Questo sito utilizza cookie tecnici, di profilazione propri e di terze parti. Se continui la navigazione, se accedi ad un qualunque elemento di questa pagina (tramite click o scroll), se chiudi questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
Chiudi ed Accetta Voglio saperne di più
 

ARCHIVIO DI TUTTE LE EDIZIONI:

cerca all'interno del sito:

SEGUICI SU:


facebook youtube email



Ministero

Regione Toscana

ARCHIVIO
 
La recensione di Erba d'Arno
 

"La strada maestra" di Strindberg
Scritta nel 1909, La grande strada maestra è l'ultima opera di August Strindberg e può essere considerata come la quarta parte della trilogia di Verso Damasco. Dramma itinerante in sette stazioni, La grande strada maestra è un viaggio di un uomo, il Cacciatore, attraverso un'umanità ipocrita e crudele alla ricerca di una spiritualità che falsi valori (l'onnipotenza del danaro, la vanità intellettuale, l'odio, il delitto, l'opportunismo) hanno sopito e spesso cancellato. L'uomo in questo suo itinerario vuole disperatamente riflettere e concentrarsi per ritrovare l'anima che la lunga permanenza tra gli uomini gli ha fatto smarrire. E alla fine quando si ritroverà solo dopo aver combattuto contro tutti, persino contro Dio, verrà vinto dalla Sua possente bontà e Gli chiederà di benedirlo, di benedire tutta l'umanità sofferente. Così termina un itinerario di dolore attraverso la storia di un'umanità che dopo la barbarie, la degradazione, la follia, la fuga nel sogno, nella favola, nel groviglio delle passioni, nell'isteria della coppia, nella solitudine, trova la certezza di poter ricomporre la propria identità solo nella morte benedetta dal Creatore: "O Eterno! Non lascerò la tua mano,/ la tua mano sì dura, prima che tu mi abbia benedetto!/ Gran Dio benedicimi, benedici tutta l'umanità/ sofferente, giacché le hai dato la vita!/ E me, anzitutto, che più ho sofferto.../ che più ho sofferto per il dolore/ di non poter essere quel che volevo."
La grande strada maestra è l'opera più disperata e al tempo stesso più carica di luce di August Strindberg che ci lascia uno straordinario testamento spirituale, ricco di spunti di riflessione ed eccezionalmente "nostro contemporaneo". Con occhi poetici, creando personaggi e situazioni che sono metafore altamente teatrali, Strindberg parla di un travaglio spirituale ben conosciuto dall'uomo d'oggi, di un disperato desiderio di Assoluto che contrasti il nichilismo e riesca a portare un po' di refrigerio agli animi e all'esistenza un attimo di riposo. La grande strada maestra è un'opera abissale e metafisica nella quale l'autore ci narra come per lui gli uomini siano meritevoli di compassione e come le insidie della vita, quelle del Tentatore che alla fine di ogni esistenza vuole riscuotere i propri crediti, possano essere vinte riconciliandosi con l'Innocenza (la giovinetta che il Cacciatore incontra nella penultima tappa - la voce di bimba nell'oscurità, nella VII) ma anche con la bontà di Dio.      
Per l'alto contenuto etico, per l'attualità del tema e per l'indiscussa grandezza dell'autore, La grande strada maestra rientra in quella linea di "spiritualità problematica" che ha segnato il percorso delle Feste del Teatro di San Miniato.
Erba d'Arno, luglio-agosto 1990




© 2002-2021 fondazione istituto dramma popolare di san miniato

| home | FESTA DEL TEATRO 2023 | chi siamo | dove siamo | informazioni e biglietti | scrivici | partner | sala stampa | trasparenza | sostieni | informativa privacy | informativa cookie |

 

Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato
Piazza della Repubblica, 13 - 56028 San Miniato PI
P.I 01610040501

Home