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L'Ancora - La recensione di Enzo Troilo
 

"La Roccia" di Thomas Eliot per la LX Festa del Teatro dello Spirito
San Miniato, il cuore nobile della Toscana. In piazza duomo, alle dieci di sera di giovedì 20 luglio si spengono le luci. Gli spettatori trattengono il respiro. "Maria, Giovanna, Sonia, Caterina ..." Ad ogni nome, quasi tutti femminili, scandito da una voce solenne, sul palco s'accende una piccola luce. E' la memoria di quanti perirono nella chiesa, colpita da una granata che, a distanza di oltre sessant'anni, nessuno è riuscito a stabilire se tedesca o americana. Comunque apportatrice di morte e distruzione. Ma solo fìsica, e qui sta tutta la grandezza dell'uomo perché sempre capace di risollevarsi e riguadagnare il ... cielo. Parte da questo ennesimo episodio di distruzione e morte la rinascita di una città ricca di storia e di civiltà, che ebbe familiarità con Dante, Federico II, Matilde di Canossa, Carducci... Il rosario degli oltre cinquanta nomi è il prologo allo spettacolo La Roccia del drammaturgo Thomas S. Eliot, scelto dai responsabili per la sessantesima Festa del Teatro a San Miniato. La sessantesima rappresentazione a partire da quell'episodio drammatico che nessuno vuole dimenticare, ma che è diventato nel tempo un appuntamento per rivitalizzare valori umano-cristiani e consentire allo spettatore di trarne motivi di fede e di speranza. San Miniato resta l'unica platea, in Italia e forse nel mondo, per una cultura spiritualistica e per una testimonianza cristiana in campo teatrale, soprattutto in questo speciale momento in cui l'uomo appare travolto dall'odio, dalla violenza, dall'ingiustizia e dal sopruso. Questo Teatro, di radice cristiana, può contribuire a restituire all'uomo la coscienza e la dignità personale e l'importanza della convivenza comune. E' la prima volta che partecipiamo a questa manifestazione. L'invito ad assistete alla prima, riservata alla stampa, ci è stato rivolto quale giornalista del Settimanale L'Ancora. Un segno che anche la nostra voce è giunta lontana. Un ulteriore grazie ai generosi padroni di casa.
La presentazione ufficiale è avvenuta nel palazzo Grifoni, alla presenza di centinaia di giornalisti provenienti da tutta la penisola, da operatori, uomini di cultura e del regista, Pino Manzari, una specie di missionario laico che ne ha rivisitato il testo, come egli stesso ha confessato, "con un tradimento fedele". Questo il suo peccato, per un parallelismo con la rinascita del dopoguerra in cui si è tornati a riedificare la chiesa degli uomini per la necessità di vivere nella comunità.
"Questo evento - ha poi concluso il bravo regista - va visto in uno spirito di superamento e di perdono reciproco". Il Presidente Gianfranco Rossi ha rifatto la storia dell'Istituto del Dramma Popolare di San Miniato, solo da poco trasformato in Fondazione.
Gli attori Massimo Foschi e Maddalena Crippa si sono detti entusiasti di partecipare a questa rassegna, che nel corso degli anni ha visto la presenza di colleghe e colleghi prestigiosi, per opere uniche e senza tempo, come quest'ultima di Eliot, La Roccia appunto, in cui alla ricostruzione di una chiesa di pietra si cerca di ricostruire una chiesa di uomini.
Due ore di spettacolo in cui abbiamo riassaporato tutta la solennità, la musicalità e il pathos dei famosi cori del drammaturgo di St.Louis.

Enzo Troilo, L'Ancora 30 luglio 2006




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