L’ultimo omaggio di Dilvo Lotti
Il retro di una busta insieme a un mare di altre carte nello studio di Dilvo Lotti nascondeva un piccolo segreto e anche l’ultimo omaggio del maestro al Teatro del Cielo che fondò con alcuni amici nel lontano ‘47: il bozzetto, la prima idea, di quello che sarebbe stato il manifesto del 2009 per «La Testa del Profeta», l’opera di Elena Bono che andrà in scena in prima assoluta il 25 luglio in piazza Duomo.
«Non credevo ai miei occhi quando con la signora Giuseppina — racconta il presidente della Fondazione Dramma, Stefano Petrucci — siamo andati a controllare se il professore avesse già messo mano all’opera. Io stesso gli avevo consegnato il testo, però quando ci ha raggiunti la notizia della sua morte ho temuto che il maestro, stavolta, non avrebbe potuto accompagnarci con la sua arte. Invece, in bianco e nero, proprio sulla busta che conteneva il testo, aveva messo a fuoco la sua idea che riassume perfettamente i contenuti di questo Dramma di passione e di fede che emergono dall’intrigo politico dentro al quale ruotano le figure di Erode, Erodiade e Salomè».
Un testo che perfino Pier Paolo Pasolini voleva trasformare in film, ma il progetto non decollò, contaminando però uno dei suoi capolavori, «Il vangelo secondo Matteo».
Quel bozzetto, firmato soltanto dal tratto inconfondibile del suo disegno, sarà calcato in negativo e costituirà — ha detto il direttore artistico Salvatore Ciulla — l’immagine di quest’opera intensa, dal linguaggio teatrale elegante, un thriller in costume con un messaggio forte: «La scelta di cambiare il mondo passa attraverso il sacrificio».
|