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Il copione de IL CUSTODE DELL'ACQUA
 

Il custode dell’acqua

dal romanzo di
FRANCO SCAGLIA
adattamento teatrale di
Sergio Pierattini e Marzia G. Lea Pacella
Personaggi
(in ordine di apparizione)
PADRE MATTEO
IL CUSTODE
HANAN
SHLOMO
SAUL BIALIK
LO SCEICCO
VIDIGAL
UN FRATE

SCENA PRIMA
Studio di Padre Matteo

PADRE MATTEO Qualcuno a un certo punto mi ha detto “Gli specchi dovrebbero aspettare un attimo prima di riflettere le immagini”. Solo che io non ricordo quando. Il punto esatto della storia. Come non ricordo quando lei, Reverendo Padre, nostra massima autorità, guida e Custode di noi francescani in Terra Santa, mi parlò della Provvidenza e del modo in cui essa certe volte si serve di noi. A volte nella vita esistono occasioni in cui il caso si identifica con la Provvidenza. In ben due occasioni la mia vita ha cambiato il suo percorso, la prima volta quando, nel refettorio del convento di Assisi, incontrai Padre Luca, il nostro più illustre archeologo che mi chiese di seguirlo a Gerusalemme regalandomi l’occasione
per perfezionare il mio contratto con Dio; la seconda, quando nella mia vita, regolata dalle preghiere, dall’insegnamento, dagli scavi, dalle conferenze… Forse non è il modo giusto per iniziare. Ma ormai non posso tornare indietro. L’ho già fatto troppe volte. Non mi sono mai servito di un registratore. E non credo che sia il modo migliore di comunicare con lei... visto il posto nel quale sono sicuro si trova in questo momento... (pausa) Lei sarà già sicuramente al corrente di tutti gli eventi e del modo in cui si sono svolti... (pausa) Io, le confesso, Reverendo Padre, che ancora faccio fatica a capire... quello che è successo... e il ruolo che a lei, a me stesso e a ciascuno dei protagonisti di questa vicenda la Provvidenza ha voluto assegnare. È per questo motivo, non mi prenda per pazzo, che a quest’ora di
notte, sono le tre passate, mi trovo qui a parlarle... (pausa). Forse è meglio cominciare dall’inizio. In quel periodo mi stavo occupando dell’organizzazione del parco archeologico-biblico del Monte Nebo. Ai piedi della montagna, sul fiume Giordano, c’era il luogo del battesimo di Gesù e io avevo restaurato il santuario che lo ricordava. Un giorno uno dei nostri operai mi venne a chiamare dicendomi che era arrivata una lettera per me. Rimasi molto sorpreso quando lessi che volevate incontrarmi con urgenza alla Custodia. Dopo aver dato alcune disposizioni sullo scavo, quella sera stessa lasciavo il Monte Nebo per tornare a Gerusalemme.

SCENA SECONDA
Custodia di Terra Santa. Convento di San Salvatore

IL CUSTODE Le sono piaciuti i tortellini, Padre Matteo?
PADRE MATTEO Reverendo Padre...
IL CUSTODE Non mi dirà che non sono stati ottimi?
PADRE MATTEO Erano ottimi. Ma... non mi ha ancora detto il motivo del nostro incontro, Reverendo Padre... (pausa) Sono ottimi. Ottimi.
IL CUSTODE Ne prenda ancora.
PADRE MATTEO No, no. Grazie.
IL CUSTODE È un guaio. Perché il confratello che ce li fornisce è qui per l’ultima volta. Poi tornerà ad Assisi.
PADRE MATTEO Ah, sì?
IL CUSTODE È un peccato, vero?
PADRE MATTEO (pausa) Mi dispiace non avere qui le foto delle tracce musive che abbiamo riportato alla luce.
IL CUSTODE Eh?
PADRE MATTEO Il sito sul quale stiamo lavorando rappresenta soltanto una piccola parte di quello che si conferma essere un’area archeologica di vaste dimensioni...
IL CUSTODE La preoccupa la crescita della cittadina di Madama, mi diceva...
PADRE MATTEO Appunto... nessuno dei trecento siti archeologici... è al riparo dalla costante minaccia di progetti edilizi che, lei capisce, ne significherebbero la rovina... sarebbe opportuno intervenire presso le autorità giordane…
IL CUSTODE L’abbiamo già fatto se non sbaglio... no?
PADRE MATTEO Si tratta magari di un nuovo appello da rivolgere alle Nazioni Unite...
IL CUSTODE Sa padre a cosa mi ha fatto pensare? (pausa) Il nostro vino è pessimo, vero?
PADRE MATTEO Non è male. È meglio del nostro, al cantiere.
IL CUSTODE Lei è stato docente. Le saranno capitati agli esami quegli studenti che invece di rispondere fanno domande al professore, eh?
PADRE MATTEO Sì... ma...
IL CUSTODE Lei ha qualcosa che me li ricorda.
PADRE MATTEO Forse se riuscissi a capire il motivo della mia convocazione... Il vino è buono. I tortellini ottimi... ma tra un’ora mi vengono a prendere. Vorrei essere di ritorno al campo entro stasera...
IL CUSTODE Allora farà meglio a telefonare e a rimandare l’appuntamento. I lavori possono proseguire senza di lei...
PADRE MATTEO Reverendo Padre...
IL CUSTODE Lei ha degli ottimi collaboratori mi sembra... no?
PADRE MATTEO Come le ho già detto le nostre ricerche stanno attraversando...
IL CUSTODE E nella peggiore delle ipotesi una sospensione di qualche settimana non rappresenterà un gran danno per i vostri studi! Non è così Padre Matteo? Non deve prendersela. Ho una buona notizia per lei. Ci sarà un nuovo Capitolo la prossima settimana.
PADRE MATTEO Un nuovo Capitolo? Ma non è...
IL CUSTODE L’ho previsto io! (pausa) E lei sarà nominato “Discreto”.
PADRE MATTEO (pausa) Reverendo Padre io la ringrazio per aver pensato a me per una carica così importante...ma... sono spiacente di non poter accettare...
IL CUSTODE Io ho una missione per lei...
PADRE MATTEO La mia missione si trova a cinquanta chilometri da qui, sulle pendici del Monte Nebo dove in questo momento trenta operai stanno scavando la sabbia del deserto... come direttore del Museo Archeologico le chiedo di volermi dispensare da questo incarico...
IL CUSTODE Si ricordi che prima di essere archeologo lei, Padre Matteo, è un uomo di Dio!
PADRE MATTEO È quello che mi dico ogni giorno prima di mettermi al lavoro.
IL CUSTODE Sta facendo di tutto per mandarmi di traverso il pranzo. Ne è consapevole Padre Matteo? (pausa) Non mi faccia diventare ridicolo, la prego. (pausa) Io le ho parlato di una missione. E la sua nomina a Discreto sarà finalizzata a questo. Solo assumendo questa carica lei avrà i mezzi per poterla portare a buon fine.
PADRE MATTEO Mi perdoni, ma non la capisco.
IL CUSTODE È stato mai sulla terrazza più alta della torre di David, Padre Matteo?
PADRE MATTEO Sì. (pausa) È un panorama straordinario.
IL CUSTODE Ha detto bene. Da quel punto possiamo vedere vicini Nostro Signore, Maometto e il Dio degli ebrei... non è così?
PADRE MATTEO È facile da lassù anche immaginare che sia un unico Dio.
IL CUSTODE Lei è inciampato nella verità.
PADRE MATTEO Cosa? (pausa) Non ho capito.
IL CUSTODE Inciampato nella verità. (pausa) Ora non si comporti come la maggior parte del genere umano che si alza e continua per la propria strada.
PADRE MATTEO Quello che dice è molto... bello... anche se continuo a non capire...
IL CUSTODE Sa che impressione mi fa lei Padre Matteo?
PADRE MATTEO Che impressione le faccio?
IL CUSTODE In certi momenti sembra così assorto nei suoi pensieri... che appare quasi assente. Poi, come se dentro di lei si accendesse qualcosa... i suoi occhi si illuminano di colpo... (pausa) Ho molta stima di lei. Ha capacità, forza e intelligenza ... e può essere molto utile al mio progetto. Ascolti bene, come le dicevo, lei è inciampato nella verità. Gerusalemme va restituita a Dio... sottratta alla politica e alle armi e restituita a Dio. I Cugini del Muro vogliono una Gerusalemme capitale dello stato ebraico, come oggi. Gli Amici della Roccia vogliono Gerusalemme est come loro capitale. Il mio progetto è lavorare all’ipotesi di Gerusalemme Vecchia città della pace, il cui equilibrio sia garantito dalle varie religioni. Gerusalemme, la città della pace...
PADRE MATTEO (pausa) Sembra quasi un controsenso.
IL CUSTODE Non sembra. Lo è.
PADRE MATTEO Chi vive qui non è realista se non porta avanti dei sogni.
IL CUSTODE Non è così?
PADRE MATTEO È la cosa che lei mi ha detto quando le ho parlato per la prima volta del mio progetto del Parco Archeologico...
IL CUSTODE Infatti, bisogna essere dei pazzi per avere in testa queste cose. Non crede?
PADRE MATTEO Lei ha parlato con i capi delle altre chiese?
IL CUSTODE Ho cominciato a lavorare in questa direzione. Ma occorrono uomini come lei, Padre.
PADRE MATTEO Lei ha... una meravigliosa... idea... ma le ripeto io non mi sento all’altezza né di ricoprire la carica di Discreto... né, tantomeno, di avere la capacità di...
IL CUSTODE Sarà una sorta di mediatore tra tutte le parti in causa, noi compresi. E tutti insieme... noi cristiani, mullah, rabbini rappresenteremo Dio e realizzeremo la pace.
PADRE MATTEO (pausa) Che cosa intende per mediatore?
IL CUSTODE L’intermediario, colui che contribuisce al raggiungimento di un accordo. Comprendo mi creda le sue perplessità e il suo silenzio...
PADRE MATTEO Mi guardi Padre... (pausa) Io non ho... le capacità...
IL CUSTODE In questo incarico si lascerà guidare dall’esempio del nostro padre, Francesco.
PADRE MATTEO Io non so parlare, Padre. Non possiedo doti diplomatiche. Non... (pausa) mi guardi... ho le mani ancora sporche di terra... il mio posto è su una collina... a scavare! So fare quello! Mi sento già inadeguato come direttore del Museo...
IL CUSTODE La nostra missione dispone di noi anche se non la conosciamo ancora.
PADRE MATTEO Queste sono... frasi... belle parole...
IL CUSTODE Francesco quando arrivò in Terra Santa, andò a trovare il sultano Melek el Kamel per chiedergli che fosse lasciato libero l’accesso ai Luoghi sacri, portando avanti l’idea che sarebbe stato meglio convertire i non cristiani anziché combatterli. Francesco in pratica propose una semplice presenza evangelizzatrice che cercasse il dialogo con gli abitanti di Palestina partendo dai valori espressi nel Vangelo, primo fra tutti l’amore universale rivolto a ogni uomo di qualunque religione fosse. E contemporaneamente, da uomo pratico qual era, organizzò l’insediamento dei suoi frati e la nascita della Custodia di Terra Santa. Le sembrano frasi... belle parole... anche queste? (pausa) Chi siamo Padre Matteo? Qual è lo scopo della nostra missione? Chi siamo noi francescani in Terra Santa? Accompagnatori turistici, archeologi... ? (pausa) Io voglio solo, in umiltà, sviluppare le idee di Francesco. Insieme, musulmani, ebrei e cristiani potranno realizzare la pace. Un sogno! Certo! Chiacchiere, scelga lei. Dipende dai punti di vista. Quante volte abbiamo parlato di pace. (pausa) Stavolta avremo in mano qualcosa che ci permetterà di operare. Qualcosa di estremamente importante.
PADRE MATTEO Che cosa, Reverendo Padre?
IL CUSTODE Lo saprà al momento opportuno. Per adesso ho un altro piccolo incarico da affidarle. (pausa) Perché sorride?
PADRE MATTEO Ha avuto un’ espressione che mi ha fatto sorridere. Mi perdoni.
IL CUSTODE Lei non fa che stupirmi.
PADRE MATTEO Anche lei. È come se desse per scontato che accetterò la sua proposta.
IL CUSTODE Vuol dire che... le ho già letto negli occhi la risposta. Possiedo questa capacità. I suoi occhi parlano da soli. Va bene, così?
PADRE MATTEO Mi stava dicendo che ha un piccolo incarico...
IL CUSTODE Sì. Il nostro vescovo melchita di Gerusalemme, monsignor Lahan, ci ha chiesto aiuto. Dalla sua chiesa sono spariti due preziosi candelabri antichi. Crede che un certo sceicco, un personaggio curioso, abitante vicino al Nebo, un mercante d’arte che il Re di Giordania ha nominato Sceicco per non so quali meriti, ne sappia qualcosa. Lo vada a trovare, vedrà che è un personaggio molto interessante. Monsignor Lahan le darà tutte le informazioni che le occorrono.
PADRE MATTEO D’accordo...
IL CUSTODE (alzandosi) Sa come si chiama il confratello dei tortellini? Ha un nome in codice: Gesù. E ora Gesù se ne torna a Bologna. È un grosso peccato. Non è vero, Padre Matteo?

SCENA TERZA
Uno scantinato buio

HANAN (entrando) Shlomo! Shlomo! Dove sei? (pausa) Non siamo ragazzini.
Smettila. Sono io. Shlomo! Dove sei?
SHLOMO Riesci a vedermi?
HANAN No. Mi hai fatto paura. Dove sei?
SHLOMO Qui. Davanti a te.
HANAN Non ti vedo. Esci fuori. Smettila di giocare.
SHLOMO Non sto giocando.
HANAN Non riesco a vederti...
SHLOMO Venendo dalla luce sembra ancora più buio. Poi ci si abitua. Ma ci vuole un po’.
HANAN Ora ti vedo. (pausa) Come stai?
SHLOMO Non mi baci?
HANAN Sono entrata, non ti ho visto e ho avuto paura.
SHLOMO Preferisco essere prudente.
HANAN Gli occhi dei soldati ci mettono meno tempo dei miei ad abituarsi al buio.
SHLOMO Lo so. Per questo me ne sto là dietro. Il posto più buio di questo posto buio.
HANAN Come stai?
SHLOMO Fatti guardare.
HANAN Ora ti vedo bene.
SHLOMO Sto bene. Tu?
HANAN Anche io.
SHLOMO Sei in ritardo? È successo qualcosa?
HANAN Sono passata da casa. Senza salire. Mi sono fermata all’angolo della strada. Per guardare. Per questo ho allungato.
SHLOMO Visto niente?
HANAN Né un soldato, né una camionetta.
SHLOMO Con tutto quello che succede in questa città fa quasi ridere pensare che possano perdere tempo a dare la caccia a uno come me.
HANAN Ti ho portato da mangiare.
SHLOMO Grazie.
HANAN Come vanno le scorte?
SHLOMO Benino. Dimmi le novità.
HANAN Ho preso contatto con quella persona.
SHLOMO Che ha detto?
HANAN Si può fare.
SHLOMO Quando? Vi siete messi d’accordo.
HANAN Dipende da noi. Quando siamo pronti. Si è detto disponibile. Dobbiamo solo scegliere la data.
SHLOMO L’abbiamo già scelta. Che stiamo aspettando allora? Non posso continuare a nascondermi.
HANAN Il dodici non andava bene...
SHLOMO Lo so. Per questo ti avevo detto di mettervi d’accordo per un’altra data. E poi, una volta stabilito il giorno, avvertire il contatto.
HANAN Ed è quello che abbiamo fatto.
SHLOMO Allora perché mi dici che dobbiamo scegliere la data?
HANAN Perché Pascal voleva che prima ci incontrassimo tutti insieme.
SHLOMO Abbiamo già deciso tutto... (pausa) Vuole tirarsi indietro?
HANAN No, non credo.
SHLOMO E allora? Padre Luca ti ha confermato?
HANAN Per lui non ci sono problemi.
SHLOMO E allora? Perché perdere altro tempo.
HANAN Non lo so. Ti dico solo quello che mi ha detto Pascal. Prima di fissare la data voleva che ci rincontrassimo.
SHLOMO Che tipo è?
HANAN Chi? Il giornalista?
SHLOMO Sì. Stiamo parlando di quello. O no? (pausa) Scusami.
HANAN Mi è sembrato affidabile. Oltre a quelli di Canale 2 ha promesso di contattare anche quelli di Canale 10.
SHLOMO Con i giornali a che punto siamo?
HANAN Abbiamo il Jerusalem Post e Ha’aretz… per i palestinesi Al Quds e l’agenzia Wafa... (pausa) Che hai? Sei arrabbiato con me? Non è colpa mia...
SHLOMO Non ce l’ho con te. Neanche con Pascal. Non ce l’ho con nessuno.
HANAN Ho fretta anch’io sai.
SHLOMO Tutto sembra così...a portata di mano. Facile. Ma intanto è passata un’altra settimana. E siamo ancora al punto di partenza. Quattro pazzi nascosti a complottare un matrimonio...
HANAN Non è vero che siamo al punto di partenza.
SHLOMO Se ci trovano prima va tutto a monte, lo sai?
HANAN Tu ci credi ancora?
SHLOMO Pascal Aretz e Giulia? (pausa) Non lo so. Me lo domando. Io sì che ci credo ancora. E tu?
HANAN Ci crediamo tutti Shlomo.
SHLOMO Ieri ho avuto visite, sai? La storia del buon soldato comincia a circolare. Due ragazzini. Sanno tutto. È incredibile. Ho sentito dei rumori dalla scaletta. Mi sono nascosto. Erano due ragazzini. Uno era tra quelli che ha preso a sassate la mia camionetta. Avrà avuto dieci undici anni .”Buon soldato? Sei qui? Il mio amico non ci crede che sei nascosto qui. Allora abbiamo fatto una scommessa. Ti prego fammela vincere buon soldato. Lo so che dopo il nostro attacco ti sei nascosto qui”. Così ho tirato fuori la testa. E il mio amico ha vinto una monetina da 50 agorot.
HANAN Dovresti scegliere un altro posto...
SHLOMO Silvie, come sta?
HANAN Sta bene e ti aspetta.
SHLOMO Cresce?
HANAN Certo.
SHLOMO Hai pensato a come vestirla per la cerimonia?
HANAN Veramente no, hai ragione.
SHLOMO Dovrà fare la damigella. Glielo hai detto?
HANAN Lo sa e ne parla tutte le sere quando la metto a dormire.
SHLOMO Allora ti chiederà come sarà vestita?
HANAN Le dico con un vestito bellissimo... ma...è buffo...
SHLOMO Cosa?
HANAN Stiamo per sposarci e non solo non so come si vestirà nostra figlia, ma neanche come mi vestirò io.
SHLOMO Il nostro non è un matrimonio qualunque.
HANAN Certe volte vorrei che lo fosse. Almeno un po’. Un matrimonio qualunque, una vita normale.
SHLOMO Anch’io lo vorrei. E lo sarà, amore. Quando tutto sarà finito.

SCENA QUARTA
Studio di Padre Matteo

PADRE MATTEO (voce dal registratore) Dopo quel nostro incontro, Reverendo Padre, mi sono sentito così confuso. Passando davanti alla basilica del Santo Sepolcro decisi di entrare. Mi ritrovai a riflettere appoggiato a una delle colonne della Cappella degli Armeni. È stato lì che mi sono convinto che quando sono in gioco la politica e gli interessi un esito favorevole è possibile. Ma ci vogliono anche molta fede e generosità. Fede, perché occorre riconoscere che la roccia è quella dove Abramo quasi uccise Isacco ed è anche quella dove Hiram di Tiro costruì per Salomone il tempio a somiglianza della Casa di Dio. E che la stessa roccia è stata un luogo di preghiera per Maometto, su quella roccia mille anni dopo, vissero nove templari per scoprire i segreti di quell’edificio perfetto le cui origini si trovavano nel celeste colloquio di Dio con Mosè. E oggi gli ebrei piangono sull’unico muro rimasto del loro Tempio e i musulmani venerano quella roccia sulla quale poggia il muro. Reverendo Padre, le religioni possono portare la discordia se la fede non è abbastanza profonda e non si accompagna al rispetto e alla tolleranza dell’altro. Io prego sempre che la conoscenza dei luoghi santi, la scoperta di nuovi tesori archeologici possa condurre gli uomini a conoscersi meglio e a conoscere sul serio il volto di Dio, che è un volto di compassione, di misericordia e di amore. (Matteo ferma il registratore) Il mattino dopo mi recai secondo le sue istruzioni da monsignor Lahan. Monsignor Lahan sospettava che il furto fosse stato commissionato da un certo Sceicco che abitava poco distante dal Monte Nebo. Pensai che ero fortunato. Dopo la visita allo Sceicco avrei potuto raggiungere gli scavi e controllare come i lavori stessero procedendo senza di me. Stavo rientrando in convento quando un soldato mi invitò a sedere accanto a lui in una macchina parcheggiata all’altezza di Sant’Anna. Uscimmo dalla porta di Santo Stefano. Il soldato guidava veloce e sicuro. Costeggiò le mura della città vecchia, superò la Porta di Jaffa e dalla piazza Zarfat prese Agron Street. Si fermò davanti al numero 28. Sul portone c’era una targa d’ottone con su scritto “Istituto israeliano per le pubblicazioni talmudiche”.

SCENA QUINTA
Ufficio di Saul Bialik


SAUL BIALIK Sono lieto di conoscerla, Padre Matteo. Lei è famoso da queste parti.
PADRE MATTEO Ah, sì? Non lo sapevo.
SAUL BIALIK Mi piacerebbe un giorno, venire a visitare il suo celebre Museo. (pausa) Mi perdoni, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Saul Bialik.
PADRE MATTEO L’ascolto.
SAUL BIALIK E mi scusi se l’ho in un certo senso costretta a venire qui. Dirigo l’Istituto israeliano per le pubblicazioni talmudiche. Qui ci sono libri di alto valore scientifico che le potrebbero interessare.
PADRE MATTEO Che cosa vuole da me?
SAUL BIALIK Sa Padre, io l’ammiro. Lei ha scoperto alcuni tra i mosaici più importanti del Medio Oriente; il Memoriale di Mosé al Monte Nebo è un tesoro di archeologia e gli scavi di Umm-er-Rasas sono di alto valore storico e scientifico. (pausa) Che c’è Padre?
PADRE MATTEO Ha parlato di Umm-er-Rasas. Stavo pensando che lì, più di mille anni fa convivevano pacificamente genti e religioni che oggi si fanno la guerra. Incredibile, vero?
SAUL BIALIK Già. (pausa) Voglio essere diretto con lei Padre. O la nostra conversazione rischia di prendere una direzione sbagliata. Ho conosciuto altri francescani prima di lei. Dobbiamo essere franchi...
PADRE MATTEO È quello che penso anche io, signor Bialik.
SAUL BIALIK Noi possiamo collaborare.
PADRE MATTEO A cosa?
SAUL BIALIK Lei conosce Tsomet?
PADRE MATTEO No.
SAUL BIALIK È una sezione del Mossad. Si occupa dei Paesi Arabi. (pausa) Ne faccio parte... le assicuro che l’Istituto non è una copertura, lo dirigo sul serio. È questa una delle magie di Gerusalemme, no? Tsomet, assieme al Talmud sono due momenti necessari, speculari e indivisibili della nostra memoria. Il luogo dove questa memoria assieme alla nostra fede si collocano è appunto Gerusalemme e precisamente la città vecchia. A questo punto, Padre, lei si domanderà per quale ragione l’ho fatta condurre qui.
PADRE MATTEO Infatti.
SAUL BIALIK (dopo una pausa) È molto che vive qui?
PADRE MATTEO Diversi anni.
SAUL BIALIK Allora forse potrà comprendermi. Quando arrivai a Gerusalemme, molti anni fa, questo era il paese dell’utopia e del sogno. Avevamo una patria, trasformavamo la sabbia in frutta, nei deserti scoprivamo l’acqua, il nostro esercito era giovane e pensava di essere invincibile, combatteva con il cuore. Poi è accaduto qualcosa. E oggi in quell’esercito ci sono molti giovani che si suicidano o disertano. È vero accade dappertutto, ma da noi è la prima volta. Ed è la prima volta che abbiamo il problema dell’acqua: le riserve di Kinneret - che voi chiamate mare di Galilea - sono fortemente diminuite. I palestinesi sostengono che violiamo gli accordi di Oslo e volutamente li assetiamo. (pausa) Mi sta seguendo?
PADRE MATTEO Sì.
SAUL BIALIK Da parte nostra non possiamo non prendere atto della situazione a dir poco complessa nella quale ci veniamo a trovare. Troppe contraddizioni... ma forse non è la parola giusta. (pausa) Oltre un quarto degli abitanti ebrei di Gerusalemme ritiene blasfemo e quindi non riconosce lo stato di Israele. Gli haredim antinazionalisti sono ultraortodossi che aspettano il Messia e sognano il passato...
PADRE MATTEO Gerusalemme è così. È l’unica città del mondo sacra a più religioni e addirittura a gruppi in contrasto tra loro all’interno della stessa fede. È difficile dal punto di vista pratico garantire piena protezione ai diritti di tutti.
SAUL BIALIK Infatti. (pausa) Vedo che cominciamo a capirci. (pausa) La situazione poi si deteriora quando i sentimenti religiosi si confondono con le rivendicazioni politiche. Il risultato inevitabile è la nascita degli estremismi. (pausa) L’unica soluzione, Padre, sarebbe che questa terra venisse sottratta a Dio per essere restituita agli uomini. Ci è stato proibito l’accesso al monte del Tempio dove i musulmani hanno edificato le loro moschee. Ma quello che è stato distrutto, il Messia ricostruirà.
PADRE MATTEO Non è una forma di estremismo anche questa?
SAUL BIALIK Le interessano gli assassini? (apre una cartella)
PADRE MATTEO Non capisco.
SAUL BIALIK Quelli veri, in carne e ossa. Bene... In queste carte c’è la storia di un assassino. Omicida, spia, mercante di droga, senza contare almeno dieci attentati. Se la realtà è all’origine di ogni storia, spesso si disperde in variazioni poco coerenti... Spesso sospende l’azione all’improvviso lasciando a mezz’aria la trama e la sua legittima conclusione. La stessa realtà è anche capace di allontanarsi da un percorso interessante per fissarsi su un particolare che toglie spessore agli effetti drammatici...
PADRE MATTEO Si riferisce a quello che sta scritto su quelle carte?
SAUL BIALIK Esattamente. Queste carte sono... la realtà... di un assassino.
PADRE MATTEO L’assassino di una storia come potrebbe essere un romanzo poliziesco è spesso più reale, più umano di un assassino vero.
SAUL BIALIK A lei piacciono i gialli, vero?
PADRE MATTEO Ne ho letto qualcuno.
SAUL BIALIK Il signor Chefren, ecco la sua foto, non ha mai partecipato all’esecuzione materiale dei crimini. Professionisti come lui si guardano bene dal rischiare la vita.
PADRE MATTEO Non opprimete lo straniero, perché eravate stranieri in terra d’Egitto.
SAUL BIALIK Come dice?
PADRE MATTEO Ho detto: “Non opprimete lo straniero, perché eravate stranieri in terra d’Egitto.”
SAUL BIALIK Sa cosa gridò a Dio prima di morire l’ultimo combattente del ghetto di Varsavia? Sempre rispetterò la tua legge, ma non bacerò la verga di chi mi percuote.
PADRE MATTEO Non c’è posto per Giobbe nella sua Israele, vero?
SAUL BIALIK Con gli arabi è impossibile fare la pace. E badi bene, da qualche interlocutore palestinese sento quest’argomentazione rovesciata: “con gli ebrei è impossibile fare la pace”. Ogni giorno rischiamo la vita e a volte in città ci sono più poliziotti che passanti. Ma siamo abituati anche a questo. Padre Matteo, noi abbiamo un’unica sicurezza. Siamo convinti che, al di là dei palestinesi e di qualche estremista, nessuno degli stati arabi confinanti abbia interesse a provocare una guerra. Il problema sono quelli come questo signor Chefren. Mi capisce? Era molto furbo, i servizi segreti di mezza Europa conoscevano la sua esistenza.
PADRE MATTEO Mi permetta...
SAUL BIALIK Dica...
PADRE MATTEO Ne parla come se fosse ...
SAUL BIALIK Morto. Infatti. Lo è. Hanno trovato il suo cadavere. Aveva la gola tagliata e galleggiava da quel rifiuto che era. Se non altro ha fatto una fine violenta.
Il che somiglia già a una forma di giustizia. No?
PADRE MATTEO Che cosa vuole da me?
SAUL BIALIK C’è qualcosa che in qualche modo la riguarda e ha qualche rapporto con il terrorismo.
PADRE MATTEO Vuol dire con il signor Chefren?
SAUL BIALIK In un certo senso.
PADRE MATTEO Pensa che un francescano, docente di Storia e Geografia biblica, abbia contatti con i terroristi?
SAUL BIALIK Si ricorda di Giulia Lazzari?
PADRE MATTEO (pausa) Giulia Lazzari? Sì.... La conobbi qualche anno fa in Italia... su un treno... per Milano. Stavo andando a preparare una mostra sulla storia della Custodia di Terra Santa.
SAUL BIALIK Vedo che ha buona memoria.
PADRE MATTEO Senza la memoria non siamo nulla.
SAUL BIALIK Continui...
PADRE MATTEO Era una cantante... mi parlò del suo lavoro... una donna affascinante... Non ci siamo più rivisti...
SAUL BIALIK È strano perché... quando l’abbiamo bloccata al controllo passaporti ha detto di conoscerla.
PADRE MATTEO Sì, ci conosciamo infatti, ma...
SAUL BIALIK Mi lasci proseguire. Giulia Lazzari è amica di Pascal Aretz.
PADRE MATTEO Si aspetta che dica qualcosa?
SAUL BIALIK No. Le sto solo esponendo i fatti.
PADRE MATTEO Io non conosco questo signor...
SAUL BIALIK Aretz. Siamo sulle sue tracce da alcuni mesi. Dopo aver studiato a Parigi e aver insegnato in alcune università francesi è tornato a Nazareth, sua città natale, per poi stabilirsi a Betlemme nel seminario melchita di Beit Sahur. Il suo ritorno ci aveva già insospettito e dal momento che è scomparso ci siamo convinti, anche senza averne le prove, che fosse un terrorista.
PADRE MATTEO Ma cosa c’entra con Giulia Lazzari?
SAUL BIALIK Glielo ho detto. Sono amici. Anzi pare che negli ultimi tempi la Lazzari e Pascal Aretz abbiano vissuto insieme.
PADRE MATTEO È questo il motivo per cui la state trattenendo?
SAUL BIALIK Non solo. Ma è anche questo il motivo per cui lei è stato convocato Padre, visto che la stessa Lazzari ha fatto il suo nome.
PADRE MATTEO Le ripeto che l’ho conosciuta in treno... quando seppe che vivevo a Gerusalemme volle che le lasciassi il mio indirizzo. Tutto qui.
SAUL BIALIK Padre, noi dobbiamo parlare con Pascal Aretz. Dopo la morte di Chefren potrebbe essere lui il nuovo capo di quella banda di assassini.
PADRE MATTEO È molto difficile in questa vostra guerra distinguere un terrorista da un idealista.
SAUL BIALIK In questa guerra terroristi e idealisti spesso si identificano e noi non possiamo permetterci né confusioni né debolezze.
PADRE MATTEO Capisco ma... cosa c’entro io in tutto questo?
SAUL BIALIK Giulia Lazzari ha chiesto di vederla.
PADRE MATTEO (pausa) Portatemi da lei allora...se si tratta di...
SAUL BIALIK Lei deve convincere Giulia Lazzari a fare in modo che Pascal Aretz venga da questa parte del Giordano.
PADRE MATTEO È assurdo...chi sono io per convincerla a...
SAUL BIALIK È l’unica possibilità per la sua amica di salvarsi dall’accusa di spionaggio.
PADRE MATTEO Come fa a pensare che io possa convincere Giulia a tradire il suo uomo?
SAUL BIALIK Nel nostro lavoro dobbiamo tentare sempre e qualche risultato lo otteniamo, grazie anche all’aiuto di amici disinteressati come lei. La convinca Padre Matteo. In fondo dobbiamo solo parlarci.
PADRE MATTEO (pausa) Che garanzie mi dà per lei?
SAUL BIALIK Mi avevano detto che era un abile negoziatore.
PADRE MATTEO È una sciocchezza. Chi glielo ha detto?
SAUL BIALIK Una persona che la conosce bene.
PADRE MATTEO E le garanzie?
SAUL BIALIK Le do la mia parola che Giulia Lazzari potrà andarsene sana e salva. Si sente più tranquillo adesso? Collaborerà con noi?

SCENA SESTA
Studio di Padre Matteo


PADRE MATTEO Incontrai Giulia Lazzari. Quando vidi la cella in cui la tenevano prigioniera capii il ricatto di cui ero rimasto vittima. La donna mi disse di aspettare un bambino. Ripensai alle parole di Bialik e mi convinsi che, se non avessi accettato, la donna e il bambino sarebbero stati in pericolo. Giulia Lazzari accettò lo scambio. Dovetti rassicurarla che avrei garantito anche per l’incolumità di Pascal. Il figlio che la donna aspettava era suo. Prima dell’incontro Giulia, secondo i patti, sarebbe stata rilasciata e condotta all’aeroporto dove sarebbe partita per una città europea. Mi recai ad Amman dove non fu difficile incontrare Pascal Aretz. Sembrava quasi sapesse che avevo incontrato Giulia e che quelli del Tsomet volevano parlare con lui. Trascorsi con lui una bella serata durante la quale mi disse che era melchita. “Per vocazione d’Oriente e per amore”. Mi disse che non era giusto vivere in una società dove non c’è giustizia, dove ci sono profughi e prigionieri, gente dimenticata da tutti che attende un domani migliore. Il suo ruolo era quello di testimone della fiducia di Dio verso tutti gli uomini. Gli chiesi che cosa significassero per lui quelle parole. Mi parlò allora della strada sbagliata che molti dei suoi compagni avevano imboccato. E di un sogno che lui e Giulia stavano condividendo con un soldato israeliano e la sua compagna. Le cose che mi disse mi convinsero. Non mi trovavo di fronte a un pericoloso terrorista. Credevo di fare del bene. Speravo di salvare lui, Giulia e suo figlio. Mi sembravano così ricchi di innocenza. Tornammo insieme a Gerusalemme. L’incontro con Bialik sarebbe avvenuto in un posto di polizia a poca distanza dal ponte di Allenby. I poliziotti guardarono distratti i nostri passaporti. “Lei ha letto Peter Pan?” mi chiese Pascal. “Che cosa?” feci appena in tempo a capire. Lui continuò “Peter Pan dice che morire sarà un’avventura fantastica!” Stavamo camminando sul ponte... e... Vedi brillare qualcosa nelle mani di un uomo. Mentre ancora dentro ti risuonano quelle strane parole. “Che cosa c’entra Peter Pan?” “Morire che cosa sarà...?” Il tempo si mette a correre così veloce che riesci a capire quello che accade solo nel preciso momento in cui senti una raffica di mitra e vedi il corpo di un uomo cadere a terra. Ora capisco quello che sta succedendo! Stanno ammazzando un uomo! Ora capisco! Già! Vidi brillare qualcosa nelle mani di Pascal. Poi i colpi. Il suo corpo a terra. E una cosa piccola per terra tra la polvere. Una piccola cornice d’argento con la foto di Giulia. La presi e l’agitai sulla faccia di Bialik. C’era un soldato, grasso, poco più in là. Pascal era a terra, morto. Quello mangiava un piatto di spaghetti al sugo. In un grande piatto. Il soldato mi ha guardato. Mentre lentamente gli prendevo il piatto di spaghetti e glielo rovesciavo addosso. Poi Reverendo Padre... l’ho colpito con uno schiaffo.

SCENA SETTIMA
Casa dello Sceicco


LO SCEICCO La sua visita Padre mi era stata annunciata alcuni giorni fa.
PADRE MATTEO Mi perdoni. Ma sono dovuto andare ad Amman.
LO SCEICCO Sta ancora combattendo per il Parco Archeologico del Monte Nebo?
PADRE MATTEO (si stringono la mano) È bene informato.
LO SCEICCO Sembrano d’acciaio.
PADRE MATTEO Anche le sue.
LO SCEICCO Anch’io mi interesso di archeologia, in un certo senso. Avrei desiderato un po’ di sole per la sua visita. Nelle giornate serene la vista qui è piuttosto bella.
PADRE MATTEO Deve venire al Nebo allora.
LO SCEICCO Faremo una gara per il panorama migliore. Le piacciono i cammelli?
PADRE MATTEO (sorpreso) Beh, sì.
LO SCEICCO Io ne ho incontrati tanti nei miei viaggi. E Algeri, la conosce? Quella città è stata a lungo il luogo dei miei sogni, poi ci andai e dopo averla visitata decisi che non ci sarei più tornato. E il tango le piace?
PADRE MATTEO Sì.
LO SCEICCO Ho accompagnato quel grande artista che era Atahualpa al suo ultimo concerto a Nîmes, gli sono molto riconoscente perché fu lui a farmi conoscere Carlos Gardel. Perché ride?
PADRE MATTEO Perché Carlos Gardel el Rey è uno dei miei cantanti preferiti.
LO SCEICCO Questa è una cosa che ci unisce. Carlos è un mito di quella mia terra che mi hanno costretto a lasciare. Amo il mio disgraziato paese e i veri peronisti come me sono stati cacciati. Tutti hanno tradito. Io mi sento latino-americano e poi argentino e dico che oggi per purificare il mio paese ci vorrebbe l’onore degli indios, la loro serietà, la loro lealtà. Li ho sempre ammirati i nostri indios e ho odiato chi li ha voluti sterminare.
PADRE MATTEO Sa che vicino a questa casa c’è il luogo dove battezzava Giovanni il Battista?
LO SCEICCO L’ho sentito dire.
PADRE MATTEO Le fonti bizantine ci raccontano che c’era un prete che voleva andare al Sinai, il luogo dove Dio aveva consegnato la Legge a Mosè, passando per l’Arabia, cioè questo nostro territorio. Una volta attraversato il Giordano, dopo una forte febbre, si ferma in una grotta. E qui ha un sogno. Un angelo gli appare e gli dice: “Rimani qui, non continuare”. La seconda notte la stessa cosa. La terza notte l’angelo gli dice: “Io sono Giovanni il Battista, tu stai andando al Sinai, ma questa è la grotta dove vivevo e dove Gesù veniva a incontrarmi, e dove l’ho battezzato”. E lì fu costruito il monastero.
LO SCEICCO Sto scrivendo un libro.
PADRE MATTEO Le sue memorie?
LO SCEICCO No, Padre Matteo, una vita di San Francesco.
PADRE MATTEO Deve essere una fatica non indifferente. Immagino che abbia parlato con alcuni nostri frati. Oppure ha condotto le sue ricerche da solo?
LO SCEICCO Ho la certezza che morirò prima di averlo terminato. E questo vino le piace?
PADRE MATTEO Buono. Al Nebo abbiamo un vino pessimo.
LO SCEICCO Il vantaggio di San Francesco è che hanno scritto tanto su di lui e non devo fare tante ricerche. Quando mi annoio mi metto a scrivere, quando poi sono riuscito a convincere me stesso dell’utilità di quello che faccio, mi fermo e vivo praticamente in ozio… a parte qualche lettura di riviste scientifiche. Alla salute.
PADRE MATTEO Lei sa perché sono qui...?
LO SCEICCO Cosa glielo fa supporre? Come reagirebbe se le facessi una domanda impertinente? Se la pregassi, per esempio, di dirmi con sincerità se l’interesse per l’umana debolezza è una delle ragioni della sua presenza in casa mia?
PADRE MATTEO Sono una persona molto riservata...
LO SCEICCO Senza offesa quanto valgono le sue assicurazioni?
PADRE MATTEO Posso darle la mia parola che considererei assolutamente confidenziale qualsiasi informazione da parte sua.
LO SCEICCO Le informazioni in sé non hanno importanza. È della mia posizione che mi preoccupo. (pausa) Lei pensa mai al futuro?
PADRE MATTEO Sì.
LO SCEICCO Io no, arriva troppo presto. Come studioso dell’umano comportamento, Padre Matteo, lei avrà notato che in genere dietro le azioni di una persona, c’è uno stimolo che tende a dominare tutti gli altri. Per alcuni è la vanità. Per altri la soddisfazione dei sensi, per altri ancora il desiderio di denaro e così via. Il caso vuole che io sia tra quelli che hanno altamente sviluppato l’amore per il denaro.
PADRE MATTEO Monsignor Lahan, il vescovo melchita di Gerusalemme, mi ha detto che lei poteva sapere qualcosa del furto nella sua chiesa di due preziosi candelabri antichi.
LO SCEICCO Forse il mio vino non l’è piaciuto così tanto?
PADRE MATTEO Devo essere più preciso. Pare che lei sia entrato in possesso dei due candelabri.
LO SCEICCO Capisco. Quello che non capisco è perché sia data tanta importanza a due candelabri che sul mercato non sembrano valere un granché.
PADRE MATTEO Se quei due candelabri non hanno valore, perché sono nelle sue mani allora?
LO SCEICCO Davvero crede che io sia un ladro?
PADRE MATTEO Io non credo nulla. Mi dica se ne sa qualcosa.
LO SCEICCO È sua quell’auto bianca parcheggiata qui davanti?
PADRE MATTEO Sì.
LO SCEICCO Del resto c’era poco da sbagliarsi.
PADRE MATTEO Non la capisco.
LO SCEICCO Meglio non rischiare, visto che monsignor Lahan e il vostro Custode ci tengono così tanto.
PADRE MATTEO Vuole spiegarsi?
LO SCEICCO Troverà i candelabri nella sua auto, Padre. (pausa) Un altro goccio? Dopo vorrei mostrarle qualcosa che la riempirà di meraviglia.
PADRE MATTEO Lei è un tipo curioso.
LO SCEICCO Sì, ammetto che la cosa possa apparirle strana. Un collezionista come me che rischia di compromettere la sua reputazione per un paio di oggetti che varranno sì e no trecento dollari. Tanto più le apparirà curiosa dopo che le avrò mostrato il mio modestissimo museo.
PADRE MATTEO Padre Luca è stato l’unico che ha avuto il privilegio di visitarlo.
LO SCEICCO Già. Padre Luca. Lei è un suo discepolo, vero?
PADRE MATTEO È grazie a lui che sono diventato archeologo.
LO SCEICCO Si devono a lui molte delle sensazionali scoperte degli ultimi decenni. L’ultima volta che lo vidi fu quando lo andai a trovare a Cafarnao. Mi trovavo di passaggio. La sua salute sembra migliorata. Almeno così mi scrisse alcuni mesi fa. Ci univa e ci unisce la grande passione per il passato. Mi scrisse che si era ripreso bene. E questa per me fu una buona notizia. Dovrei andarlo a trovare un giorno. Ha sempre quel grazioso cagnolino, che ama scodinzolargli attorno? Mi sembra che si chiami Carlino... non è così, Padre?
PADRE MATTEO Dove vuole arrivare?
LO SCEICCO Da nessuna parte. Sono già arrivato. Forse quest’ottimo vino ha spinto le mie parole un po’ barcollanti e sconclusionate nel punto dove anche i suoi interrogativi saranno finalmente dissolti. (pausa, indicando la bottiglia) Ancora? (pausa) Quasi finito. Peccato! (pausa) Carlino è una cane simpaticissimo. Se lo ricorda?
PADRE MATTEO Sì.
LO SCEICCO Sa dirmi qualcosa sul collare di quell’amabile bestiola?

SCENA OTTAVA
Studio di Padre Matteo


PADRE MATTEO Probabilmente non si aspettava una mia risposta. Perché si alzò e mi fece cenno di seguirlo. Dietro una tenda di velluto c’era una rampa di scale.
Scendemmo alcuni gradini e mi trovai in un corridoio con le porte numerate sui due lati. Ogni porta corrispondeva a un’area archeologica. La porta Cafarnao si apriva in una sala. Qui vidi un vero tesoro di monete bizantine. E la riproduzione in marmo dell’Arca dell’Alleanza. Per lo Sceicco si trovava sul fondo del mare di Galilea. Le altre porte si chiamavano Madaba, Macheronte, Spianata del Tempio, Monte degli Ulivi, Nazareth, Betlemme e Santo Sepolcro. Era come se quel museo privato, superando i confini attuali, tracciasse una nuova mappa dei luoghi. Poi vidi la porta del Nebo. Lì vi erano dei mosaici che stavo cercando da tempo. Era il tramonto quando lasciai la villa dello Sceicco diretto al campo sul Monte Nebo. In quel momento mi vennero in mente le sofferenze di nostro Signore, che non sono molto dissimili alle sofferenze di oggi. E ricordai la domanda, la domanda terribile: “Fino a quando?”. Quella notte al Nebo feci una lunga riflessione; Avevo incontrato Saul Bialik, avevo visto morire Pascal Artez, avevo salvato la vita a Giulia Lazzari. Il Custode mi aveva arruolato, lo Sceicco nascondeva molti segreti… Mi trovavo senza volerlo al centro di un trama che non controllavo e nella quale, oltre a Bialik, allo Sceicco e al Custode aveva un suo posto anche il collare di Carlino. Ma che senso aveva? Poteva valere qualche cosa il collare di un cane? Decisi di andare da Padre Vidigal che era il più grande amico di Padre Luca.

SCENA NONA
Convento della Flagellazione


VIDIGAL A essere sincero non me li ricordo. Non è uno scherzo. E ti assicuro che non ho il vizio di togliermi gli anni.
PADRE MATTEO Ma sappiamo che oggi è il giorno del tuo compleanno.
VIDIGAL Così dicono. L’hanno deciso i confratelli. Dovevo anch’io avere un compleanno. E se così hanno deciso loro, vada per oggi.
PADRE MATTEO È buffo.
VIDIGAL Buffo? Dimenticare la propria età. Il giorno del proprio compleanno. È drammatico. Immagina cosa penserebbe il nostro Reverendo superiore se venisse a sapere in quali mani e in quale testa è l’archivio della Custodia di Terra Santa.
PADRE MATTEO È appunto del nostro Custode che vorrei parlarti. (pausa) Forse puoi aiutarmi a capire alcuni fatti che mi sono accaduti di recente. So di poter parlare sinceramente con te.
VIDIGAL È quello che hai sempre fatto.
PADRE MATTEO Accadono cose molto strane... e per quanto mi sforzi ci sono degli aspetti che mi sfuggono...
VIDIGAL La nostra missione dispone di noi anche se non la conosciamo ancora.
PADRE MATTEO È quello che mi ha detto il nostro Custode.
VIDIGAL Io invece preferisco ricordarti che la buona terra è di chi la feconda.
PADRE MATTEO Caro fratello... sono concetti... meravigliosi... che spesso ci illuminano il cammino... ma...
VIDIGAL Ma che in questo momento non ti servono.
PADRE MATTEO È come se il nostro Custode mi avesse convocato per una questione della massima urgenza e d’un tratto si fosse messo a parlare in... ostrogoto...
(pausa)
VIDIGAL Fa un po’ sorridere, detto da uno che conosce le lingue antiche come te...
PADRE MATTEO Ma è così. So di infrangere le regole venendotene a parlare. Ma ho bisogno di aiuto.
VIDIGAL Dimmi.
PADRE MATTEO Ho solo capito che devo agire. Non posso permettermi di restare fermo. Muoversi significa tirare i dadi. Quello che troverai nella casella ti porta avanti o indietro ma non puoi saperlo finché il caso, i dadi appunto, avranno dato il loro verdetto.
VIDIGAL Il gioco dell’oca.
PADRE MATTEO Esatto.
VIDIGAL Ora si tratta di capire se la casella dove appare la faccia canuta del tuo confratello e amico Vidigal è una di quelle buone o no. Giusto?
PADRE MATTEO Se posso andare avanti o devo tornare indietro.
VIDIGAL (pausa) Conosci il libro di Domingo Badia “Viaggio in Siria e in Palestina”?
PADRE MATTEO La storia della spia spagnola che viaggia da Tangeri a Costantinopoli... l’ho letto alcuni anni fa...
VIDIGAL Mi è capitato di rileggerlo. Un nostro confratello ne ha fatto una nuova traduzione. Io credo che tu potresti scrivere un secondo episodio al racconto di Domingo Badia. Anzi più che un episodio un seguito, ideale. Ricordi il personaggio del protagonista, la spia, appunto? Nel suo pellegrinare si convince che culture diverse possano trovare comuni armonie. Tu potresti raccontare le tue avventure in Terra Santa. Anche le più segrete. Hai visto e ascoltato cose che molti ignorano. Certo dovresti evitare di parlarne con il nostro Custode. Lui ha sempre il timore che vengano riferite vicende che è meglio, secondo lui, restino ignote. E posso suggerirti alcune storie suggestive. La storia dell’Arca della Santa Alleanza, per esempio. Secondo un manoscritto che ho in archivio, di Moshe Vinman, un rabbino
vissuto nei primi del 1600, l’Arca, dopo che i soldati di Nabucodonosor nel 596 distrussero il Tempio di Salomone, sarebbe rimasta in quella zona. E suggerisce di scavare sullo Al-Haram, tra la moschea di Al-Aqsa e quella di Qubbet as Sakhra. Ci provò un tale Oliver Carter, niente a che vedere con il Carter di Tutankhamon, ma quando i palestinesi vennero a conoscenza di quello che cercava Carter rischiò il linciaggio e lo scavo fu chiuso. Ma ci sono altre teorie. Alcuni pensano che potrebbe essere custodita in una comunità segreta di falascià, altri addirittura nei sotterranei del Vaticano. Alcune ipotesi sono fantasiose e bizzarre. Fra queste, quelle che vogliono che oggetti comuni, vili, racchiudano al loro interno segreti di inestimabile valore.
PADRE MATTEO Oggetti come il collare di Carlino. Il cane di Padre Luca. Giusto?
VIDIGAL Direi che il collare di un cane rientra senz’altro in questa categoria.

SCENA DECIMA
Uno scantinato buio


SHLOMO Sei sicura?
HANAN Nessuno mi ha seguito. Tranquillo. È sparita anche la camionetta all’angolo della strada. Tu come stai?
SHLOMO Avevamo appuntamento domani.
HANAN Lo so ma devo dirtelo. Le cose non vanno.
SHLOMO Che c’è?
HANAN Non riesco a trovarli.
SHLOMO Come sarebbe?
HANAN Giulia avrebbe dovuto contattarmi appena arrivata. Non l’ho sentita. Mi sono informata all’aeroporto. Era su quell’aereo. Da quando è sbarcata a Gerusalemme nessuno l’ha vista. Per quanto riguarda Pascal, il professor Najaf ad Amman mi ha confermato che Pascal è partito per Gerusalemme, in compagnia di un frate francescano.
SHLOMO Un frate?
HANAN Sì, uno della Custodia di Terra Santa.
SHLOMO Ha qualcosa a che fare con Padre Luca?
HANAN Non credo. L’ultima volta che l’ho sentito ci siamo messi d’accordo...
SHLOMO Magari, attraverso un suo confratello, ha voluto mettersi in contatto con Pascal....
HANAN Non c’entra ti dico. Padre Luca è morto.
SHLOMO Che cosa?
HANAN Ho chiamato stamattina. Mi hanno detto che è morto.
SHLOMO È assurdo. (pausa) Come morto?
HANAN La notte scorsa.
SHLOMO Stiamo organizzando un matrimonio. Una cerimonia pubblica che, unendo due coppie di diversa religione, sia un segno forte, un contributo al processo di pace... e... è assurdo, ti rendi conto? Due sposi si dileguano, il frate che li dovrà sposare muore... e io... che... (pausa) Non è possibile!
HANAN Non gridare...
SHLOMO “Non gridare”. Che mi sentano. Che vengano pure ad arrestarmi. Venite! Il buon soldato è qui! Potete venire a prenderlo. Tutto quello che è riuscito a fare è stato buttare il suo fucile in un angolo, nascondersi in uno scantinato mentre un’altra pazza come lui cercava di organizzare un ridicolo matrimonio misto!
HANAN Per te quindi non vale più niente?
SHLOMO Voglio capire il senso di tutto quello che ho fatto io, che hai fatto tu. Dove sono Pascal e Giulia? Hanno avuto paura? Sono stati arrestati? Sono fuggiti? Che cosa dobbiamo pensare?
HANAN Forse hai ragione tu. È probabile che Padre Luca abbia parlato del nostro matrimonio a un suo confratello...
SHLOMO Non torna lo stesso. Casomai, se si fosse sentito prossimo a morire... ma lo senti da sola che è ridicolo... ti avrebbe detto che il suo posto poteva essere preso da un altro. E poi perché quest’altro frate sarebbe dovuto andare a prenderlo ad Amman?
HANAN Ci sarà il suo funerale domani. Vorrei andare. Non solo per l’affetto che mi legava a lui ma perché forse potrò capire qualcosa.
SHLOMO È una stupidaggine. Tutto quello che abbiamo pensato, costruito, organizzato...
HANAN Parli come se dessi per scontato che Pascal e Giulia ci abbiano mollato...
SHLOMO Perché tu questo come lo chiami?
HANAN Forse mio padre era sulle sue tracce...
SHLOMO Pascal non è un terrorista.
HANAN A ogni modo non sappiamo. Conosco bene Giulia, non mi sembra il tipo che si tira indietro.
SHLOMO So soltanto che voglio uscire di qui. Mi consegnerò al primo posto di blocco. Potrei tentare di presentarmi in caserma, ma rischio di essere arrestato prima.
HANAN Vuoi che la storia del buon soldato finisca in questo modo?
SHLOMO Non posso vivere nascosto qui dentro per l’eternità. La gente dimentica in fretta.
HANAN Ci sono stati altri che si sono rifiutati di obbedire. Non sei stato il solo.
SHLOMO Come fai a saperlo?
HANAN Era scritto sul giornale. Qualcosa sta cambiando anche all’interno dell’esercito. Non è più come prima. Ed è anche merito tuo. Anche se non riuscissimo nella nostra impresa mi sembra già importante quello che sei riuscito a fare tu.
SHLOMO Quanto possiamo resistere?
HANAN Lasciami andare al funerale di Padre Luca. Poi decideremo.

SCENA UNDICESIMA
Giardino del Convento di Cafarnao


UN FRATE Il cinghiale si mette a macerare nel vino la notte prima almeno. Per togliergli l’odore di selvatico. Una cipolla, una foglia d’alloro, qualche bacca di ginepro. È ovvio che non c’è bisogno di usare del Brunello di Montalcino o del Barolo...
VIDIGAL E quindi mi dicevi carote, naturalmente...
UN FRATE Una, non c’è bisogno di esagerare... questa è la marinatura diciamo... poi rimetteremo la carota come la cipolla, rosmarino, salvia... il battuto... ma quello in fase di cottura...
VIDIGAL È come si faceva a casa mia...
UN FRATE Anche a te piace mangiare.
VIDIGAL Mi nutro. Ogni tanto mi ritornano in mente i pranzi che preparava mia madre per le feste comandate, perché eravamo contadini...
UN FRATE A Padre Luca quanto piaceva. Si divertiva. La sera veniva da me e mi diceva: “Ci hanno portato un pezzetto d’agnello...” e ci mettevamo insieme a studiare il modo... anche lì... “A casa mia, lui era di Terni, si faceva così...” diceva “E invece noi in un altro modo...” gli facevo io... e insomma... tanti momenti piacevoli...
VIDIGAL I parenti hanno appena fatto in tempo a venire...
UN FRATE È stato così improvviso. Sono andato io stamattina a Gerusalemme a prenderli all’aeroporto...
VIDIGAL Ecco Padre Matteo...
PADRE MATTEO Allora Padre Michele...
UN FRATE Siamo qui...
VIDIGAL Per distrarci abbiamo anche parlato di cucina... ricordando Padre Luca... vero Michele?
UN FRATE Era un uomo intelligente.
VIDIGAL Sapete cosa mi disse, all’epoca dei suoi studi che hanno condotto poi al ritrovamento della casa di Pietro; per spiegarmi il senso del suo lavoro: “Leggi il Vangelo di Giovanni – mi disse – e non troverai una parola sulla casa di Pietro. Prendi invece il Vangelo di Marco. Insiste continuamente su questo. E sai perché? Marco ha scritto il suo Vangelo a Roma sotto l’influsso di Pietro. Pietro voleva forse glorificare se stesso? Affatto. Quella casa aveva un’importanza fondamentale per la comunità cristiana – mi disse Padre Luca – non tanto perché fosse la sua casa ma perché era la casa dove aveva dormito Gesù.” Questo luogo è rimasto casa fino al quinto secolo, quando ci hanno costruito sopra una chiesa. C’è una continuità di vita qui che non troviamo né a Nazareth né a Gerusalemme. E questa cosa lo meravigliava sempre. Mi spiegava come fosse l’unica casa di Cafarnao a essere divenuta luogo di raduno della comunità giudaico-cristiana. La stessa casa che la pellegrina Eteria aveva visto e di cui aveva lasciato scritto qualcosa, una casa trasformata in chiesa. Quella casa, le avevano raccontato i fedeli del luogo, era la casa di Pietro che si trova qui, sotto di noi.
UN FRATE Prego signora venga pure a sedersi...
VIDIGAL Buongiorno... stavamo ricordando tra noi Padre Luca...
PADRE MATTEO Si accomodi...
HANAN Grazie...
VIDIGAL È una parente...
HANAN No... sono stata sua allieva a Perugia. Per me è stato un amico e un grande maestro.
UN FRATE Infatti l’avevo rivista qui al convento anche di recente... l’antenna parabolica!
HANAN Sono stata io a regalargliela.
UN FRATE Mi perdoni, se non l’ho riconosciuta subito... la bambina come sta? La signora ha una bambina che è una meraviglia... Silvie? Giusto?
HANAN Sta bene.
VIDIGAL Io dovrei rientrare... tu Padre Matteo ti trattieni?
PADRE MATTEO Ancora un po’...
UN FRATE Padre Vidigal, ti accompagno io... prendo il furgone...
VIDIGAL Ti ringrazio, così evito di farmi venire a prendere da Padre Sergio... ho già approfittato di lui questa mattina...
UN FRATE Andiamo allora... aspettami davanti al portone... io passo dal piazzale e ci troviamo lì...
VIDIGAL Arrivederci signora, mi dispiace non potermi trattenere...
HANAN Prego... arrivederci...
PADRE MATTEO Arrivederci Vidigal...
UN FRATE Buongiorno Padre Matteo... Vidigal... io vado... arrivo subito. (esce e dopo un altro scambio di saluti esce anche Vidigal. Matteo e Hanan restano soli)
HANAN Padre Luca aveva un sogno. Scavare nello Yemen alla ricerca del tesoro della Regina di Saba, ma avrebbe anche voluto trovare i luoghi di Simbad e l’Arca dell’Alleanza.
PADRE MATTEO Eravate in stretto contatto allora.
HANAN Ha battezzato mia figlia e avrebbe dovuto officiare il mio matrimonio.
PADRE MATTEO Ha un motivo in più per piangerlo, allora.
HANAN Sì. Non sono la sola.
PADRE MATTEO È stata lei ha regalargli il cane, vero?
HANAN Carlino? Sì. Un’idea un po’ stramba.
PADRE MATTEO Me lo aveva raccontato. Sulle prime era rimasto perplesso ma poi si è affezionato.
HANAN Povera bestiola. Sembrava che non si desse pace durante il funerale.
PADRE MATTEO Così agitato che ha perso anche il suo collare.
HANAN Come?
PADRE MATTEO Il collare...
HANAN Ora posso farle io una domanda Padre?
PADRE MATTEO Sì.
HANAN Lei ha detto che Padre Luca le aveva spesso parlato di me? Non è per questo che l’ha mandato ad Amman perché incontrasse Pascal Aretz?
PADRE MATTEO No. Non è stato lui, mi creda. Perché, lei lo...
HANAN In che termini le ha parlato di me Padre Luca?
PADRE MATTEO Come di una cara amica... una studiosa...
HANAN Ascolti, ultimamente le mie visite qui avevano uno scopo preciso. Credo di poterne parlare con lei. Per una serie di circostanze è come se idealmente spetti a lei ora prendere il posto di Padre Luca. Il mio compagno è un cittadino israeliano di religione cattolica, io sono ebrea. Assieme a Pascal Aretz, che è un cristiano melchita palestinese, e Giulia Lazzari abbiamo pensato di unire i nostri matrimoni. Vuole prendere il posto di Padre Luca? (pausa) Cosa c’è Padre? Perché non mi risponde?
PADRE MATTEO Pascal Aretz è morto qualche giorno fa mentre attraversava il ponte di Allenby.
HANAN Non è possibile. Com’è successo? Che cosa ne sa lei?
PADRE MATTEO L’ho visto morire. Era con me. Per questo prima quando l’ha nominato...
HANAN Com’è successo?
PADRE MATTEO C’era un patto. Tra me e gli uomini del Tsomet. Dovevo farli incontrare con Pascal. Camminavamo uno a fianco all’altro. Poi inspiegabilmente Pascal ha estratto di tasca qualcosa. I soldati hanno creduto che fosse un’arma e hanno sparato.
HANAN Lei ha venduto Pascal Aretz al Mossad?
PADRE MATTEO Tenevano prigioniera Giulia Lazzari. Era l’unico modo per ottenerne il rilascio.
HANAN Dov’è lei ora?
PADRE MATTEO È tornata in Europa. L’ho vista io con i miei occhi salire sull’aereo. (pausa) Ho sbagliato, lo ammetto. Mi sono prestato a una situazione che credevo di gestire. L’imprudenza di Pascal e gli uomini del Tsomet hanno fatto il resto. Gliulia Lazzari aspetta un bambino. L’avrebbero lasciata morire in una cella.
HANAN Chi è stato a contattarla?
PADRE MATTEO Glielo ho detto, gli uomini del Tsomet.
HANAN Mi dica il nome della persona che ha architettato tutto questo.
PADRE MATTEO Perché dovrei dirglielo? La vendetta non avrebbe senso.
HANAN Si chiama Saul Bialik, vero?
PADRE MATTEO Lo conosce?
HANAN È mio padre.


SECONDO TEMPO


SCENA DODICESIMA
Studio di Padre Matteo

PADRE MATTEO Non era un cane simpatico. È una stupidaggine che io le dica che il cane di Padre Luca non era un cane simpatico. Ha presente i Pincher? Era un incrocio. Un topo. Ma c’era molto del Pincher. Moltissimo. Ci fu un lungo silenzio tra me e la figlia di Saul Bialik. Fu allora che arrivò Carlino. Quella bestia era una vibrazione continua. Provai a prenderlo. Ringhiò. In fondo aveva ragione lui. Il collare non c’era più. Pensai che valesse la pena dare un’occhiata alla camera di Padre Luca prima che lo facesse qualcun altro. Il cane per una frazione di secondo restò immobile. Mi guardò e corse via. Hanan intanto era rimasta sconvolta da quello che le avevo raccontato. Restammo a lungo senza scambiarci una parola. L’accompagnai alla sua automobile. Provavo ammirazione per quella donna. Il matrimonio misto che avevano provato a organizzare era un meraviglioso atto d’amore verso questa terra e verso la pace. Mi feci promettere che ci saremmo presto rincontrati.

SCENA TREDICESIMA
Studio del Custode


IL CUSTODE Riesco ancora a camminare da solo. Io sono come quei cristiani di Nazareth che continuavano a ripetere a chi non ci credeva che la casa della Madonna era lì dove avevamo costruito la nostra basilica. Gli scienziati dicevano che mancavano le prove e quelli replicavano dicendo che la fede è più forte di qualsiasi prova. Quando gli scienziati finalmente si misero a scavare non trovarono un cimitero, come pensavano, ma delle case. Una era diventata luogo di culto e sui muri di quella sinagoga cristiana lessero una preghiera “Hei maria” scritta da un pellegrino che aveva pregato in quel luogo santo.
PADRE MATTEO Così succede per le sue gambe.
IL CUSTODE Esatto. Per i medici è impossibile che uno nelle mie condizioni possa camminare. Io rispondo che con la fede è possibile camminare anche con due gambe come le mie. Vuole dell’aranciata?
PADRE MATTEO Grazie.
IL CUSTODE Ha sentito della frana davanti alla porta di Erode?
PADRE MATTEO Una frana? Quando è successo?
IL CUSTODE Ieri mattina. Vicino al cimitero ebraico. C’è stata una frana davanti alla Porta di Erode. Tanti morti. Sono andato a benedirli. Cristiani e musulmani. Sa cosa mi ha commosso? La solidarietà. I soldati ebrei scavavano per salvare i palestinesi sepolti dalla frana. Non voglio dire che con le calamità naturali si costruisca la pace, ma indubbiamente le occasioni di solidarietà portano conoscenza e coesione. Molti combattono questa guerra senza sapere neanche com’è cominciata.
Provi a domandare. Le risponderanno che si odiano perché si sono sempre odiati. L’odio esiste nella memoria come abitudine, capisce? La via del dialogo, della fede e della solidarietà che emerge da un episodio come quello della Porta di Erode è determinante, necessario, per abbattere questo senso della guerra, dell’odio. I palestinesi sono musulmani, cattolici, melchiti. Hanno buoni rapporti tra loro e reazioni differenti di fronte all’ingiustizia. Davanti alla fame e al pericolo il musulmano diventa integralista, il cristiano emigra. Nel 1943, dei duecentomila abitanti di Gerusalemme trentamila erano cristiani. Oggi vivono in questa città cinquecentomila persone e i cristiani sono diecimila. Io vorrei che la forza della religione fosse nella verità non nell’estremismo. (pausa) A cosa sta pensando, Padre Matteo?
PADRE MATTEO A niente. L’ascolto.
IL CUSTODE Com’è stata la sua permanenza in quel mare di Galilea, dove Pietro ed Andrea furono chiamati da Nostro Signore a pescare uomini e non più pesci?
PADRE MATTEO Lei ha mai avuto tra le mani la mappa?
IL CUSTODE Chi è stato incaricato di trovarla e decifrarla è lei Padre.
PADRE MATTEO Allora devo dirle che ho fallito.
IL CUSTODE Padre Luca prima di lasciarci mi aveva spiegato che aveva bisogno di lei, per capire. La storia della mappa è recente. Venne ritrovata a Wadi Murabbat,
a 18 chilometri da Qumran. Qualcuno l’aveva nascosta in quella zona durante la seconda rivolta giudaica. L’uomo che la trovò, morì improvvisamente. Il figlio,
convinto che suo padre avesse commesso un sacrilegio e fosse morto per quello, la consegnò al suo confessore, nostro frate, Padre Giacomo, che la diede a sua volta a Padre Luca. Quest’ultimo capì subito la straordinaria importanza del documento. Me ne parlò quando fu sicuro della sua autenticità. E decidemmo di divulgare la scoperta solo quando sarebbe stato opportuno. C’era qualcosa che non convinceva Padre Luca e solo quello che lui considerava il suo migliore allievo avrebbe potuto trovare la chiave dell’enigma colorato.
PADRE MATTEO Cosa sarebbe l’enigma colorato?
IL CUSTODE Immagino il disegno del luogo esatto nel quale è sepolta l’Arca.
PADRE MATTEO Le ripeto. Forse sono arrivato troppo tardi...
IL CUSTODE Probabilmente l’avrà presa qualcuno. Continui a cercare Padre.
PADRE MATTEO Credo di essere la persona sbagliata.
IL CUSTODE La prego...
PADRE MATTEO Lei mi ha parlato di una missione da compiere. Un ruolo di mediazione tra le parti in conflitto. Gerusalemme città della pace. Mi ha detto che avrei avuto in mano qualcosa di nuovo, uno strumento capace di metterci al di sopra delle parti... allora perché Padre Luca non me ne ha mai parlato?
IL CUSTODE Non ha fatto in tempo. Il Signore lo ha voluto al suo fianco.
PADRE MATTEO C’è qualcosa che non torna, Reverendo Padre! Prima la storia del collare. Lo Sceicco... lei stesso. Se sapevate dov’era nascosta perché non l’avete presa e messa al sicuro? Io non voglio dubitare delle sue parole, Reverendo Padre...
IL CUSTODE È quello che sta facendo...
PADRE MATTEO Ma se c’è qualcosa che ancora mi tiene nascosto è meglio che io lo sappia subito... altrimenti...
IL CUSTODE Altrimenti cosa, Padre! (pausa) Vuole tornare ad Assisi? Lo dica francamente. Vivere qui è molto difficile. Lo so. Può benissimo chiedere di rientrare in Italia. Padre Vidigal potrà sostituirla alla guida del Museo Archeologico. Se è questo quello che desidera le assicuro la mia piena disponibilità affinché tutte le pratiche vengano sbrigate nel più breve tempo possibile...
PADRE MATTEO D’accordo.
IL CUSTODE Anzi da questo momento le do il permesso di... (pausa) che cosa ha detto?
PADRE MATTEO Ho detto: “d’accordo”.
IL CUSTODE (pausa) Lei, Padre, ha la capacità di farmi sentire ridicolo.
PADRE MATTEO Non è da lei bleffare in questo modo.
IL CUSTODE Io la rispedisco sul serio in Italia, Padre. (pausa) Con rammarico, dispiacere, ma posso farlo. In fondo sarebbe la prova del fatto che mi sono sbagliato.
Si procede per tentativi come spesso accade per la sua disciplina. (pausa) Tre giorni fa due giovani israeliani nel deserto di Giuda esploravano delle grotte. Alcuni ragazzi palestinesi, altrettanto giovani, li hanno lapidati e poi pugnalati a morte. Stamattina oltre al disastro della Porta di Erode, una granata è esplosa per sbaglio e ha ucciso una bambina palestinese. (pausa) Davanti a quest’orrore, nel quale viviamo, lei crede che io possa concedermi il vezzo di giocare con le parole? Un bluff come al tavolo delle carte? (pausa).
PADRE MATTEO Le chiedo scusa.
IL CUSTODE Ha mai sentito parlare del “buon soldato”?
PADRE MATTEO Ho sentito anche questo.
IL CUSTODE Cosa ha saputo?
PADRE MATTEO Che questo soldato israeliano assalito da ragazzi palestinesi, si sarebbe rifiutato di difendersi. Che una volta gettato il fucile si sarebbe nascosto da qualche parte, probabilmente con la complicità e l’aiuto degli stessi palestinesi che l’hanno assalito. E che assieme alla sua ragazza avrebbe deciso di sposarsi in una cerimonia pubblica che avrebbe visto anche l’unione di altri giovani, di origini e religioni diverse. Un segno di pace purtroppo reso impossibile dalla morte di un giovane palestinese melchita di nome Pascal Aretz. (pausa).
IL CUSTODE Il soldato si chiama Shlomo.
PADRE MATTEO Sì.
IL CUSTODE (pausa) E la sua ragazza è la figlia di Saul Bialik.
PADRE MATTEO Lei è sempre informato di tutto.
IL CUSTODE Capisco anche che questo possa creare in lei motivi di frustrazione.
PADRE MATTEO Ora vuole farmi sorridere e non ne ho voglia.
IL CUSTODE Conosco Shlomo da sempre. È una storia lunga Padre Matteo. Ha a che fare con un paese lontano, dove una dittatura aveva raggiunto un grado così elevato di perversione da arrivare ad adottare, come propri, i figli delle sue stesse vittime.
PADRE MATTEO Non la seguo...
IL CUSTODE Un giorno ho conosciuto un torturatore, Emilio Massera, membro della giunta militare argentina. È stato arrestato poco tempo fa a Buenos Aires per sottrazione di minori nati da detenuti “desaparecidos”, un reato non coperto dall’indulto Menem. Questo signore responsabile del campo di concentramento e sterminio della Escuela Mecanica de la Armada si prodigava affinché bambini nati dalle detenute venissero dati in adozione a famiglie di militari senza figli o a coppie del tutto ignare. Io all’epoca mi trovavo appunto a Buenos Aires. E questo Massera si mise in contatto con me. Nella sua fantasia c’era l’idea di utilizzarmi come canale privilegiato con la Santa Sede perché avvallasse o non fosse ostile al suo progetto. I figli dei “desaparecidos” sarebbero stati cresciuti con regolare adozione da chi aveva sterminato la loro famiglia. I ragazzi naturalmente non avrebbero mai dovuto sapere chi fossero realmente i loro genitori. Gli dissi che mai avrei fatto da mediatore tra lui e il Vaticano per quella che consideravo una proposta oscena.
PADRE MATTEO Poi, che successe?
IL CUSTODE Successe che la mattina dopo uno dei nostri frati venne a chiamarmi dicendo che c’era qualcuno in giardino. Scesi e vidi un giovane in borghese, chiaramente un militare, che mi indicò un fagotto per terra.
PADRE MATTEO Cosa c’era nel fagotto?
IL CUSTODE “Il bambino che voglio affidare alla sua carità è figlio di due ostinati comunisti che non sono più su questa terra e non credo che dimorino nel nostro paradiso. Spalanchi le sue braccia Padre, è un consiglio o forse una preghiera.” Il giovanotto prima di andarsene mi dette un biglietto con sopra scritto questo. Ora ha capito chi è Shlomo?
PADRE MATTEO Sì.
IL CUSTODE Si può essere padri in molti modi ma essere buoni padri è difficile. Le sembra una cosa banale?
PADRE MATTEO No.
IL CUSTODE Qualcuno che lei ha incontrato di recente è in possesso di un video... una cassetta video... dov’è testimoniato l’atto di diserzione di Shlomo. Questo signore... che è a conoscenza della storia del ragazzo... ha provato a ricattarmi.
PADRE MATTEO Sta parlando dello Sceicco?
IL CUSTODE (dopo una pausa) Un pazzo che vuole impossessarsi della mappa per rivenderla poi al miglior offerente, palestinese o israeliano che sia. E che per questo pensa di potermi ricattare. (pausa) Le sembra poco credibile tutta questa storia?

SCENA QUATTORDICESIMA
Studio di Padre Matteo


PADRE MATTEO Mi ha fatto paura.
SAUL BIALIK È curioso sentirsi dire così quando si ha in mano una pistola.
PADRE MATTEO La metta via, allora.
SAUL BIALIK Le dispiace chiudere la porta? Basta che allunghi il braccio destro. Può farlo senza spostarsi di un millimetro.
PADRE MATTEO Mi vuole spiegare...
SAUL BIALIK Speravo di fare in tempo a rimettere un po’ in ordine. Non mi aspettavo che tornasse così presto. Un atto di vandalismo tutti i suoi libri per terra, vero?
PADRE MATTEO Già.
SAUL BIALIK Sono oggetti preziosi i libri, giardini ricchi di magnifici fiori, tappeti magici sui quali volare verso cieli sconosciuti. Mi dispiace. Ma dovevo farlo.
PADRE MATTEO Posso sapere che cosa fa nel mio studio?
SAUL BIALIK Ho pensato che se lei nasconde la pianta del mosaico di Santo Stefano a Umm-er-Rasas dentro le pagine dei suoi libri può averne anche altre dentro le rilegature.
PADRE MATTEO Stia bene a sentire Bialik. Torno al convento, entro nel mio studioe trovo lei che mi agita una pistola sotto il naso.
SAUL BIALIK Perché le interessa il collare di Carlino?
PADRE MATTEO Perché contiene o avrebbe dovuto contenere il segreto di un’importante scoperta archeologica.
SAUL BIALIK L’archeologia è il suo lavoro.
PADRE MATTEO Il suo qual è invece?
SAUL BIALIK Lavoro per la pace.
PADRE MATTEO È questo che l’ha spinto a entrare in casa mia come un ladro?
SAUL BIALIK Provo simpatia per lei. E ho una profonda ammirazione per quello che fa. Mi è sembrato il modo più indolore per lei e anche per me.
PADRE MATTEO Insomma mi sta trattando con i guanti bianchi?
SAUL BIALIK In un certo senso.
PADRE MATTEO Metta via quella pistola allora. Non serve.
SAUL BIALIK Voi francescani, e uso il plurale perché è evidente che lei sta eseguendo degli ordini, siete in possesso di qualcosa che non vi riguarda e che invece per noi è di fondamentale importanza. Per ogni trattativa di pace.
PADRE MATTEO Se l’Arca è sepolta nelle grotte di Qumran significa che questa è la vostra terra da sempre. È questo che vuol dire?
SAUL BIALIK Incominciamo a capirci.
PADRE MATTEO I vostri integralisti diventerebbero ancora più forti. L’Arca a Qumram vi conferirebbe il diritto di possesso sui territori occupati. L’Arca in quel luogo è la testimonianza divina della vostra presenza. Ma se invece saranno i palestinesi a trovarla la distruggeranno per cancellare un vostro diritto.
SAUL BIALIK Sa Padre c’è una cosa che mi dà un enorme fastidio. (pausa)
PADRE MATTEO Cos’è?
SAUL BIALIK La sua arroganza.
PADRE MATTEO È lei che ha la pistola in mano. Non io.
SAUL BIALIK L’arroganza di chi si crede in diritto di erigersi a giudice e di decidere il destino degli altri.
PADRE MATTEO Può smettere di buttare all’aria la mia libreria. Io non ho la mappa. Non esiste nessun collare di Carlino. (pausa) Può stare certo però che se l’avessi non basterebbe uccidermi per averla.
SAUL BIALIK Lei è pazzo.
PADRE MATTEO Lo stesso genere di pazzi al quale appartiene sua figlia Hanan.
SAUL BIALIK (pausa) L’ha incontrata a Cafarnao?
PADRE MATTEO Sì.
SAUL BIALIK Come sta?
PADRE MATTEO Bene. (pausa) Molto addolorata per la morte di Padre Luca.
SAUL BIALIK (pausa) C’era la bambina con lei?
PADRE MATTEO No. Ma me ne ha parlato.
SAUL BIALIK (pausa) E perché mia figlia sarebbe una pazza?
PADRE MATTEO Non faccia finta di non saperlo, non le crederei.
SAUL BIALIK (pausa) Sapesse quanto tempo è che non la vedo. Era due anni fa. Al compleanno di Silvie. Faceva tre anni. Sapevo che sarebbe venuta. Poteva essere l’occasione per incontrarla. Ma ho preferito di no.
PADRE MATTEO Non siete in buoni rapporti.
SAUL BIALIK Il padre di Silvie è un disertore.
PADRE MATTEO Non è ebreo. E le due cose unite insieme le creano, diciamo, non pochi imbarazzi, visto anche la carica che lei ricopre. È vero?
SAUL BIALIK Mi sta trattando come uno stupido.
PADRE MATTEO No, sto solo cercando di capire.
SAUL BIALIK (pausa) Per capire bisogna... sapere i fatti. Shlomo non è un estraneo per me. Qualcuno, una persona che conoscevo bene e che un tempo mi era amico, tanto tempo fa mi chiese di prendermene cura. Il ragazzo gli era stato affidato... era straniero, aveva bisogno di un passaporto, una cittadinanza... di costruirsi una vita. E io ho aiutato questo amico. Perché il suo figlio adottivo potesse costruirsi un futuro in questo paese. (pausa) È l’esatto contrario di quello che le ho detto prima. Per capire bisogna sapere. Ci sono cose, Padre, che non si spiegano. Cose che nascono dentro di noi. Sentimenti. Emozioni. Amore, odio.
Shlomo e Hanan per anni sono rimasti come separati nella mia mente. Una era mia figlia, viveva, cresceva con me. L’altro era come un figlio a distanza che a poco a poco cominciavo a conoscere e ad amare. Qualcuno ha voluto che si incontrassero, per caso e accadesse quello che è accaduto. Mi sono sentito tradito.
Forse è sbagliato. Ma è un sentimento che da allora non mi ha più abbandonato.
PADRE MATTEO È venuto qui per avere notizie di lei, vero?
SAUL BIALIK Si sbaglia. Cercavo la mappa. Sono le cose poi che hanno preso una piega diversa.
PADRE MATTEO Ora non mi chieda dove si rifugia il buon soldato perché non so neanche quello.
SAUL BIALIK Lei prima ha parlato di mia figlia come di una pazza. Sa cosa hanno in testa?
PADRE MATTEO Purtroppo i loro progetti sono andati in fumo con la morte di Pascal Aretz. Un matrimonio, una cerimonia pubblica dove le parti in conflitto si sarebbero simbolicamente unite tra loro. Eccolo il suo terrorista. Ecco il sogno del disertore Shlomo e di sua figlia Hanan.
SAUL BIALIK Padre Matteo, trovi Hanan e cerchi di capire. Credo che dovrò lasciare il mio lavoro. Per Hanan e per la memoria di sua madre sono disposto a qualsiasi rinuncia, ma devo capire se è giusto. Non posso andare contro il mio paese, come non posso andare contro mia figlia. La prego mi aiuti e aiuti Silvie.
Che cosa c’entra quella bimba con le utopie dei suoi genitori?

SCENA QUINDICESIMA
Convento della Flagellazione


VIDIGAL In Terra Santa molte sono le cose incomprensibili, tutto può accadere e nulla cambiare. Questa Gerusalemme nella quale viviamo non mi piace.
PADRE MATTEO Qual è secondo te il futuro di questa città?
VIDIGAL Vedo la Gerusalemme del futuro esattamente com’è ora, una città lacerata. Non ci potrà essere niente in comune se non un accordo per non combattersi, una tregua vulnerabile, basata su un basso livello di aspettative. Matteo, non è possibile una spartizione politica di Gerusalemme. Sono idee che vengono da chi vuole una soluzione netta, precisa. La verità è che Gerusalemme è stata distrutta quaranta volte nel passato. Ci sarà stato un motivo non ti pare? Sai perché è una città di insoddisfatti? Perché è un posto per bigotti e profeti pazzi. Che compromesso puoi trovare intorno a un luogo dove gli ebrei vengono da tutto il mondo a pregare, battendo la testa su un muro che sorregge la spianata sulla quale i musulmani recitano il Corano? Hai una risposta plausibile da darmi?
PADRE MATTEO No
VIDIGAL Matteo, Gerusalemme è un simbolo e i simboli sono per loro natura indivisibili. Rappresentano un’identità, e un’identità scissa conduce alla follia. (pausa) Tu dove vorresti la tua tomba?
PADRE MATTEO Al Santo Sepolcro
VIDIGAL Capisco, io invece in un luogo dove arrivano i suoni di un mondo primordiale.
PADRE MATTEO L’hai trovato questo luogo?
VIDIGAL Non ancora.
PADRE MATTEO Vidigal, devi aiutarmi.
VIDIGAL Lo farò se posso, e con gioia.
PADRE MATTEO Gerusalemme è davvero la città dei misteri.
VIDIGAL No, è una città che si muove sempre nella direzione segnata dai battiti del cuore e il suo cuore ha tre colori: il cristiano, l’ebreo, il musulmano e la sua ragione ha tre facce: la cristiana, l’ebrea e la musulmana. Molto spesso cuore e ragione non coincidono e perciò la storia di Gerusalemme è più ricca di sfortuna che fortuna. (Vidigal esce)
PADRE MATTEO Reverendo Padre, vorrei fare mio un pensiero che traggo dagli scritti di Edith Stein, una giovane donna di origine ebrea, promettente filosofa, convertita al cristianesimo e diventata poi monaca carmelitana di clausura con il nome di suor Teresa Benedetta della Croce, uccisa nelle camere a gas di Auschwitz il 9 agosto 1942. Ciò che a volte ci sembra di capire della storia è solo un riflesso fugace di ciò che è il mistero di Dio, e così sarà fino al giorno in cui tutto verrà manifestato. La fede in una storia nascosta deve essere la nostra forza, soprattutto se ciò che ci è dato di percepire da fuori, per noi stessi o per altri, può spezzare il nostro coraggio. Lei sa che un uomo di Dio si fa carico delle sofferenze, delle umiliazioni e delle offese degli altri. Dobbiamo dimenticare il dolore e pensare che vicino a noi ci sono persone che hanno patito tutto ciò che sotto il cielo si può patire. Persone che pure hanno in fondo al cuore tesori di tenerezza e bontà da spendere senza alcun timore. Reverendo Padre, forse sono troppo emotivo e Gerusalemme ha bisogno di freddezza.

SCENA SEDICESIMA
Uno scantinato buio


HANAN Sei pronto? Hai preparato tutto?
SHLOMO Cosa c’è da preparare?
HANAN Le tue cose.
SHLOMO La macchina?
HANAN In fondo alla strada. (pausa) Che hai?
SHLOMO Mi sono affezionato a questo posto. Ho pensato a tante cose qui dentro. Non avevo niente da fare. Aspettavo che passasse il tempo. Ho pensato tanto.
HANAN Muoviamoci ora.
SHLOMO Poi qui dentro si è realizzato un piccolo miracolo.
HANAN Che miracolo?
SHLOMO Ti ricordi che avevo avuto visite?
HANAN I due ragazzini?
SHLOMO Ieri sono tornati a trovarmi. Uno di loro, quello che l’altra volta aveva perso la scommessa mi ha chiesto se non avessi paura. “Di cosa dovrei aver paura?” gli ho domandato. E lui: “Di noi. Siamo palestinesi, combattiamo per l’Intifada. Siamo o non siamo tuoi nemici?” “Voi avete paura di me?” gli ho domandato “No, noi non abbiamo paura. Perché tu sei il buon soldato e sappiamo che sei nostro amico” mi fa l’altro. “ Ma questo non toglie che su molte cose molto importanti io la pensi in un modo e voi in un altro” gli ho fatto io. Sono rimasti in silenzio per un po’. Poi al più piccolo si sono illuminati gli occhi e ha gridato: “Ma che c’entra! Sei o non sei il buon soldato?! Allora troveremo di sicuro il modo di metterci d’accordo!”.
HANAN Andiamo ora.
SHLOMO Che strada dobbiamo fare?
HANAN Il Convento della Flagellazione è dall’altra parte della città. Prima però, dobbiamo passare dal Monte degli Ulivi. Abbiamo un altro appuntamento.
SHLOMO Lo so.
HANAN A che stai pensando?
SHLOMO Al tuo frate. Se non lo troviamo?
HANAN L’ho chiamato prima di venire qui. Ci aspetta. Muoviamoci. Ho studiato il percorso. Facendo il giro più lungo è vero che allungheremo, ma attraverseremo meno posti di blocco.
SHLOMO Dici che possiamo fidarci? Come hai detto che si chiama?
HANAN Padre Matteo. (pausa) C’è qualcosa in lui che mi ricorda i tuoi piccoli amici.

SCENA DICIASSETTESIMA
Studio di Padre Matteo


PADRE MATTEO Hanan mi telefonò. Era agitata voleva vedermi. Mi disse che sarebbe venuta alla Flagellazione con Shlomo. Ci demmo appuntamento per le 9.
Aspettai tutta la mattina. La sera al notiziario seppi che il buon soldato e la sua compagna erano morti. Un posto di blocco. Shlomo che era al volante aveva accelerato. I soldati erano stati costretti a sparare. Allora mi venne in mente subito lei, Reverendo Padre. Ma quando arrivai alla Custodia feci appena in tempo a vedere nel cortile l’ambulanza; gli sportelli posteriori ancora aperti. Dentro era disteso lei, Reverendo Padre. I nostri sguardi si incrociarono. Lei mi fece un cenno con la mano. È vero? Non me lo sono immaginato. Voleva che mi avvicinassi. Poi alcuni confratelli mi sbarrarono il passo. Uno di loro mi spiegò che lei, non riusciva più a parlare. Replicai che lei mi aveva fatto cenno con la mano, che forse voleva dirmi qualcosa... ma loro dissero che era impossibile. Una sola cosa mi dava sollievo. A lei, Reverendo Padre forse la Provvidenza aveva risparmiato il dolore della morte di Shlomo. Due giorni dopo ricevetti una strana visita.

SCENA DICIOTTESIMA
Casa di Padre Matteo


PADRE MATTEO Che cosa vuole?
LO SCEICCO Dalla sua finestra si gode una vista meravigliosa.
PADRE MATTEO La prego. Se ha qualcosa da dirmi lo faccia subito e senza tanti preamboli. Se poi è ancora sulle tracce di quello stupido collare, le dico subito che non c’è nessun collare e, ammesso che ci fosse e si trovasse nelle mie mani, le garantisco che lei è l’ultima persona alla quale lo consegnerei.
LO SCEICCO Non sono qui per quello.
PADRE MATTEO E allora?
LO SCEICCO Anzi le chiedo scusa se probabilmente ho scelto il giorno sbagliato.
PADRE MATTEO Le hanno detto quello che è successo alla Custodia?
LO SCEICCO Le notizie corrono in fretta qui a Gerusalemme. E sono molto dispiaciuto. Il Reverendo Padre era un uomo saggio e sapiente.
PADRE MATTEO A cosa devo... questa visita?
LO SCEICCO Ci sono stati troppi morti.
PADRE MATTEO A Gerusalemme si muore facilmente e a tutte le ore. (pausa)
Capita così dappertutto, certo... ma qui è ancora più ingiustificato. Qui muori perché qualcuno ti passa vicino e ti accoltella senza che tu ne conosca il motivo...
LO SCEICCO Si muore anche in maniera assurda come è capitato a quei due ragazzi...
PADRE MATTEO Sta parlando di... (pausa)
LO SCEICCO Ha capito, Padre.
PADRE MATTEO Invece no. Non capisco. E continuo a non capire. Conosceva Shlomo e Hanan?
LO SCEICCO Sì.
PADRE MATTEO Mi dica quello che vuole dirmi...
LO SCEICCO Sono qui per chiarire.
PADRE MATTEO Il giorno del funerale del nostro Reverendo Padre... lei ha voglia di farmi sorridere. Ma credo che le sarà difficile.
LO SCEICCO Sono l’unico rimasto in grado di dare un senso a tutta questa storia.
PADRE MATTEO Tutta questa vicenda è così incredibile.
LO SCEICCO A raccontarla ci prenderebbero per pazzi. Non crede?
PADRE MATTEO Diceva che le piace il panorama che si gode da questa finestra...
LO SCEICCO (pausa) Sono stato l’ultimo a vederli vivi. Mi sento in parte responsabile di quello che è successo. (pausa) Dovevamo incontrarci quella mattina.
PADRE MATTEO Anch’io dovevo vederli.
LO SCEICCO Hanan me lo aveva detto.
PADRE MATTEO Allora, che è successo? Lei cosa c’entra in tutto questo?
LO SCEICCO Saul Bialik le ha mai parlato di un profumo?
PADRE MATTEO No.
LO SCEICCO Ogni anno un suo vecchio amico gli manda una bottiglietta di profumo.
Sono anni che i due amici non si incontrano, ma il regalo arriva sempre, puntuale. Lo stesso profumo che portava Sara, la madre di Hanan. I tre formavano un gruppo di amici inseparabili, un tempo. Quel vecchio amico di Saul Bialik sono io. Ho visto nascere Hanan e ho avuto il privilegio di veder nascere il suo amore per Shlomo. E quando lei è rimasta incinta di Silvie sono stato io ad aiutarla a trascorrere gli ultimi mesi di gravidanza lontana da suo padre. Saul non voleva che si sposassero e non avrebbe mai dato il suo consenso alla loro unione. Shlomo aveva la cittadinanza israeliana ma non era ebreo.
PADRE MATTEO Cosa faceva con loro quella mattina?
LO SCEICCO C’è un piccolo albergo sul Monte degli Ulivi. Ci incrociammo a poche decine di metri dal posto di blocco. Io ero dietro di loro. Riconobbi la macchina di Hanan. I soldati intimarono l’alt. E Shlomo e Hanan si fermarono. Poi partirono i colpi.
PADRE MATTEO E Bialik?
LO SCEICCO Lui non era lì. Anzi sono convinto che anche Saul Bialik sia stata una vittima. La sua carriera è finita, sua figlia è morta e non aveva più senso per lui vivere; per questo si è suicidato.
PADRE MATTEO Come? Quando?
LO SCEICCO Proprio sul Monte degli Ulivi, là dove Hanan voleva realizzare il suo sogno.
PADRE MATTEO E lei cosa sapeva dei loro progetti?
LO SCEICCO Lei mi ha sempre visto come un nemico, non è così, Padre? (pausa) In un certo senso all’inizio di questa storia poteva anche essere...
PADRE MATTEO A lei piace girare intorno ai discorsi...
LO SCEICCO Per capire è necessario fare un passo indietro. Un suo confratello, noto e stimato archeologo, è in possesso di una mappa che fa gola a molti non solo per il valore della scoperta archeologica che ne deriverebbe, ma soprattutto per il suo significato politico. Sono un appassionato di arte antica e dopo aver raccolto un po’ di informazioni cerco di entrarne in possesso. Faccio visitare da alcuni miei uomini il convento di Padre Luca, ma il frate è intelligente, ha nascosto la mappa in un luogo sicuro e né i miei uomini né quelli di Saul Bialik riescono a trovarla. Saul era un mio vecchio amico di gioventù. Ma da un po’ di tempo i nostri rapporti si sono, come dire, raffreddati.
PADRE MATTEO A causa di Hanan.
LO SCEICCO Esatto. È strana la vita. Vero Padre? Certe volte sei costretto a recitare la parte del buono anche quando non ne avresti minimamente voglia. Divento per così dire il loro protettore. A questo punto entra in gioco il vostro Reverendo Padre. E la partita si complica terribilmente. Infatti mentre Hanan è la figlia di Bialik, Shlomo è il figlio adottivo del Custode. I due giovani hanno un grande progetto che Saul Bialik vuole assolutamente mandare in fumo. Per questo mi chiede di proteggerli.
PADRE MATTEO Lei è così protettivo che, venuto in possesso di un video che compromette Shlomo davanti all’esercito, comincia a ricattarlo...
LO SCEICCO Non ho mai ricattato nessuno. Quel video non esiste più. Sono stato io stesso a distruggerlo.
PADRE MATTEO Davvero un uomo di gran cuore. Ricordo benissimo le sue parole quando venni a trovarla alla sua villa sul Monte Nebo...
LO SCEICCO Lei confonde. Da una parte l’amicizia, sacra che mi lega ad Hanan e a Shlomo. Dall’altra il dovere di assecondare il desiderio del vostro Custode. Ma cosa c’entra, mi spieghi, Padre, tutto questo con la mappa dell’Arca dell’Alleanza?
PADRE MATTEO È lei che deve spiegarmi.
LO SCEICCO Credevo che fosse un uomo più sensibile, Padre.
PADRE MATTEO Sensibile?
LO SCEICCO Adesso, Padre Matteo, mi sembra che sia arrivato il momento per raccontarle alcuni aspetti di tutta la vicenda che lei ancora non conosce. Voglio aiutarla a percorrere la sua strada. Ero in Argentina e fui arrestato, era l’epoca del golpe militare del 1976. Mio padre e mia madre uccisi, io fui portato in carcere e divenni un “desaparecido”. Trascorrevo il giorno e la notte incappucciato in una cella, pulivamo le latrine, cucinavamo e poi passavamo sotto la picana, un bastone che emette scariche elettriche. Scomparsa, tortura e morte: questa era la sequenza. La vita era una costante tortura psicologica, oltre che fisica. Ci veniva assegnato un codice e da quel momento non potevamo usare più il nostro nome, avevamo smesso di appartenere al mondo dei vivi. Non potevamo suicidarci. Sa cosa pensavo durante la tortura? A un treno, a una valigia che raccoglie le etichette colorate e alle lingue che dovevo imparare: volevo diventare cittadino del mondo. Riuscii a fare breccia nel mio torturatore che mandò un rapporto su di me al generale Massera. Il generale mi fece una proposta: se volevo diventare cittadino del mondo avrei dovuto fargli una cortesia e cioè recapitare una certa cosa a una persona.
PADRE MATTEO Massera, il generale Massera… mi parlò di lui anche il Custode, era una sua vecchia conoscenza.
LO SCEICCO Mi ripulirono di sangue e sporcizia e mi infilarono dentro una macchina. Sì, Padre Matteo, fui io a consegnare Shlomo in fasce al nostro Custode. Capisce quanto mi sia sentito responsabile di quel ragazzo? Appena arrivai qui e seppi chi era il Custode, lo andai a trovare e nacque fra noi una sorta di complicità.
Per questo ho recuperato quel filmato nello Yemen. Era per salvare Shlomo non per ricattarlo. Siamo inciampati nella verità. Vede?
PADRE MATTEO Questa l’ha copiata dal Custode.
LO SCEICCO Volutamente. Quando infatti il Reverendo Padre seppe del progetto dei ragazzi se ne entusiasmò. Gli parve che quel matrimonio potesse essere qualcosa di fortemente concreto. Un segno che avrebbe incuriosito il mondo. Un gesto di pace semplice ma efficace. Occorreva proteggere i quattro giovani che avrebbero partecipato al matrimonio e contemporaneamente difendere il segreto della mappa. Non la stupisce sapere che abbiamo combattuto dalla stessa parte?
PADRE MATTEO È una storia assurda.
LO SCEICCO È una storia vera, per questo è assurda. Peccato esserne usciti sconfitti.
PADRE MATTEO Lei continua a considerarlo come se fosse un gioco. Invece ci sono stati dei morti.
LO SCEICCO E potrebbero essercene altri.
PADRE MATTEO A Gerusalemme si muore facilmente. Ovunque si muore a tutte le ore e spesso all’improvviso. Ma qui la morte è più ingiustificata che in altri luoghi.
LO SCEICCO Lei sta correndo un gran rischio Padre.
PADRE MATTEO Cos’è una minaccia?
LO SCEICCO Siamo alleati. Perché fa finta di non capirlo? In tutta questa storia siamo rimasti solo noi due. La mappa fa ancora gola a molti. Ormai sia i palestinesi
che gli israeliani sanno che lei è l’unico in grado di decifrarla.
PADRE MATTEO Allora lei sa, ed è forse l’unico insieme al Custode, che cosa contiene?
LO SCEICCO Non certo la mappa dell’Arca né i chiodi sacri.
PADRE MATTEO E cosa allora?… Un tesoro, dato che a lei interessa solo la ricchezza.
LO SCEICCO Vada a Cafarnao… di più non so dirle.
PADRE MATTEO O non vuole?
LO SCEICCO Non lo so davvero. A cosa sta pensando?
PADRE MATTEO Che vorrei tornarmene in Italia.
LO SCEICCO Deve essere meravigliosa Assisi in questa stagione. Ma... non credo che il Custode ne sarebbe stato felice.

SCENA DICIANNOVESIMA
Studio di Padre Matteo


PADRE MATTEO Non è stato per paura, Reverendo Padre, ma è perché credo di aver avuto bisogno di vedere le cose con il giusto distacco che avevo deciso di tornare. I miei bagagli sono pronti da ieri sera. Così stamattina mi sono svegliato presto per terminare la “confessione” a lei che è ancora il mio padre spirituale. Ancora non riesco a comprendere il suo comportamento e perché lei non mi abbia subito detto tutto. Certe volte il segreto è come una melodia che si impadronisce dei nostri sensi a tal punto che finiamo per cantarla ossessivamente. Forse non era nelle sue intenzioni che questo accadesse. Ma così è stato. (Matteo, come se sentisse qualcuno che si sta avvicinando, si alza in piedi, poi stacca la spina del registratore. Avvolge il filo del microfono. Poco dopo entra il Frate che abbiamo visto al funerale di Luca)
UN FRATE È permesso?
PADRE MATTEO Avanti... Padre Michele… che ci fai qui?
UN FRATE Sono venuto a salutarti. Ho saputo che sei in partenza per l’Italia...
PADRE MATTEO Vieni, accomodati. Mi fa piacere vederti. Pensavo che fosse Padre Marco, si è offerto di accompagnarmi all’aeroporto...
UN FRATE Stai bene?
PADRE MATTEO Sì. Ho bisogno di rientrare per un po’.
UN FRATE Avevo paura di non arrivare in tempo.
PADRE MATTEO Come vanno le cose a Cafarnao?
UN FRATE La vita è ripresa... ma... ci manca Padre Luca.
PADRE MATTEO La tua cucina?
UN FRATE Va avanti.
PADRE MATTEO Perché a Gerusalemme? Qualche nuovo arrivo?
UN FRATE No, no.
PADRE MATTEO Sei stato convocato alla Custodia?
UN FRATE No. Figurati. La Custodia. Per dirmi cosa?
PADRE MATTEO Non lo so. Certo è anche vero che in questo momento non abbiamo neanche un Custode...
UN FRATE Già. Non si è ancora riunito il consiglio. Non sbaglio, vero?
PADRE MATTEO È così. Credo che dovremmo aspettare la settimana prossima per la nomina del nuovo Custode.
UN FRATE Peccato.
PADRE MATTEO Ogni cosa ha il suo tempo.
UN FRATE No, dico... “peccato”.
PADRE MATTEO “Peccato” per cosa?
UN FRATE Che tu parta. Saresti stato un buonissimo Custode.
PADRE MATTEO Che cosa? (pausa) Michele… ti ringrazio… ma sono la persona più sbagliata per certi compiti, credimi…
UN FRATE Preferisci l’archeologia, vero?
PADRE MATTEO Se c’è una cosa che mi dispiace lasciare partendo sono proprio i miei scavi al Nebo, credimi. Sono passate poche settimane ma mi sembra che sia passato tanto, tanto tempo dall’ultima volta che mi sono messo al lavoro.
UN FRATE Ho una cosa per te. (si mette le mani nelle tasche del saio, ne estrae un astuccio di cuoio) Forse dovrai rinunciare al tuo viaggio in Italia.
PADRE MATTEO Cos’è?
UN FRATE Aprilo. (Matteo apre l’astuccio) Anzi, ti prego. Aspetta. Aspetta che io sia uscito. Non ti voglio rovinare l’effetto con la mia presenza.
PADRE MATTEO Che dici?
UN FRATE È quello che stavi cercando da tempo. Avrai tempo dopo.
PADRE MATTEO Allora Padre Luca... la storia del collare di Carlino...
UN FRATE Fui io a consigliare padre Luca. “Non nel collare… il barattolo del sale grosso, Padre Luca... nella mia cucina... lì nessuno verrà mai a cercarla”. E infatti.
Sono venuti al Convento. Hanno buttato all’aria la stanza di Luca. Prima questi poi quelli. Hanno guardato dappertutto. Ma non che nel barattolo del sale.
PADRE MATTEO Per questo prima hai detto che avevi paura di aver fatto tardi...
UN FRATE Non potevo lasciarti partire senza prima darti questa. Stavo per diventare matto dopo la morte di Luca. Non sapevo che fare. Se n’è andato all’improvviso senza lasciarmi disposizioni. Matto ti dico. A controllare sempre quel benedetto barattolo. Ogni volta che entravo solo in cucina. Guai se qualcuno si avvicinava alla mensola. Urla... “Fuori, fuori! Non voglio nessuno in cucina!” Tanto che i confratelli hanno cominciato a pensare che mi fosse davvero dato di volta il cervello.
E allora, siccome io sto bene qui, voglio bene a questa terra e non mi interessa tornare in Italia… ho pensato che nessuno meglio di te avrebbe avuto il diritto di averla. Se ho fatto male spero che Dio vorrà perdonarmi. E con lui Padre Luca. (pausa) Ora vado. Ti ho già fatto perdere troppo tempo.
PADRE MATTEO Non sei curioso di sapere cosa c’è qui dentro?
(lunga pausa)
UN FRATE Sì, che lo sono. Giuro che ho fatto tanti di quegli sforzi per resistere ad aprire quell’astuccio. Alla fine ho resistito... ma è stata dura.
PADRE MATTEO Rimani allora. Solo per poco.

SCENA VENTESIMA
Studio di Padre Matteo


PADRE MATTEO Lei, Reverendo Padre, mi aveva parlato di una mappa trovata a Qumran. Era vero. La mappa esisteva e ora si trova nelle mie mani. Quello che non è vero, è il suo contenuto. Il documento non riporta l’ubicazione dell’Arca dell’Alleanza ma l’elenco dettagliato delle fonti d’acqua in Cisgiordania. Fonti  antichissime che se esistessero ancora darebbero a chi le possiede forza e sicurezza. Nelle mani dei nostri Cugini del Muro renderebbero stabile il loro dominio sulla regione. In quelle degli Amici della Roccia garantirebbero la loro totale indipendenza dagli israeliani. Reverendo Padre, se il ventesimo secolo è stato il secolo del petrolio, il ventunesimo sarà quello dell’acqua. Chi la possiede diventa il suo custode e regola pace, guerra e ricchezza. Il custode dell’acqua, Reverendo Padre, era lei. Ma l’esatta ubicazione delle fonti potevo scoprirla solo io. Perché è legata ai mosaici della Chiesa di Santo Stefano a Umm-er-Rasas, la mia più importante scoperta archeologica. Sul pavimento di Santo Stefano sono disegnate ventotto immagini di città. Alcune sono identificate, altre no. Immagino che sia stato Luca a collegare le città non identificate con le fonti dell’acqua. Reverendo Padre, credo che continuerò a chiederle aiuto, e gliene dovrò chiedere molto, perché pochi giorni fa il Capitolo mi ha eletto Custode. La notizia non la sorprenderà. Si ricorda? Una volta lei mi disse che la nostra destinazione dispone di noi anche se non la conosciamo ancora. Potremmo un giorno offrire a Gerusalemme la pace che lei aveva in mente? Quando avrò decifrato il disegno di quel mosaicista che volle consegnare alla sua opera il segreto dell’acqua le scriverò un’altre lettera, spero con la risposta. Ora devo lasciarla. Padre Michele, se lo ricorderà, il cuoco del convento di Cafarnao, ora è con me qui al Nebo. Vado da lui… devo pulire l’insalata.

FINE




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