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La Nazione - La recensione alla prima dello spettacolo
 

Dramma dei 'Templari' Applausi alla «Prima»
Il sacrificio dell'innocente, la lotta per il potere e una rilettura attenta di un affascinante capitolo di storia, sono diventati oltre due ore di teatro. I Templari di Elena Bono — presente in piazza del Duomo sia per l'anteprima che per la «Prima» di venerdì — hanno raggiunto l'obiettivo del Dramma Popolare che altro non è se non lo scopo per cui questo appuntamento vive da oltre mezzo secolo: un teatro capace di diventare ponte immaginario tra terra e cielo. E allora, la storia amara nella vecchia magione templare, è diventato spettacolo non convenzionale, dalla regia (di Pino Manzari) semplice ma efficace, nell'imponente scenografia ben a servizio del testo. Tra i dialoghi tra l'Uomo Nero e il Precettore, nella favola del coraggioso cavaliere Amadeus Von Waldemburg — ferito e morente alle cure del piccolo Alì, tra le braccia amorevoli de La Gisa e nel burbero affetto di Rocco da Sezze — nel cui destino c'è quello di essere l'agnello sacrificale della lotta per il potere. Ottimo il cast, eccellente soprattutto Ceriani nell'Uomo Nero. Bene Foschi nel ruolo di Rocco da Sezze e altrettanto bravo Mattia Battistini nei panni del giovane Waldemburg.
Tanti applausi a Federico Orsetti, simpatico e piccolo Alì che canta e prega per Gesù e Allah.
Una «Prima» come sempre appuntamento mondano per il comprensorio del Cuoio. Tante le personalità. In prima fila, tra i presidenti della
Fondazione Crsm e della Crsm Spa, Giacomo Conti e Crescenzio Franci anche il ministro per l'ambiente, Altero Matteoli e l'ex ministro Ferri (conosciuto per i 110 all'ora). Presente anche il cardinal Ardura del Pontificio consiglio per la cultura.
La Nazione, Firenze, 21 luglio 2002




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