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LXXIV FESTA DEL TEATRO |
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PROGRAMMA UFFICIALE LXXIV FESTA DEL TEATRO
Arca Azzurra Produzioni
PANICO MA ROSA
Di e Con Alessandro Benvenuti
59 giorni di lockdown. 59 pagine di diario che raccontano l'isolamento obbligatorio di un autore attore che privato del suo naturale habitat: il palcoscenico, decide di uscire dalla sua proverbiale ritrosia e raccontarsi per la prima volta pubblicamente e con disarmante sincerità come persona.
Sogni e bisogni, ricordi e crudeltà, fantasie e humor. Un viaggio nella mente di un comico che nel cercare un nuovo senso della vita per non impazzire, reinventa il passato di chierichetto, stabilisce inediti e proficui rapporti con tortore, passerotti, merli, cornacchie, piccioni e gabbiani. Mescola sogni e aneddoti. Progetta linguaggi comico barocchi. Decide di rinascere a nuova vita digerendo il suo passato e i fantasmi che lo hanno abitato con la spudoratezza che solo gli adulti che si stufano di essere tali possono vantare. E attraverso questa comica forza eversiva sperare, per una volta ancora, di tornare bambino, anzi, bambinaccio, prima di tacere per sempre nel naturale Finale di Partita che pazientemente attende in un punto imprecisato del Fato tutti gli esseri umani. Diciamo insomma che drammaturgicamente parlando Panico ma Rosa è di genere Po Ca Co: Poetico Catastrofico Comico.
San Miniato, Piazza del Duomo, 5 luglio 2020, ore 21.30
crediti foto: Carlotta Benvenuti
NoguTeatro
ALBANIA CASA MIA
25 febbraio 1991, Albania. Il regime comunista che per più di 45 anni aveva controllato e limitato la libertà dei cittadini albanesi è ormai collassato. Il malcontento del popolo si esprime con manifestazioni, distruzione dei simboli dittatoriali ed esodi di massa, per primo quello di Brindisi. Migliaia di persone cercano di scappare verso l'Occidente partendo dai porti di Valona e Durazzo con navi, pescherecci e gommoni diretti verso l'Italia. Tra questi c'è anche Alexander Toto, trentenne che scappa da Valona a bordo del peschereccio 'Miredita' (Buon giorno) e giunge a Brindisi. In quel peschereccio c'è anche Aleksandros Memetaj, bimbo di 6 mesi. Albania casa mia è la storia di un figlio che crescerà lontano dalla sua terra natia, in Veneto, luogo che non gli darà mai un pieno senso di appartenenza. 'Albania casa mia' è anche la storia di un padre, dei sacrifici fatti, dei pericoli corsi per evitare di crescere suo figlio nella miseria di uno Stato che non esiste più. È anche la storia del suo grande amore nei confronti della propria terra, di grande patriottismo, di elevazione di alcuni valori che in Italia non esistono più. I destini di Aleksandros Memetaj e Alexander Toto apparentemente lontani si incrociano più volte nella storia fino creare un'unica corda, un unico pensiero. Finché l'uno diventerà il figlio e l'altro il padre.
San Miniato, Piazza del Duomo, 8 luglio 2020, ore 21.30
Elsinor Centro di Produzione Teatrale
LA STORIA DELLA COLONNA INFAME
La Colonna infame è un romanzo inchiesta del famoso processo agli untori che si verificò in occasione della terribile peste del 1630 a Milano in un clima allucinato dalla diffusione del morbo, tra sospetti e dicerie rivolti alla ricerca di un capro espiatorio. Sulle prime le autorità, a quanto pare, sottovalutarono il rischio del contagio e la pericolosità della malattia, tant'è che in piena crisi epidemica non solo si celebrò pubblicamente la nascita del primogenito di Filippo IV, ma si concesse addirittura una processione religiosa nonostante l'iniziale rifiuto del Cardinale Borromeo. Il morbo si diffuse in breve in modo esponenziale, sterminando un terzo della popolazione di Milano; le autorità cittadine, trovandosi in seria difficoltà e non riuscendo a gestire la situazione né gli umori delle masse, alimentarono la 'diceria dell'untore'.
La medicina del Seicento ignorava la causa del contagio, soltanto durante la Terza Pandemia nel giugno del 1894 fu isolato ad Hong Kong il batterio responsabile Yersina pestis, arrivato all'uomo per spillover o salto di specie dall'ospite serbatoio (il ratto) ma soprattutto da ospiti intermedi come la pulce parassita dei ratti stessi o il pidocchio; ed ecco spuntare la diceria che la peste sia propagata a causa di un non ben definito «onto», un unguento di cui alcuni individui, per loro loschi e incomprensibili scopi, vanno cospargendo case, strade, oggetti, vestiario etc. Manzoni ricostruì la vicenda giudiziaria che condannò a una morte atroce cinque cittadini milanesi'cinque innocenti', con l'accusa di essere i responsabili dell'unzione pestifera.
Manzoni presenta, dunque, una pagina di storia del diritto penale, e si schiera sia contro i governanti sia contro i giudici che, pressati dalla volontà e dal furore popolare, condussero le indagini con evidente malafede e giunsero alle loro conclusioni basandosi solo su parole, e non su fatti; e soprattutto su accuse quasi sempre estorte tramite terribili pratiche di tortura. Come già accennato, il processo, che si svolse nell'estate del 1630, decretò, tra l'altro, sia la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza (un commissario di sanità) e Gian Giacomo Mora (un barbiere), sia l'abbattimento dell'abitazione di quest'ultimo. Come monito, infine, venne eretta, sulle macerie dell'edificio raso al suolo, la 'Colonna infame' che, appunto, dà il titolo all'opera.
Stefano Braschi e Nicolò Valandro, che nel 2017 hanno partecipato ad un allestimento de 'I promessi sposi' prodotto da Elsinor per la regia Michele Sinisi, si riaccostano a Manzoni e a quest'opera tra le più ignorate della nostra letteratura nell'emergenza pandemica del tempo presente per riflettere insieme al pubblico sulla cultura di un'epoca e sulle responsabilità morali e religiose dei singoli.
San Miniato, Piazza del Duomo, 10 luglio 2020, ore 21.30
Teatro di Roma. Teatro Biondo Stabile di Palermo. Accademia Perduta/Romagna Teatri
L'ABISSO
Vincitore del Premio Le Maschere del Teatro Italiano come miglior interprete di monologo e il Premio Hystrio Twister come miglior spettacolo.
Davide Enia con il gesto, il canto, il cunto nel nuovo lavoro L'Abisso affronta il mosaico di questo tempo presente, la crisi, e racconta ciò che sta accadendo a Lampedusa, punto di incontro tra geografie e culture differenti. Lampedusa appare come metafora di un naufragio, personale e collettivo. Enia attinge ai suoi Appunti per un naufragio (Premio Mondello 2018) per raccontare un'esperienza indicibile: lo spaesamento, la sofferenza e la rabbia che affiorano difronte alla tragedia contemporanea degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo.
L'abisso si è aggiudicato il Premio Ubu 2019 per il 'migliore nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica'.
San Miniato, Piazza del Duomo, 13 luglio 2020, ore 21.30
crediti foto: Futura Tittaferrante
Tedavì98 in collaborazione con il Festival MONTAGNE RACCONTA
LA VITA SALVA
Un gruppo di ragazzi che corrono. Una giovane donna riceve una proposta inaspettata. Un fratello che non vuole tornare a casa per cena, una ragazzina scrive i sogni su un quaderno, una signora si tinge i capelli perché vuole cambiare vita. Ci sono molti telefoni che squillano, ascensori che salgono e scendono. Ci sono scelte da fare e il tempo è poco. Ci sono mani che si stringono e paure che si vincono. Qualcuno che aspetta, qualcun altro viene colto dall'imprevedibile, qualcuno non ha scelta, a qualcun altro viene data un'altra possibilità. Insomma, c'è la vita, sempre e nonostante tutto. La storia è l'incrocio di più storie, di più vite, di più personaggi. Ne seguiamo col fiato sospeso l'avvicendarsi, la trama si snocciola piano piano, si scopre pezzo dopo pezzo e ci lascia in apnea. La vita e la morte passano di mano in mano a tutti i personaggi, li attraversano, in momenti diversi, in modi diversi, con richiami diversi. In scena un'attrice, da sola, ci trasporta attraverso tutte queste vite, tutte queste storie. Ci fa sorridere e ci commuove, ci avvicina così tanto a quello che racconta da farci venire un dubbio: riguarda anche noi tutto questo'
San Miniato, Piazza del Duomo, 17 luglio 2020, ore 21.30
Coop Argot arl
NON PLUS ULTRAS
Assistente alla regia Raffaella Nocerino
Scene Vincenzo Leone
Costumi Giovanna Napolitano
Luci Giuseppe Di Lorenzo
Contributi multimediali e foto di scena Carmine Luino
Collaborazione alla drammaturgia Adriano Pantaleo
Organizzazione Carla Borrelli
'Il modello di vita dell'Italia non può essere e non sarà mai quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Lo sport è un'altra cosa.' Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Qual è il modello di vita degli Ultras' Attraverso un'indagine teatrale durata 4 anni, abbiamo cercato di dare una risposta a questa domanda. Il modello di vita degli Ultras si racchiude in una sola parola: Mentalità intesa come una filosofia di vita basata su delle regole non scritte ma condivise tacitamente da tutti gli Ultras. L'impianto drammaturgico dello spettacolo procede alla scoperta di questo codice etico e comportamentale svelandone i pregi e i limiti. Non Plus Ultras, ovvero 'non più oltre', la scritta che Ercole incise, sulle colonne omonime, per stabilire il limite al quale l'uomo aveva accesso. Qual è questo limite' Ciro, il protagonista, lo scoprirà, a sue spese.
San Miniato, Piazza del Duomo, 20 luglio 2020, ore 21.30
Associazione Elicriso
CANTO PER LA TERRA FERITA
con Andrea Giuntini e il gruppo musicale Vincanto
Mai come in questo periodo storico il genere umano è stato messo di fronte a un'emergenza ambientale da mettere in pericolo la sua stessa sopravvivenza. Meditando su questo scenario, lo spettacolo si propone di guardare con coraggio e fiducia alla sfida che ci attende intrecciando voci illuminate e canti, come uccelli migratori, da ogni angolo del mondo.
San Miniato, Piazza del Duomo, 23 luglio 2020, ore 21.30
IL MURO / THE BLOCK
Il Muro non è solo una storia sullo sport, non è una storia sul volley. La pallavolo è l'ambiente nel quale convivono le storie di sei persone, sei giovani ragazze molto diverse tra loro. Il volley è una metafora dello spirito, della geografia, della cronaca. Il muro / The block è una azione del volley. Ma qui diventa qualcosa di più forte. Ispirato dai versetti misteriosi del libro del Qohelet, ogni personaggio in scena s'interroga sui muri che ha dentro, su cosa non gli permette di essere libero. Sei ragazze hanno sogni diversi, hanno sogni di donne di oggi e di domani, hanno preoccupazioni giovani sulla propria identità, sui propri pensieri, sul proprio posto in un mondo fatto anche di muri. Pensare e ripensare ai muri vuol dire provare ad abbatterli, anche, o a superarli, come si fa nel volley. Senza temerli. Anzi, sapendo che il muro in fondo è stato maestro, guida, ispirazione.
San Miniato, Piazza del Duomo, 27 luglio 2020, ore 21.30
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