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La presentazione dello spettacolo di Hystrio
 

Zanussi e il Re Pescatore di Gracq: Parsifal entra a cavallo a San Miniato
In un panorama teatrale d'estate non esaltante (cancellata Taormina Teatro, al lumicino la prosa a Spoleto), San Miniato promette invece di offrire, quest'anno, uno spettacolo unico ma di livello, perché firmato da uno dei più grandi scrittori francesi del secolo, Julien Gracq, e da un regista europeo fra i più inventivi, il polacco Krzysztof Zanussi. L'opera in cartellone è Le roi pécheur, scritta da Julien Gracq (il cui vero nome è Louis Poirier) nel 1948, tre anni prima di pubblicare il bellissimo romanzo Le rivage des Syrtes che avrebbe avuto il Prix Goncourt, però rifiutato dall'autore per sfiducia verso i premi letterari "mercificati", contro i quali scagliò anche un pamphlet rimasto famoso, La littérature à l'estomac. Gracq aveva riscritto in quest'opera teatrale il mito di Parsifal e del Santo Graal, ma staccandosi dall'originario racconto di Chrétien de Troyes per incentrare la storia sull'incontro fra il puro cavaliere della fede ed un altrettanto leggendario personaggio, il Re Pescatore. Zanussi ha inteso servirsi di questo testo scritto in una prosa insieme rigorosa e fastosa per immaginare uno spettacolo di movimento, imparentato con il cinema, che utilizzi gli spazi naturali di San Miniato e determini una presenza attiva del pubblico.
«Il teatro rischia di morire vittima delle convenzioni e della noia», sostiene Zanussi (che a Cannes ha presentato Al gran galoppo, un film sui suoi ricordi di gioventù in epoca staliniana). Aggiunge che bisogna puntare, per rivitalizzarlo, sul meraviglioso e il fantastico, che occorre recuperare la capacità di coinvolgere lo spettatore: e dunque l'allestimento sarà - è il caso di dirlo - una serie di coup-de-théàtre: aspetti architettonici e del paesaggio simuleranno, con l'aggiunta di elementi scenografici ideati, come i costumi, dal giovane Aldo Buti, il castello di Montsauvage e il lago destinato all'approdo della barca del Re Pescatore; Parsifal arriverà a cavallo irrompendo dalla platea; l'incoronazione finale del Graal avverrà sul sagrato del duomo in una luce abbagliante moltiplicata da grandi specchi e la colonna sonora - voci bianche, canti gregoriani, canzoni d'epoca -pioverà dal verde delle colline circostanti.
Sarà - definizione di Zanussi - uno spettacolo sacro e giocoso ad un tempo, itinerante come si è detto; senza reminiscenze wagneriane, considerato che la leggenda del Graal è celtica e non teutonica. E il pubblico dovrebbe essere in movimento per seguire l'azione. Diciamo "dovrebbe" perché - a quanto sappiamo - le esigenze del regista hanno dato qualche batticuore ai responsabili dell'organizzazione. C'è già stato, d'altra parte, un precedente conclusosi senza inconvenienti, e con le lodi della critica: quella messinscena che Zanussi realizzò a San Miniato, nell"85, del Giobbe di Wojtyla, con scene multiple e movimenti sullo sfondo dei palazzi sanminiatesi.
Dietro alla produzione c'è la passione di uno dei decani del teatro italiano, Giulio Paternieri, che in questi anni ha già promosso altri allestimenti a San Miniato. Nel cast Giulio Brogi (Amfortas), Vincenzo Bocciarelli (Parsifal), Riccardo Garrone (il mago Klingsor) e Ludovica Tinghi (Kundry), oltre ad una quindicina di attori. Lo spettacolo - che sarà ripreso dalla RaiTv per la trasmissione "Palcoscenico" - è in programma dal 10 al 24 luglio e coinciderà con i festeggiamenti per i cinquant'anni dell'Istituto del Dramma Popolare, nato nel '47 per impulso, fra gli altri, di Silvio D'Amico. Per il mezzo secolo di attività dell'IDP - che ha visto avvicendarsi su questo palcoscenico del teatro dello spirito grandi autori, prestigiosi registi e interpreti famosi - è annunciata la pubblicazione di una monografia.
Hystrio luglio-settembre 1996




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