Il re pescatore
Due estremi che convergono Trevrizent e Amfortas portano suggerimenti di umiltà alla baldanza del giovane Perceval. L'eremita rivolgendosi al cavaliere irremovibile nella ricerca del Graal lo rimprovera severamente: "Sei un bambino stordito, ebbro della tua giovinezza". "Lascia questa via che non è quella giusta".
Approdato al castello di Monsalvage dov'è custodito il prezioso calice, quando il re si convince di passarlo a Perceval lo mette in guardia sulle difficoltà che ha l'essere umano a contatto col divino: "E' terribile per un vivente essere chiamato da Dio a respirare la sua stessa aria". L'unica strada che Dio ritiene giusta per essere avvicinato è quella spirituale che non solo esclude l'intersecarsi con folli sogni di gloria, ma non ignora debolezze che turbino l'avanzata verso la luce. Neanche Trevrizent è un personaggio completamente positivo perché finisce per benedire ed indirizzare alla meta agognata il cavaliere zelante. Vittima del fascino di Perceval il pio eremita, consapevole della punizione corporale il re che per la sua presunzione ne porta le conseguenze nel suo corpo (una lurida ferita).
L'opera teatrale Il re pescatore non travalica il limite oltre il quale lo spettatore può valutare l'atteggiamento dell'eroe una volta divenuto il nuovo re di Monsalvage. Questo argomento sembra non interessare neanche l'Autore: Julien Gracq (pseudonimo di Lous Poirier). Egli focalizza la validità della ricerca di dio ed il suo opposto malgrado le ingannevoli apparenze. La confusione dello spirito rientra nel dramma quotidiano, per questo la splendida regia di Zanussi per Il re pescatore, rappresentato alla 50ma Festa del teatro a San Miniato, a cura dell'Istituto del Dramma Popolare, ha coinvolto maggiormente gli spettatori con una scena circolare con essi centro ed anima collettiva.
Nella Sala Consiliare del Comune di S. Miniato, dove ha avuto luogo l'incontro con il regista e gli attori del dramma, Silvano Vallini, attuale Presidente dell'Istituto del Dramma Popolare, rivolgendosi alle Autorità ed a quanti sono intervenuti alla manifestazione, prima della consegna dei diplomi d'onore ai registi che hanno operato nelle varie edizioni teatrali di questo Istituto, ha voluto sintetizzarne l'attività. Nel suo intervento Vallini ricorda : "Nel 1947 il Dramma Popolare di San Miniato esordisce sulla storica piazza del Duomo con La Maschera e la Grazia di H. Ghéon. Nasce insieme al Piccolo di Milano, ancora prima che si fondassero in teatri stabili che operano tuttora in Italia. Nell'anno successivo si costituisce come Istituto del Dramma Popolare e si correla oltre che con il Piccolo di Milano (è l'anno in cui Strehler si propone con la memorabile edizione de L'assassinio nella cattedrale), anche con l'Accademia d'Arte Drammatica, fondata da Silvio D'Amico. Il grande critico teatrale si rivela convinto estimatore e fervido sostenitore del ruolo specifico che l'istituzione sanminiatese è chiamata a svolgere in campo nazionale ed europeo. Da allora l'I.D.P. si è proposto come il principale punto di riferimento del teatro dello Spirito".
L'Istituto del Dramma Popolare venne fondato insieme ad altri dall'Avv. Giuseppe Gazzini che ne fu primo Presidente; egli ebbe l'intuizione di quanto un colloquio con il popolo intrecciato dall'alto di un palcoscenico potesse elevare gli animi dallo svilimento causato dalla guerra. Suo successore alla Presidenza, prima di Silvano Vallini, l'On. Togni che risolse gravi problemi organizzativi.
Dalla fondazione dell'I.D.P. hanno assunto la carica di Direttore Artistico: Don Giancarlo Ruggini, Padre Valentino Davanzati, Padre Marco Bongioanni ed infine, alla sua seconda esperienza, l'attuale Direttore Don Luciano Marrucci.
Autori proposti nelle diverse edizioni teatrali:
fra gli italiani: U. Betti, I. Silone, D. Fabbri, C. Malaparte, M. Pomilio, I.A. Chiusano, M. Luzi e L. Santucci.
Fra gli stranieri: H. Gheòn, Th. Eliot, J. Copeau, G. Bernanos, G. Cesbron, G. Greene, P. Claudel, A. Mac-Leish, A.B. Vallejo, A.D. Gomes, R. Bolt, M. De Ghélderode, E. Weisel, J.A. Strindberg, K. Munk, D. Walcott, G.K. Chesterton.
Al regista Krzysztof Zanussi, agli attori Giulio Brogi, Vincenzo Bocciarelli, Piero Caretto, Riccardo gArrone, Francesco Meoni, Ludovica Tinghi, Katia Ciliberti, Elisabetta Carpineti, Flavia Villani, Francesca Lucia, Gina pagni, Luca Memè, Pasquale Laselva, Alessio Boldrini, Jan Corsini, Mario Landi, Sergio Zingoni, Samuele Lombardo e Claudio Mugnaini, ad Aldo Buti per le scene e i costumi, ad Andrea Travaglia per le luci ed a Luciano e Maurizio Francisi per la colonna sonora il più caloroso applauso.
LIDIA VIVIANI, Lo Spicciolo 13 settembre 1996
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