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La Gazzetta Marittima - La recensione di Di Sacco
 

Festa del teatro con Bartolomeo De Las Casas
Mare aperto e tempestosa, con onde altissime, vento ululante, tuoni e fulmini: su uno scenario così emozionante si apre il sipario di Bartolomeo De Las Casas, due tempi avvincenti, tratti dai romanzo del tedesco Reinhold Schneider per l'adattamento teatrale di Roberto Mussapi, con la regia di Giovanni Maria Tenti. Questo mare e questa tempesta, ottenuti con installazioni e proiezioni multimediali, incombono su tutta la storia che non si snoda solo sull'intensa attività di "salvatore degli Indios" svolta dal domenicano De Las Casas, né sulla malattia di Bernardino de Lares, cavaliere di Valladolid che compie con lui il viaggio per mare, ma sulla tempesta e la malattia "da crescita" che agitano tutta la società europea del '500, dopo la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Colombo.
Sono la intensa lezione e il profondo messaggio pervenuti dal dramma, in scena sulla piazza del Duomo di San Miniato per otto serate consecutive per conto dell'Istituto Dramma Popolare di San Miniato, dall'anno scorso trasformatosi in Fondazione, con la presenza di nuovi soggetti quali l'amministrazione comunale e la Fondazione della Cassa di Risparmio di San Miniato. Pubblico fittissimo, attratto non solo dal tema (la violenza sugli Indios, che è poi la stessa di tutti i regimi totalitari, come ha ben evidenziato il regista con adeguate proiezioni) ma dal fascino perenne della cittadina dove sorge la Rocca Federiciana, nonché dal sollievo che una serata all'aperto offre alla calura torrida del giorno. Dai due tempi del lavoro traspare l'opera assidua di Bartolomeo, che vede e sente gli uomini tutte creature di Dio e degne di amore e di rispetto e le tesi difese dai politici laici e cattolici, i quali consideravano gli Indios simili agli animali, senza anima, sui quali si poteva infierire a proprio piacimento. Ma Bartolomeo riuscirà a trarre dalla sua parte l'imperatore Carlo V, che condannerà le tremende sevizie, loro perpetrare dai notabili "criollos" e dagli stessi prelati spagnoli, promulgando infine "Las Nuevas Leyes ", che si riveleranno un'autentica sanatoria per le popolazioni indigene. Ottimo il cast degli attori, senza cedimenti né cadute di tono: Franco Graziosi, un appassionato Bartolomeo, degno di applausi a scena aperta nel suo colloquio con un misurato Carlo V (Renato De Carmine) e con il politico Sepulveda (Walter Toschi). Molto convincente Beppe Chierici nelle vesti del fragile viaggiatore Bernardino di Lares; così Franco Sangermano, impegnato in due parti (il cardinale Loaisa e frate Antonio), Roberto Birindelli (capitano Vargas che guida la nave in questa pericolosa ed emblematica tempesta in mare), Francesco Gerardi (il dolce Comacho), Roberto Graziosi e Ada Totaro. Attenta e suscitatrice di emozioni e riflessioni la regia di Giovanni Maria Tenti. Tutti i toni del verde, dell'azzurro, del nero per i fondali digitali delle profondità marine; rosso e dorato quelli della corte di Carlo V ad opera di Daniele Spisa e Carlo Fiorini, così lodabile tutto il lavoro svolto dai tecnici ed alle luci, che contribuiscono non poco al successo della rappresentaizone.
la Fondazione, di cui è presidente Gianfranco Rossi, ha stampato un interessante libretto, con scritti critici del direttore artistico Salvatore Ciulla, di don Carlo Ciattini, di Roberto Mussapi, del regista G.M. Tenti.
La Fondazione ha messo ieri in scena Giovanna che immaginò Dio, sulla vita dell'adolescente che salvò la Francia dalla conquista inglese ed ha in programma Reporter sul Golgota (27-28-29 luglio), dove si rivive l'evento della passione di Cristo. Il "Teatro dello Spirito", unico in Italia, ha imbroccato quest'anno una strada di successo.
Elda Di Sacco, La Gazzetta Marittima, Livorno, 26 luglio 2003




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