Gerusalemme. Matteo, notissimo archeologo francescano, scopritore dei mosaici del Monte Nebo, viene incaricato dal custode di Terra Santa, convinto fautore dell'idea di trasformare Gerusalemme in una città di pace, di vigilare sulla riuscita del progetto. In breve tempo Matteo si trova coinvolto in una complessa vicenda che vede protagonisti i servizi segreti, un ricchissimo uomo d'affari e un gruppo di giovani idealisti che si battono per riportare la pace in quella terra lacerata dai conflitti. La morte misteriosa di Padre Luca, anche lui archeologo, rivela a Matteo che sono in gioco ben altri interessi. Lungo un cammino disseminato di morti, l'indagine di Matteo lo porterà prima a Umm-er Rasas, l'antichissima città sepolta nel deserto per scoprire una verità che forse potrà modificare il destino degli uomini.
Il custode dell'acqua, il romanzo vincitore del SuperCampiello 2002 può avere un'affascinante vita teatrale. Mettere in scena una realtà complessa, unica, magica, religiosa, come quella di Gerusalemme offre originalità, amore, contenuti. I significati morali accompagnano un personaggio memorabile, Padre Matteo. Padre Matteo ha tutte le possibilità per divenire un eroe teatrale, di quelli che si ricordano. La sua bontà, la sua comprensione dei fatti umani, il suo equilibrio nei rapporti con i Cugini del Muro (gli Ebrei) e con gli Amici della Roccia (i Musulmani) lo rendono vicino al pubblico, amico del pubblico, e interprete ideale della volontà di pace in Terra Santa.
Franco Scaglia
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