L'impegno, assunto fin dalla trasformazione dell'Istituto del Dramma Popolare in Fondazione, era quello di dare una nuova veste alla Festa del Teatro dilatandone tempi e contenuti, programmando iniziative che accompagnassero l'evento principale che ha caratterizzato la lunga storia del nostro Istituto, la produzione, cioè, di uno spettacolo a sfondo e di ispirazione cristiana.
Gli esiti positivi del tentativo avviato lo scorso anno, i concreti e incoraggianti riconoscimenti manifestati dagli enti costitutivi la nostra Fondazione - il Comune di San Miniato e la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato -, ma anche da soggetti istituzionali - il Ministero per i Beni e le Attività culturali, la Regione Toscana, la Provincia di Pisa - e, non ultimo, il gradimento mostrato dal pubblico per la nuova impostazione della Festa ci spingono a insistere sulla strada intrapresa e quindi, anche per quest'anno, la programmazione risulta più ricca e articolata rispetto al passato.
La soddisfazione per questi primi positivi passi che si sono compiuti e si stanno compiendo, allo scopo di dare nuovo slancio a una tradizione che ha senz'altro rappresentato molto nel panorama teatrale italiano e che proprio per questo occorre rafforzare, è velata di tristezza per la recente scomparsa di due figure che a lungo hanno costituito l'anima stessa dell'Istituto del Dramma Popolare: il Commendator Silvano Vallini e Monsignor Vasco Simoncini.
Il Comm. Vallini, prima Vicepresidente, poi, a lungo, Presidente, infine Presidente onorario, per quaranta anni ha profuso nel Dramma Popolare un appassionato impegno, sostenuto dal convincimento che il richiamo ai valori spirituali, che ogni anno si diffonde dal palcoscenico di piazza del Duomo, rappresentasse una missione da adempiere a tutti i costi.
Di questa missione ha messo al servizio le sue capacità imprenditoriali, la sua lungimiranza, la sua passione, nella certezza che San Miniato dovesse - sono parole sue - "tener fede ad ogni costo al suo compito culturale, popolare e cristiano".
Mons. Simoncini, dal canto suo, in oltre venticinque anni di vicepresidenza, ha offerto al nostro Istituto un prezioso contributo con indubbia preparazione, ma anche con saggezza ed equilibrio, costituendo un punto di riferimento importante in ogni momento; l'abbiamo coinvolto fino all'ultimo nelle scelta dei testi ed egli, con la consueta modestia, non ha mancato, anche in una fase in cui avrebbe dovuto preoccuparsi soprattutto della sua salute, di dispensare consigli e incoraggiamenti.
La nostra speranza è che possano ancora guidarci alle scelte migliori, aiutarci a percorrere il cammino che essi tanto nitidamente hanno tracciato e che noi, auspicando di esserne degni, ci sforziamo di seguire.
|