Quando, nel 1954, Orazio Costa
propose a Paolo Grassi di portare
in scena Processo a Ges�, la
risposta non si fece attendere
molto. Il socialista Grassi, l'inventore del
�teatro pubblico� in Italia, non mostr�
alcuna esitazione tanto da accettarne non
solo la realizzazione, ma anche l'enorme
impegno economico. Qualcuno accus�,
allora, il direttore del Piccolo di tatticismi
e compromesso. In verit�, si tratt� di una
grande prova di coraggio ma soprattutto
di libert�, in un momento in cui la
drammaturgia d'ispirazione religiosa
andava cercando nuovi adepti, capaci non
dico di opporsi, ma di mettersi in
dialettica con il teatro epico ed
esistenzialista che imperversava in quegli
anni. Al Piccolo non era ancora arrivato
Brecht, si diceva per motivi censori. Ma
farlo anticipare da Fabbri fu, per alcuni,
la grande idea di Grassi, visto che l'anno
successivo Strehler rappresenter� L'opera
da tre soldi. Nel marzo del 1955, Processo
a Ges� realizz� il pi� grande successo del
Piccolo Teatro, collezionando esauriti e
record d'incassi tanto che, quasi
contemporaneamente, il testo fu
rappresentato in quasi tutti i maggiori
teatri tedeschi, a Vienna, Madrid, Buenos
Aires, Londra, Montevideo, in Brasile,
negli Stati Uniti, in Svezia. Tra il 1955 e
il 1960, il cattolico Diego Fabbri divenne
improvvisamente l'autore teatrale pi� famoso al mondo, ripetendo il clamoroso
successo de I sei personaggi in cerca
d'autore di Pirandello al quale, per certi
versi, Processo a Ges� s'ispirava pi� nella
struttura che nell'ideologia, giacch�,
mentre l'autore agrigentino relativizzava
la ricerca della verit�, Fabbri ne cercava
l'assolutezza, nel senso che i suoi
personaggi non andavano in cerca di una
verit� apparente quanto di una verit�
suprema senza la quale tutto sarebbe
apparso fragile e caduco. � l'assoluto
morale, pi� che ideale, quello che nasce
dai dubbi e dalle inquietudini, e che
interessa a Fabbri, anche a costo di
sottoporlo a metodi inquisitori o a
processi morali. Del resto Fabbri, tra il
1946 e il 1955, aveva avuto ampi
riconoscimenti con testi come
Inquisizione (1950, premio della
Presidenza del Consiglio) e ottenuto
grandi successi con Il seduttore (1951),
rappresentato al Festival di Venezia con la
regia di Luchino Visconti, con Processo di
famiglia (1953), e infine con La bugiarda
(1954), realizzata dalla Compagnia dei
Giovani. Prima di Processo a Ges�, quindi,
Diego Fabbri era gi� un autore affermato
e lo sar� anche in seguito, giacch�
rimarr� presente sulla scena italiana fino
alla scomparsa, avvenuta il 14 agosto del
1980. Mi sembra, pertanto, giusto che il
Festival di San Miniato lo ricordi nel
trentennale della sua morte con l'opera
pi� significativa ed innovativa del teatro
degli anni Cinquanta.
Perch� innovativa? Perch� Fabbri
non solo fu l'inventore del �Teatro
dei Processi morali�, ma fu anche
un anticipatore di quel �Teatro
documento� che, nel 1968, rappresent�
uno dei momenti pi� rilevanti della scena
italiana ed europea: quella che port� in
scena il tema della responsabilit� della
scienza dopo lo sgancio delle bombe
atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Fu
ancora il Piccolo Teatro ad aprire un
ampio dibattito sulla scienza, con la
realizzazione del Galileo di Brecht, de Il
caso Oppenheimer di Kipphardt, di
Duecentomila e uno di Salvato Cappelli,
cos� come aveva aperto un ampio
dibattito sulla figura di Ges� e sulla
posizione degli ebrei e dei cattolici, oltre
che sull'Ambiguit� cristiana. Una delle sue
riflessioni raccolta nel volume omonimo
mi sembra alquanto emblematica: ��
forse maturo il tempo perch� la
cristianit�, la religione dell'amore, torni
ad avere, dopo secoli, un grande teatro.
Una comunit� come la cristiana,
intimamente partecipe di quella smisurata
realt� drammatica, indicibilmente e
socialmente progressiva, che � la vita del
corpo mistico di Cristo, non pu� non
ambire ad un suo grande inconfondibile
teatro�. Processo a Ges� fu il testo
premonitore di una riscossa, quella che,
ponendo Cristo come vittima espiatoria,
incarn� il bisogno degli umili, dei
sofferenti e di tutti coloro che hanno
bisogno di lui, del suo amore, senza il
quale il mondo continuerebbe a essere un
luogo infernale. Dobbiamo, dunque, a
Diego Fabbri l'invenzione di un teatro
catartico, capace di sublimare la
solidariet� e di legare al Cielo la Terra dei
peccatori. Il processo si conclude con
l'assoluzione di Ges�, da parte degli ebrei,
nella quale risultava implicita la potenza
della sua giustizia e il bisogno di
speranza che c'� nell'uomo. Sar� proprio
la speranza l'ultima battuta detta dal
Maestro ne I promessi sposi alla prova di
Giovanni Testori, andato in scena con la
regia di Andr�e Ruth Shammah nel
gennaio del 1984.
SAN MINIATO Festa tra film e palco
iunge quest'anno alla 54�
edizione e pu� fregiarsi del
titolo di Festival teatrale pi�
antico d'Italia. In questo 2010
la Festa del Teatro a San Miniato (Pi) si
concentra sulla figura e l'opera di Diego
Fabbri a 30 anni dalla morte. Per questo
motivo il Festival dedica ampio spazio
al grande drammaturgo romagnolo. Tra i
vari appuntamenti si segnalano
Processo a Ges�per la regia di Maurizio
Panici, in scena dal 15 al 19 luglio in
piazza Duomo. Il 26 e 27 luglio si tiene
Il Prato(regia di Salvatore Ciulla), con
la partecipazione di Clauda Koll.
Inoltre, dall'8 al 14 luglio, si tiene una
rassegna cinematografica su Diego
Fabbri e il cinema(Palazzo Grifoni). Il
15 luglio, infine, un convegno su
�L'opera teatrale di Diego Fabbri� con
Graziella Corsinovi, Benedetta Fabbri,
Enrico Grappoli.
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