Federgat I Teatri del Sacro - I Sacchi di Sabbia
Abram
e Isac
Sacra
rappresentazione in cartoon liberamente tratta dalla Rappresentazione di Abramo ed Isac di Feo Belcari.
scrittura Giovanni Guerrieri, libri
Giulia Gallo.
con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo,
Giovanni Guerrieri, Giulia Solano. Lo spettacolo è
una rilettura della Rappresentazione di
Abramo ed Isac, scritta nel 1440 dal fiorentino Feo Belcari. Accogliendo l'oxymoron tra testo antico e un con-testo
contemporaneo, l'episodio biblico del sacrificio
di Isacco diviene qui il pretesto per una riflessione sull'enigma della comunicazione tra Abramo e Dio, in una
dimensione scenica al tempo stesso materica e metafisica, dove la ritualità
della "sacra rappresentazione" si colora di nuove impalpabili suggestioni. Ad accompagnare la dizione del testo, i
materiali più disparati: dalle sonorità contemporanee, alle immagini cartonate
ispirate alle maschere di Saul Steinberg. Segni contemporanei e segni arcaici si
fondono in una dimensione performativa sospesa, al tempo stesso ironica e
sacra.
San
Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 2 luglio 2013 ore 21.30
CGS Teatro Savio Palermo
Il visitatore
Di Éric-Emmanuel
Schmitt. Mise en space di Bob Marchese. Con Bob Marchese, Mattia Mariani Silvia Nati, Antonio Nati.
Aprile 1938. L' Austria è stata da poco annessa di
forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono
perseguitati ovunque. In Berggasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di
Freud, il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna,
portata via dalla Gestapo. Ma l'angosciata solitudine non dura molto: dalla
finestra spunta infatti un inaspettato visitatore che fin da subito appare ben
intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi
sistemi. Il grande indagatore dell'inconscio è insieme infastidito e
incuriosito. Chi è quell'importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel
curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in cerca di
assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi
di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha
sempre negato l'esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si
svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è
ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci
crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se
stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo
San
Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 5 luglio 2013 ore 21.30
Elsinor Coop.Teatrale
Etty Hillesum - Cercando un tetto a Dio
adattamento teatrale di Marina Corradi
con Angela Dematté. Regia di Andrea Chiodi.
Lo spettacolo racconta gli ultimi tre
anni di vita della ventiseienne Etty Hillesum, una ragazza ebrea vissuta ad Amsterdam e morta ad Auschwitz nel 1943. La vicenda non sarà narrata da occhio
esterno, ma rivivrà nella prospettiva della stessa protagonista, che racconterà
con le parole del suo diario e delle sue lettere le sue passioni, la sua
conversione, il suo straordinario cambiamento umano e spirituale. Attraverso i
suoi occhi leggeremo la tragedia degli Ebrei nella Seconda guerra mondiale. In
un momento in cui tutto si incrudelisce e tende verso la morte, in cui ogni
uomo è portato all'odio, questa ragazza si fa portatrice di una sbalorditiva
speranza. La cosa estremamente interessante è che non ci troviamo di fronte ad
una "mistica" ma ad una donna passionale, concreta, intellettualmente viva e
curiosa, che attraverso alcuni incontri comincia a cambiare sguardo sulla
realtà.
San
Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 9 luglio
2013 ore 21.30
Federgat I Teatri del Sacro - Teatro Giovani Lucca
Miriam
Liberamente ispirato a "In nome della
madre" di Erri De Luca. Regia di Nicola Fanucchi. Musiche di Fabrizio De Andrè.
Con Lucia Bianchi, Vania Della Bidia, Agnese Manzini, Manuela Paoli, Martina
Parenti, Silvia Prioreschi. Chitarra Roberto Puccini.
In Miriàm, come nella Donna, si
ritrovano forza e fragilità, allegria e senso di solitudine. E il coraggio di
scegliere senza farsi troppe domande, caratteristica propria del genere
femminile. Ecco il perché di sei interpreti in
scena: la storia di Miriàm è unica e, allo stesso tempo, comune a tante donne.
Per questo ho pensato di declinare al plurale la nostra lettura del testo di De
Luca. I tanti linguaggi espressivi che ho utilizzato hanno in comune il senso
di precarietà e incompiutezza che caratterizza il momento che precede
l'incontro con il non conosciuto. Quella di Miriàm è una vicenda umana che
appartiene al genere femminile. Questa Donna vive, come ogni Madre, il cammino che
la porta dal concepimento alla creazione. Un percorso interiore dove il viaggio
è movimento e meta.
San
Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 12 luglio 2013 ore 21.30
Teatro Carcano Milano
L'Amore crocifisso
(le parole ardenti di Angela da Foligno)
Drammaturgia, regia e interpretazione di
Antonio Zanoletti.
Gli scritti di Angela da Foligno furono
raccolti dopo la sua morte avvenuta il 4 gennaio 1309 e approvati poco dopo dal
cardinale Giacomo Colonna, il potente protettore degli spirituali, interessato
alla forma dell'ascesi penitenziale femminile e avversario di Bonifacio VIII.
Per l'influsso esercitato sui teologi del suo e del nostro tempo Angela da
Foligno viene tuttora chiamata "Magistra Theologorum", appellativo attribuitole
ancora vivente. La sua personalità è cangiante, il suo stile è disadorno e
aspro, i suoi pensieri sono un tumulto che supera ogni limite visionario. Nei
suoi scritti si leggono i segni di un tale violento ardente indomabile amore
per Cristo da rimanerne sconvolti. Realtà? Letteratura? Geniale invenzione? Ciò
che si può dire è che le parole di Angela sono tra le più alte testimonianze
d'amore che si possono incontrare. E ciò che stupisce in lei, in questo suo
viaggio mistico, è questa sua capacità di identificarsi in tutto e per tutto,
totalmente e senza riserve con le sofferenze e le gioie del "crucificato"
Cristo, suo sposo.
San
Miniato, ex Chiesa di San Martino - Hotel San Miniato, 15 luglio 2013 ore 21.30
Fondazione Istituto Dramma Popolare - CGS Teatro Savio Palermo
L'Ombra di Antigone
Liberamente
"La tomba di Antigone" di María Zambrano
Drammaturgia e regia Roberto Guicciardini
Direttore di Produzione Francesco Giacolone
Con (in
ordine alfabetico) Fiorenza Brogi, Lombardo Fornara, Bob
Marchese, Mattia Mariani, Silvia Nati, Leda Negroni, Antonio Silvia, Alice
Spisa, Antonio Sposito.
Traduzione a cura di Carlo Ferrucci
Luci Ciccio La Monica
Musiche Dario Arcidiacono
La cifra essenziale dell'opera di María
Zambrano, una delle figure più originali del pensiero del Novecento, è la
riconciliazione in un 'unica forma espressiva della parola poetica con la
parola filosofica.
« La tomba di Antigone », straordinario testo
filosofico-poetico-teatrale del 1967, è non solo una nuova lettura in chiave
filosofica del personaggio sofocleo, ma soprattutto una incomparabile riscrittura
che fa vivere Antigone in un tempo supplementare, dentro e oltre la tragedia
assegnatale.
María
Zambrano riprende infatti la figlia di Edipo là dove Sofocle l'abbandona, e
discende con lei agli inferi, che sono anche gli inferni dell'anima, dei legami
familiari e della città lacerata da una atroce guerra civile e dalla tirannia.
L'Antigone della Zambrano non è l'eroina
canonizzata dalla tradizione, fissata nella luce del suo gesto di ribellione
che fronteggia Creonte, bensì la ragazza senza terra, sola «nel silenzio e
nell'assenza degli dèi».
Nella tomba in cui Antigone è sepolta viva, si fa
strada l'evento impercettibile attraverso cui va germinando il significato
fondamentale della sua figura mediatrice fra amore e conoscenza.
Tutti gli
altri personaggi si rivolgono a lei come alla propria fonte, per trovarvi un
riscatto dalla storia sanguinosa in cui sono rimasti irretiti.
La vicenda viene
indagata attraverso l'intrecciarsi dei monologhi e dei dialoghi: intenso e
vibrante quello con il padre, tenerissimo quello con la nutrice, teso il
confronto con l'Arpia, estremo rendiconto a se stessa della propria azione, e
ironico quello con i fratelli.
Antigone continuerà a parlare senza
sosta , alla ricerca delle zone di luce, come "chiari del bosco", dove si
annida la speranza di una rinascita dall'orrore.
Antigone è una figura
profetica, "figura dell'aurora della coscienza", un personaggio liminale, cioè
posto al confine, al trapasso da un'epoca all'altra, da una visione arcaica
dell'uomo a una nuova definizione dell'esistenza.
San
Miniato, Piazza Duomo, dal 20 al 24 luglio ore 21.30
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