Anche quest'anno, come quello appena trascorso, la Festa del Teatro affronta, nello spettacolo principale, argomenti di grande e drammatica attualità. Se nell'edizione precedente il tema centrale era il terrorismo, quest'anno è il conflitto isrealo-palestinese con il sogno, che è anche progetto e proposta politica, di una Gerusalemme città di Dio, ad essere proposto alla riflessione e al confronto. Con questa scelta la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato riconferma l'impegno ad affrontare temi che si interroghino, come diceva don Giancarlo Ruggini, "sui problemi e sulle inquietudini spirituali del nostro tempo" per raccontare "la parabola di una verità che si incarna e per questo è cristiana, una verità che non teme di compromettersi nella storia, misurando nel concreto le sue responsabilità". Un teatro, quindi, che affermi con forza e determinazione la necessità, per l'umanità intera, di allargare i propri orizzonti e di aprirsi ad una dimensione più spirituale, impegnandosi a risolvere attraverso il dialogo e il confronto i diversi conflitti, e a ricomporre le divisioni e le lacerazioni, per trasformare sempre più questo mondo ad immagine del Regno di Dio.
Utopia? Forse. Certo che comunque non esiste altra attività più importante in questo mondo per la quale valga la pena di spendere la vita.
Salvatore Ciulla
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