Rivive il domenicano che difese gli Indios
Mancano opere originali di ispirazione cristiana da mettere in scena, come è avvenuto per oltre cinquant'armi alle Feste del Teatro dell'Istituto del dramma popolare di San Miniato (Pisa); e allora ecco un romanzo, Bartolomeo de Las Casas di Reinhold Schneider (1903-1958), che, nonostante il prezioso adattamento di Roberto Mussapi, romanzo è rimasto, dalla scrittura suprema. Spettacolo, semmai, è diventato, per la regia di Giovanni Maria Tenti, solo grazie all'interpretazione di due dei nostri più cari attori, Franco Graziosi e Renato De Carmine: l'uno nella tonaca domenicana di Padre Las Casas che, dopo i viaggi di Colombo e le più dure esperienze, lottò per la libertà degli Indios; l'altro, nell'illuminata figura di Carlo V, l'imperatore che per quelle povere genti aprì il cuore ai segni della carità cristiana.
Sui fondali dell'essenziale scenografia di Daniele Spisa, passano, in proiezioni digitali, i luoghi e le memorie del tempo: le acque dell'oceano, le architetture del convento di Valladolid, le sale della reggia: ed è come vivere la storia eterna della violenza, delle guerre, della fame e del sangue; talché era inutile ricordarcelo attraverso le solite immagini degli orrori del nostro più recente passato.
CARLO MARIA PENSA, Famiglia Cristiana, 3 agosto 2003
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