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Il Tirreno - La recensione di Katiuscia Lippi
 

Zanussi show sotto la Rocca
Uno spettacolo entusiasmante, certamente degno della ricorrenza: i cinquantanni del Dramma popolare di San Miniato non potevano essere festeggiati meglio. Questo, nella sostanza, il giudizio a caldo dopo l'anteprima per stampa e critici, giovedì sera in piazza del Duomo, de Il re pescatore di Julien Gracq, con Giulio Brogi, Riccardo Garrone, Ludovica Tinghi e la regia di Krzysztof Zanussi.
L'opera tratta di uno dei grandi miti del Medioevo, quello del Graal. Nella rilettura cristiana della leggenda del Graal, la mistica coppa che i cavalieri vogliono conquistare è quella da cui Cristo bevve nell'ultima cena, la stessa nella quale fu raccolto il suo sangue quando morì sulla croce. Custodita per secoli assieme alla lancia che aveva aperto il costato di Cristo, per curare ferite e mondare peccati, scomparve quando il re che la doveva custodire s'innamorò di una giovane donna e tentò di forzarla. Scomparve anche la lancia, non senza aver inferto al re una ferita insanabile.
Malgrado le sue condizioni fisiche Giulio Brcgi, reduce da un broncopolmonite, è riuscito a dare un'ottima interpretazione di Amfortas, re del Graal. E sicuramente non ha mancato di carpire completamente l'attenzione del pubblico la figura di Trevizent, l'eremita, impersonato da Riccardo Garrone che sembrava quasi immerso in un alone di magia.
Sebbene il testo appaia piuttosto fragile, scenografia e regia sono ottime. A colpire il pubblico è stata soprattutto la spettacolarità delle scene, ma la novità assoluta di quest'anno consiste nel fatto che lo spettacolo si svolge su più palcoscenici, obbligando gli spettatori a volgere lo sguardo su ben tre diversi lati della piazza.
Cosi ecco che mentre si sta concludendo l'ultimo dialogo sul palcoscenico principale, un fragore di spade attira l'attenzione sul lato sinistro e per fare ancora un esempio l'incontro tra Perceval, il cavaliere errante, e Trevizent il vecchio eremita, si svolge addirittura sul lato opposto della piazza.
Tutto ciò, unito alla bravura degli interpreti, ha fatto sì che alla fine grande e fragoroso sia stato lo scroscio degli applausi e che gli attori siano stati richiamati sul palco più volte. Molti i commenti positivi, specie sui protagonisti. Le persone venute ad assistere alla rappresentazione hanno lasciato la piazza veramente soddisfatte e colpite da questo nuovo stile teatrale, di tipo quasi cinematografico, creato da Zanussi. Insomma una serata ricca di colpi di scena.
KATIUSCIA LIPPI, Il Tirreno 20 luglio 1996




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