Udite, udite o genti qui convenute
nell’anno del Signore milletrecento sette
nelle terre di Francia per volontà di un re
i potenti templari, cavalieri valenti
vilmente furon presi e gettati in prigione
e credo che fu fatto per invidia di empi…
Fu nel mese d’ottobre, su far del mattino
e un venerdì fu il giorno, della loro passione…
Chi di croce segnato per Cristo s’è battuto
ora vien torturato e tra le fiamme abbruciato…
È volere di Dio, che in cielo è sovrano
precipitarli in basso, come si spezza un orcio?
Han colmato del male ogni equa misura
vociferan tanti che si credono saggi…!
Ben sa chi sulla terra, va, esule vagante,
che nella casa templare, mai mancò il pane
per il cantastorie, né letto al pellegrino.
Chi m’ascolta pur sa: tanti dal mondo dannati
li rivedremo in cielo incoronati.
Pino Manzari
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