Presentando la 56esima Festa del Teatro occorre, innanzitutto, sottolineare l’importante trasformazione che ha riguardato quest’anno l’essenza stessa del nostro Istituto, costituitosi in Fondazione con il concorso di tre soggetti:
– l’Associazione Istituto del Dramma Popolare che ha portato in eredità la sua straordinaria storia che, in larga parte, si identifica con quella del Teatro dello Spirito, in Italia e non solo;
– la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che ha confermato, nei confronti della nostra istituzione una attenzione e una vicinanza che hanno origine in tempi lontani, che non sono mai venute meno e che risultano, ora, rinnovate e rafforzate;
– il Comune di San Miniato che, con la sua adesione, testimonia concretamente come il Dramma Popolare sia patrimonio di un’intera comunità.
Lo scopo della Fondazione rimane, naturalmente, quello di diffondere la “cultura teatrale di ispirazione cristiana”, nel solco di una tradizione che si perpetua da oltre mezzo secolo e che ha portato il Teatro sanminiatese ad assumere un ruolo di primissimo piano nel panorama teatrale italiano.
Certo, oggi, a distanza di 55 anni dalle origini, si tratta non solo di proseguire, ma di fare i conti con una mutata situazione storica, sociale e culturale e, perciò, anche con una problematica religiosa molto diversa.
A un’istituzione come questa, che si ispira a valori cristiani, spetta quindi di realizzare le condizioni per un autentico dialogo, attraverso esperienze teatrali e culturali che, rifacendosi a quelle del passato, si mostrino sensibili ai fermenti del presente nel proporre ed affermare “un teatro impegnato sui problemi e sulle inquietudini spirituali del nostro tempo”, in grado di cogliere “i segni dei tempi da qualunque parte e cultura e civiltà essi vengano” come scriveva già tanti anni or sono Don Giancarlo Ruggini.
Un obiettivo da perseguire innanzitutto con l’annuale Festa del Teatro che dovrà rimanere l’evento centrale della nostra attività, ma articolandosi, gradualmente, in una serie di iniziative diverse, da prevedere nell’ambito della Festa stessa, dilatandone i tempi e i contenuti, e da distribuire nel corso dell’anno così che la nostra Fondazione possa porsi sempre più come punto di riferimento e, al tempo stesso, come soggetto propulsivo per la realtà culturale del nostro territorio.
Con gli amici del Consiglio di Amministrazione, abbiamo, già da quest’anno, pensato ad una serie di iniziative collaterali con lo scopo di affiancare e dare risalto alla tradizionale rappresentazione che naturalmente rimane il momento più alto per l’espressione di quei valori e di quegli ideali che per noi rappresentano un patrimonio irrinunciabile.
Più avanti potrete leggere il programma completo della manifestazione che, mi auguro, apprezzerete; prima ancora che un giudizio, pure gradito, sulla qualità, ci attendiamo una condivisione dell’idea, della prospettiva, perché solo così potremo esser certi di aver intrapreso la giusta strada e potremo muoverci senza indugi in questa direzione.
Prima di chiudere consentitemi di ringraziare tutti quelli che, in oltre mezzo secolo, hanno prima dato vita e poi portato avanti, non sempre senza difficoltà, ma con l’entusiasmo di chi crede fermamente nelle idee e nei valori che sostiene, un’esperienza unica e, per certi versi, irripetibile.
Tra i tanti che mi si affacciano alla mente e che meriterebbero di essere menzionati per il contributo fondamentale che hanno saputo dare, voglio qui ricordare il Prof. Dilvo Lotti, uno dei fondatori dell’Istituto del Dramma Popolare, che, firmando anche per questa edizione la xilografia del manifesto, sottolinea concretamente la continuità tra il passato e il presente, i Direttori artistici, Don Ruggini, Padre Davanzati, Don Marrucci e Padre Bongioanni con i quali ho collaborato e che mi sono stati prima di tutto maestri di vita e, infine, il Comm. Silvano Vallini, mio predecessore, oggi Presidente onorario, alla cui opera appassionata sono legati quaranta anni di vita dell’Istituto.
Ci hanno passato un “testimone” prestigioso, ma anche scomodo dal momento che non sarà facile essere all’altezza di una tale eredità; da parte nostra possiamo assicurare la volontà per provarci e l’impegno per riuscirci. Grazie fin d’ora a tutti coloro che con il loro sostegno e il loro consiglio vorranno facilitarci il compito.
Il Presidente
Gianfranco Rossi
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