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Piccola riflessione a margine della LVII Festa del Teatro
 Il testo di Schneider, nella riduzione di Mussapi, termina con Bartolomeo de Las Casas che dice: "Non importa compenetrare della Croce tutto il mondo. Conta che in questo travaglio ne siamo diventati testimoni. Noi non conosciamo le Sue vie, in orizzonte e verso l'alto, ci è data soltanto la Sua legge: a questa dobbiamo ubbidire, abbandonarci. E quello che agli uomini appare follia, è forse, come le verità dei sogni, conoscenza estrema".
È questa la sintesi del senso più profondo della proposta che la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato fa quest'anno in occasione della LVII Festa del Teatro a San Miniato: attraverso l'opera di Bartolomeo de Las Casas, l'"apostolo degli indios", riscoprire il gusto della vita vissuta pienamente per uno scopo alto, per un ideale di giustizia, totalmente spesa al servizio di un bene superiore, con la speranza, che nella fede diventa certezza, che la "conoscenza estrema" la si ottiene nella croce di Cristo, "follia per i pagani e scandalo per gli ebrei". E tutto questo nella tolleranza verso le diverse culture e i molteplici modi di vita, segno del rispetto per l'uomo, qualunque sia la sua razza, il suo credo, il suo sesso, il suo modo concreto di vivere. Messaggio di pace, dunque, e di concordia, contro ogni violenza, ma anche contro ogni forma di ingiustizia e di sopraffazione del più debole.
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