e interpretazione di Elena Bucci
tratta dallo spettacolo 'Nella lingua e nella spada' con musiche di Luigi Ceccarelli
una produzione Ravenna Festival, Campania Teatro Festival, Teatro Piemonte Europa
musica in playback di Luigi Ceccarelli con registrazioni di Michele Rabbia e Paolo Ravaglia
luci Loredana Oddone, Max Mugnai
cura e Regia del suono Raffaele Bassetti
assistente all'allestimento Nicoletta Fabbri
Questo melologo di più anime si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: si incontrano per un'intervista il giorno in cui Alekos, incarcerato per un attentato al dittatore Papadopoulos, viene liberato grazie ad un forte movimento internazionale e restano allacciati, fra discussioni, lotte per la libertà, allegria, solitudini e speranze, fino alla morte di lui per un misterioso incidente, nel 1976. Alekos trova nella poesia una cura per resistere alla violenza della tirannia e del carcere; Oriana fa del suo lutto un libro. Irriducibili, spesso isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell'energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, un tesoro al quale attingere quando manca il coraggio. Proverò a raccontare con le mie povere parole di lei e di lui, di quell'epoca, di quella terra e della mia, dell'entusiasmo per alcuni artisti - eroi? - che vissero l'orrore della dittatura senza piegarsi, cantando: nella lingua e nella carta è la loro spada. Grazie a loro allargo il mio sguardo di fortunata nata in tempo di pace fino al limite del buio che si avvicina.
San Miniato, Giardino della Cisterna, 11 luglio 2022, ore 21.30
Teatro dei Borgia
Giacomo
con Elena Cotugno
testi Giacomo Matteotti con interruzioni d'Aula
costumi Giuseppe Avallone
scene Filippo Sarcinelli
progetto e Regia Gianpiero Borgia
in coproduzione con Artisti Associati Gorizia
Un intervento d'arte drammatica in ambito politico.
Nel caso di "Giacomo" il fantasma che vogliamo far apparire non è Matteotti ma il discorso politico, quello vero, incisivo, che si fa destino nella vita degli uomini e storia in quella dei popoli. Il lavoro è incentrato sui verbali integrali di due sedute dell'Assemblea parlamentare che definiscono il rapporto di Giacomo Matteotti con il fascismo: quella del 31 gennaio 1921 in cui il parlamentare socialista denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi guidate da Giolitti e le squadracce fasciste; quella del 30 maggio 1924, l'ultima seduta a cui Matteotti partecipò prima del suo rapimento e del suo brutale assassinio.
San Miniato, Giardino della Cisterna, 14 luglio 2022, ore 21.30
Teatro i
EVA (1912 -1945)
da "Innamorate dello spavento" di Massimo Sgorbani
con Federica Fracassi
Regia Renzo Martinelli
produzione Teatro i
con il patrocinio di Next/Laboratorio delle Idee
La fine della guerra, la fine di Hitler. Si è consumata un'enorme tragedia e, nello stesso tempo, la tragedia stessa non riesce a compiersi. Eva, sola in scena, aspetta questa fine, un personaggio tragico a cui è preclusa la dimensione del tragico. Eva è una donna che sta per morire ed è una donna innamorata. Innamorata di Hitler, fedele al suo amore fino all'ultimo istante. In questa tragedia mancata Eva è un'eroina per cui non si può non provare tenerezza, nonostante tutto, proprio come se l'oggetto del suo amore potesse essere dimenticato. Eva confonde la sua storia con quella di Rossella O'Hara: c'è desiderio, ammirazione, battaglie da vincere e da perdere, fedeltà, fino alla fine. Eppure, da questo infinito amore, al di là del bene e del male, affiora la paura. Paura dell'abbandono, paura dello strapotere dell'amato, paura della propria fragilità di amanti, paura che l'amore finisca, paura che l'amore si realizzi, paura dell'amore stesso e di quello che l'amore può chiedere
Innamorate dello spavento è un progetto di Teatro i in cui l'autore Massimo Sgorbani cattura le voci di alcune figure femminili legate al Führer che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich.
San Miniato, Giardino della Cisterna, 18 luglio 2022, ore 21.30
Elsinor Centro di Produzione Teatrale - Centro Teatrale MaMiMò - Fondazione istituto Dramma Popolare di San Miniato
Irma kohn è stata qui
di Matteo Corradini
Drammaturgia Tatjana Motta
con Francesco Aricò, Maria Canal, Luca Mammoli, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Woody Neri, Maria Caggianelli Villani, Valentina Cardinali
Regia Pablo Solari
Collaborazione alla Regia Woody Neri
Scene Maddalena Oriani
Costumi Marta Solari
Sound designer Alessandro Levrero
Luci Fabio Bozzetta
Realizzazione costumi Marta Solari, Giulia Azzurro
Direzione tecnica Rossano Siragusano
Irma Kohn è stata qui è l'intreccio di tre linee narrative ispirate a storie vere. È la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo a Königsberg, un luogo di confine dove avviene la ritirata tedesca, spinta dall'avanzata russa. Nella "città dei sette ponti" una partigiana salva una sedicenne dalla deportazione e la porta in un bordello perché venga tenuta nascosta. La giovane si chiama Irma Kohn, e vivrà alcune settimane in compagnia delle ragazze nella "casa chiusa". Irma ha visto scomparire la sua famiglia e la sua casa, sta crescendo, è una adolescente moderna e irrequieta. La seconda linea narrativa è condotta da Kat, ebreo come Irma ma impegnato nello Judenrat, il consiglio ebraico che riceve ordini dai nazisti e compila elenchi di deportati. Kat si muove su un crinale tra vita e morte, obbedienza e rivalsa, sensi di colpa e autoassoluzione. Kat frequenta il bordello. Kat sa che dall'ultimo elenco manca una deportata, fuggita. Se non la trova, sono guai seri. La terza linea narrativa è occupata da Wolf. Ufficiale nazista della prima ora, ha la missione di deportare gli ebrei del luogo per poi guadagnarsi il ritorno a casa. Spietato contro coloro che odia, ha nostalgia della moglie. Cerca Irma Kohn, va a caccia di animali nel bosco e di ebrei in città, frequenta il bordello.
Quella di Irma Kohn è una storia che parla di confini, reali e simbolici. Il primo è quello temporale: la storia è collocata nelle ultime settimane della Seconda Guerra Mondiale, in quei giorni che separano il caos del conflitto dal caos più felice della ricostruzione. Il secondo è quello fisico: la città che ospita il dramma è Konigsberg, luogo al contempo affascinante e raccapricciante, sede dei nazisti impegnati nella deportazione e nello sterminio degli ebrei e tappa dell'esercito sovietico in arrivo. Il terzo, invece, è un confine intimo, tutto interno a Irma, la protagonista, ragazza sedicenne nel cui nome riecheggia la discriminazione ebraica, lo stereotipo del "giudeo" ben al di là della violenza nazista. L'ultimo, infine, riguarda l'identità dei protagonisti, sempre sul limite tra male e bene, in una situazione dove tutto si confonde.
San Miniato, Piazza Duomo, dal 23 al 27 luglio, ore 21.30
Pablo Solari - Regista
Woody Neri
Stefania Medri
Maria Canal
Maria Caggianelli Villani
Luca Mammoli
Giuditta Mingucci
Francesco Aricò
Valentina Cardinali
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