PROGRAMMA UFFICIALE LXXI FESTA DEL TEATRO
Il Teatro delle Donne - Centro Nazionale di Drammaturgia - in collaborazione con Fondazione Istituto Dramma Popolare
La cura
Testo e Regia Gherardo Vitali Rosati
con Elena Arvigo, Alberto Giusta, Dalila Reas, Luca Tanganelli
illustrazioni Federica Rugnone
animazioni Arianna Bellucci
Costumi Fedra Giuliani
musiche originali Tommaso Tarani
incise da Tommaso Tarani (piano) e Mathilde Ecoiffier (oboe)
disegno luci Andrea Narese
tecnico di allestimento Brando Nencini Prima Assoluta
Per Laura il lavoro è una missione. Impiegata da una vita in una casa farmaceutica, crede nel potere della scienza: la sua dedizione totale all' azienda non nasce da personali ambizioni egocentriche, ma dal sogno di realizzare qualcosa di utile. In questo turbine ha smarrito da lunghi anni un marito, e ha lasciato che i suoi due figli - Mathieu e Chiara, quasi trentenni - scivolassero tranquillamente a Parigi, con la scusa dello studio. Ma quando finalmente la sua equipe scopre un farmaco rivoluzionario, le viene diagnosticato un cancro al cervello. La notizia non la preoccupa tanto per sé, ma piuttosto per le energie che dovrà sottrarre alla sua missione. Inizierà così un percorso fra ospedali, esami, chirurghi e oncologi che la farà vagare fra varie città, allontanandola sempre più dalle sue mansioni. Ma intanto si riaffacceranno nella sua vita i figli, alternandosi per aiutarla, e in una sala d'attesa incontrerà anche Marco, un orchestrale torinese affetto dalla sua stessa malattia. Nonostante le difficoltà e i dolori che attraversa, Laura si confronta con aspetti della vita sempre trascurati. Così, mentre affronta interventi e terapie, scopre anche una nuova e ancor più potente cura. La pièce alterna narrazione e dialoghi, puntando su un ritmo intenso e su un tono asciutto e conciso, rifuggendo ogni possibile patetismo. Se c'è un certo realismo nella trama principale, non mancano momenti più onirici dedicati a ricordi e sogni. Per modalità espressive e temi affrontati, il testo si pone come un secondo capitolo di Fumo Blu. Lì, un analogo impianto formale serviva a raccontare le difficoltà quotidiane di una giovane coppia alle prese con lavori affascinanti ma poco remunerativi, la danza e il giornalismo, che sottraevano sempre più tempo ed energie alla vita familiare. E non manca un richiamo nel titolo: se il primo testo citava, involontariamente, un grande successo di Mina, questo nuovo spettacolo si rifà a un celebre pezzo di Battiato. Per l'allestimento, lo spettacolo si avvale delle proiezioni di The Fake Factory, uno dei più noti video-maker italiani, che creano una vera e propria scenografia digitale, capace di ricreare spazi reali e immaginari.
San Miniato, Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato, 26 e 27 giugno 2017 ore 21.30
Associazione Imagine
Note di Toscana: diario di un moderno viaggiatore antico
di e con Francesca Breschi e Vincanto Prima assoluta
Un antico taccuino di viaggio, capitato chissà come in nostro possesso, ci trasporta per strade poco frequentate di una Toscana antica: si tratta del diario che un viaggiatore d'altri tempi ha voluto consegnare nelle nostre mani; un quaderno dove, con grande cura e amore, è annotata ogni pietra, ogni storia, ogni voce, ogni canto..."Ogni paese ha il suo vento", dice Curzio Malaparte," ogni terra ha il suo modo di respirare..." Ed ecco che improvvisamente ci trasformiamo noi stessi in moderni viaggiatori antichi col compito di narrare quel respiro di Toscana: diamo dunque vita a quell'antico quaderno che racchiude storie di Santi (come San Miniato e San Giovanni Battista, entrambi patroni di Firenze in epoche diverse) e di minatori, di poeti e contadini; di canti di confraternita e canti d'osteria, di donne sventurate e di piccoli soldatini mandati a morire al fronte, di feste a corte e canti sull'aia, di lavoratori stagionali che partono e non sanno se torneranno...
San Miniato, Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato, 3 luglio 2017 ore 21.30
Compagnia Lombardi Tiezzi - I Sacchi di sabbia
Dialoghi degli dei
uno spettacolo di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano, Giulia Solano Produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi in co-produzione con I Sacchi di Sabbia e il sostegno della Regione Toscana
Dialoghi degli dei celebra l'incontro tra Massimiliano Civica, regista noto per l'asciuttezza formale delle sue opere e I Sacchi di Sabbia, un gruppo toscano che ha fatto dell'ironia la sua peculiare cifra stilistica.
Scritti da Luciano di Samosata nel II secolo dopo Cristo, questi Dialoghi si presentano come una raccolta di gossip su vizi e trasgressioni degli abitanti dell'Olimpo: gli scontri "familiari" tra Zeus e Era, le continue lagnanze per le malefatte di Eros, i pettegolezzi tra Dioniso, Ermes ed Apollo...
In questa gustosa versione gli Dei sono atterrati in una classe di un ginnasio, diventando oggetto concreto delle spietate interrogazioni con cui un'austera insegnante tormenta due suoi allievi.
Seduti ai loro banchi di scuola e con i calzoni corti, i due maturi studenti, interrogati su tresche e malefatte degli immortali sperimentano sulla propria pelle le ingiustizie della scuola, preludio alle future ingiustizie della vita.
San Miniato, Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato, 7 luglio 2017 ore 21.30
Associazione Culturale Ca' Rossa
Leila della tempesta
di Ignazio De Francesco regia Alessandro Berti con Alessadro Berti e Sara Cianfriglia
Leila della Tempesta è l'adattamento teatrale del libro omonimo di Ignazio De Francesco, monaco cristiano e islamologo. Il libro è il resoconto romanzato di un'esperienza pluriennale d'incontro coi detenuti arabi/musulmani all'interno del carcere di Bologna, dove De Francesco svolge tuttora la sua attività di mediazione culturale.
Il fondale è dunque quello del carcere, e nel carcere in particolare il mondo delle persone coinvolte nel traffico di stupefacenti. Tra loro c'è Leila, giunta in Italia come clandestina, attraverso il mare, durante una tempesta sul Mediterraneo. Con questa strana figura di monaco cristiano che parla l'arabo perfettamente, Leila intreccerà nel corso dei mesi un rapporto intenso, fatto di scoperte reciproche, scontri e incontri, sul filo di una scommessa: trovare punti in comune al di là delle differenze, e diffidenze, reciproche. Leila della Tempesta si propone di oltrepassare i limiti della problematica del reato, per mostrare in modo più ampio gli orizzonti dell'incontro e del dialogo tra civiltà, i problemi della cittadinanza in una società in veloce evoluzione.
San Miniato, Cigoli Santuario della Madonna dei Bimbi, 11 luglio 2017 ore 21.30
Suonamidite - Synthesis
Il viaggio del piccolo principe
Libero adattamento di Mario Costanzi da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry
L'esibizione live di Mario Costanzi è realizzata con una band acustica formata da Lorenzo Alderighi al basso, Francesco Carusi alla batteria, e Francesco Gronchi alla chitarra acustica e voce. Francesco Gronchi è anche co-autore dello spettacolo. Durante le canzoni l'illustratrice Laura Mariotti esegue acquarelli colorati ispirandosi alla grafica originale dell'autore del Piccolo Principe, arricchendola di elementi pittorici che richiamano il testo delle canzoni stesse. La perfomance di Laura è ripresa da una piccola telecamera e proiettata per il pubblico su uno schermo che fa da fondale al palco. L'attore Davide Bardi legge, in alcuni momenti, alcuni brani tratti dal Piccolo Principe, con sottofondo musicale. La lettura recitata è collegata ai brani musicali e li colloca nella narrazione originaria, facendoli essere allo stesso tempo interpretazione libera ma rimanendo sempre ad essa fedeli. Lo spettacolo scorre fra "simbolica", musicale, grafica e narrativa, e il loro sapiente mix, rappresenta la sua forza. Non un semplice ripercorre la cronistoria del libro originale quindi, ma una vera re-interpretazione emotiva e metaforica che, appoggiandosi ai codici espressivi della musica, del disegno e della narrazione, ri-esprime in chiave performativa i sentimenti e i contenuti più intensi e ideali del racconto di Antoine de Saint Exùpery.
San Miniato, Misericordia di San Miniato Basso, 14 luglio 2017 ore 21.30
coproduzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Arca Azzurra Teatro, Teatro Metastasio di Prato per Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato
Vangelo secondo Lorenzo
di Leo Muscato e Laura Perini
con Alex Cendron nella parte di Lorenzo Milani
con (in ordine alfabetico) Alessandro Baldinotti, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Nicola Di Chio, Silvia Frasson, Dimitri Frosali, Fabio Mascagni, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Beniamino Zannoni
e con (in ordine alfabetico) Giovanni Carrara, Pietro Carrara, Corrado Casalini, Duccio Casalini, Giulio Elefante, Mattia Mazzoni, Ilaria Pascale, Greta Sabatino nel ruolo degli allievi della scuola di Barbiana
regia di Leo Muscato
scene Federico Biancalani
costumi Margherita Baldoni
disegno luci Alessandro Verazzi
assistente alla regia Alessandra De Angelis
formazione Luisa Bosi, Laura Croce
assistente costumista Marta Genovese
macchinisti costruttori Lorenzo Banci, Leonardo Bonechi
direzione di scena Paolo Pollo Rodighiero
elettricista Marco Messeri
macchinista Marco Mencacci
montaggio sonoro Vanni Cassori
fonici Paolo Morelli, Michele Pisano
sarta Elisa Gavazzi
Foto di Scena Ilaria Costanzo, Danilo Puccioni
direttore di produzione Gianluca Balestra
coordinamento produzione Angela Dal Piaz
organizzazione Lucia Guida
promozione Alessandro Iachino
ufficio stampa Carlo Baroni, Martina Parenti
Le scene sono state realizzate nel Laboratorio di Scenografia del Teatro Metastasio di Prato.
Si ringrazia l?Istituto Comprensivo Franco Sacchetti e Simona Della Maggiore che hanno collaborato al progetto di formazione dei giovani attori coinvolti nello spettacolo.
allievi della scuola di Barbiana.
Lo spettacolo ripercorre la storia di don Lorenzo Milani seguendo le due stagioni della sua breve vita (Vita da Cappellano e Vita da Priore) che segnano i confini territoriali ove iniziò, proseguì e concluse il suo apostolato sacerdotale: Calenzano prima e Barbiana poi. Vangelo secondo Lorenzo traccia le vicende del Priore e di quanti gli furono accanto ripercorrendo le fondamentali tappe di snodo di quella vicenda umana, sociale e spirituale. A fronte del centinaio di personaggi che popolano il testo, la struttura dello spettacolo prevede la partecipazione di un attore, in ruolo fisso, a interpretare Lorenzo Milani e di undici attori a interpretare tutti gli altri personaggi. 5 bambini, anche essi in ruolo fisso, interpreteranno i ragazzi di Barbiana. ATTO I - Vita da Cappellano(1947-1954)
Nell'immediato dopoguerra, c'è un paese da ricostruire.
Appena ordinato Sacerdote, a causa dei disordini procurati in Seminario, Lorenzo Milani crea imbarazzo alla Curia nella scelta della sede d'assegnazione al suo primo servizio pastorale. L'elemento è difficile da collocare, non gode di una buona nomea: troppo critico, troppo inflessibile, troppo radicale. Verrà destinato alla popolosa parrocchia di San Donato di Calenzano, in qualità di aiuto parroco.
Calenzano è un distretto tessile alle porte di Firenze che ribolle di tensioni sociali, latenti o manifeste. Lo sfruttamento di fabbrica e del lavoro minorile sono la prassi. A Calenzano, don Lorenzo avvierà una Scuola Popolare per giovani operai e contadini, convinto che non si possa portar la parola di Cristo a chi non sa neanche leggere e scrivere.
La sua missione diventa alfabetizzare il popolo di fedeli che Dio gli ha dato in carico; fornire loro, prima d'ogni altra cosa, l'istruzione civile e la coscienza dei propri diritti. Pretendere di evangelizzare gli analfabeti è commettere reato di plagio della credulità popolare, soprattutto se a farlo è un clero ignorante e filo padronale. Alla scuola avranno accesso tutti, parrocchiani e comunisti, atei e credenti, nessuno escluso.
A Calenzano, Lorenzo Milani toccherà con mano i problemi della manodopera sottosalariata e sfruttata e cercherà di fornire alla povera gente gli strumenti necessari per difendersi dai soprusi padronali. Le politiche industriali del paese sono ancora fortemente sperequative e giocano sulla linea d'ombra di connivenze d'interessi tra DC e industriali. Quei soprusi sono difficili da fronteggiare in assenza di un'azione organizzata e di un quadro normativo in difesa del lavoro. Inoltre, nell'arena internazionale, la guerra fredda polarizza in chiave fortemente ideologica il conflitto capitale-lavoro. E se la Santa Sede e la gerarchia cattolica scendono in campo con misure drastiche (scomunica papale dei comunisti), il basso clero e il mondo cattolico più sensibile ai temi della giustizia sociale, provano a destreggiarsi, agendo nel vivo d'una conflittualità sociale che spacca in due le comunità territoriali.
Don Lorenzo, da sacerdote, attraverserà le calde competizioni elettorali del '51 e del '53, mal tollerando le ingerenze della Curia di Firenze che fa pervenire alle parrocchie le indicazioni di voto recepite dalla Santa Sede; si tratta di "consigli di voto" che i sacerdoti devono dispensare ai fedeli dal pulpito. Sarà rimosso da Calenzano e l'evento segnerà profondamente la sua vita. Inutili saranno i tentativi dei parrocchiani e del popolo di Calenzano di fronteggiare e ostacolare le disposizioni della Curia fiorentina. Per motivi di ordine sociale, Lorenzo Milani deve essere destinato ad altra parrocchia e allontanato dai problemi che ha sollevato a Calenzano.
Il giovane sacerdote pagherà con l'esilio quel suo adoperarsi a vivere con coerenza i principi di un evangelismo radicale. ATTO II - Vita da Priore (1954-1967)
L'arrivo a Barbiana, piccolo gruppetto di case sparse sul Monte Giovi, sarà vissuto da Lorenzo come un esilio forzato, ma anche come una prova cui Dio lo sottopone nel disegno misterioso che ha in serbo per lui. Lorenzo è coerente e prosegue l'opera di educazione del popolo che ha avviato a Calenzano. Qui non ci sono gli operai di fabbrica ma i contadini, e i pochi ragazzini, loro figlioli, che Lorenzo va testardamente sottraendo alle stalle delle mucche e alle porcilaie, convincendo i parenti, bisognosi di quelle piccole braccia -forza lavoro necessaria al sostentamento familiare-, che di quei ragazzini se ne può fare altro. Sarà così che prenderà avvio uno dei più interessanti laboratori pedagogici dell'Italia del dopoguerra, che catturerà persino gli interessi contestatari del movimento sessantottino e poi, negli anni a venire, ispirerà formatori, insegnanti e riforme della scuola pubblica.
La scuola di Barbiana è una sorta di piccola repubblica dei ragazzi: si studia tutto il giorno, non ci sono pause ricreative, i più grandi insegnano ai più piccoli, non ci sono voti.
Ogni mattina si leggono i quotidiani e si commentano le notizie dal mondo.
A Barbiana non si studia per sé, ma per esser utili alla collettività e questo vale per l'immediato e in prospettiva, quando i ragazzi, conclusa l'esperienza di Barbiana, andranno a costruirsi la propria vita portandosi dietro il bagaglio di quell'insegnamento d'amore per l'elevazione civile e sociali dei più deboli, che Lorenzo spera riversino nel mondo.
Barbiana produce anche politica, nel senso più nobile del termine. I ragazzi partecipano ai grandi dibattiti che animano e dividono il paese. La Lettera ai cappellani militari sull'obiezione di coscienza, elaborato che don Lorenzo condivide con loro, nasce così, e produce l'effetto d'un sasso lanciato in un lago d'acqua stagnante. Lo scritto colpisce al cuore le tante contraddizioni in seno alla Chiesa, puntando il dito contro i cappellani militari che hanno stigmatizzato di codardia i primi obiettori di coscienza.
Sul terreno della laicità e dei diritti civili quel pamphlet fa schizzare in alto il livello del dibattito su pacifismo e libertà individuali. Lorenzo Milani finisce sotto processo con l'accusa di apologia di reato. Un prete alla sbarra nell'Italia dell'epoca!
È allora che il resto d'Italia si accorge di quel che sta accadendo in quella piccola parrocchia sulla cima d'un monte e intellettuali e accademici di chiara fama prendono a salire sin lassù per andare a curiosare. Don Lorenzo in linea di massima li accoglie, con poche smancerie, com'è nella natura del suo fare antiretorico, ma chiede loro, in cambio di "quell'incursione", di pagare un "tributo culturale" rilasciando lezioni ai ragazzi di Barbiana.
Ma occorre dismettere il lessico accademico e adeguarsi al linguaggio dei ragazzi. Barbiana ha le sue regole. Se si va lì, è per mettersi realmente al servizio. Essere organici alle esigenze d'una comunità di contadini dimenticati sulla cima d'un monte, richiede onestà intellettuale al sommo grado.
A Barbiana, don Lorenzo pubblicherà anche il suo libro più noto, Esperienze pastorali, l'inchiesta sull'apostolato tra le classi povere e la condizione operaia che aveva avviato ai tempi di San Donato. Nelle intenzioni dell'autore, il libro è indirizzato al clero che deve interrogarsi profondamente, se vuole che la sua missione evangelica tra i poveri lasci anche un vigoroso segno sociale. Voluto allo scopo d'avviare un confronto interno alla chiesa, il libro sfugge di mano a don Lorenzo e diventa un caso editoriale, suscitando gli entusiasmi della stampa di sinistra e la deplorazione delle gerarchie vaticane: a Firenze vi è un pericoloso focolaio di contestazione ecclesiale che non si ha intenzione di tollerare. Lorenzo Milani non ne è che l'espressione concreta. Con decreto della Santa Sede, Esperienze pastorali viene ritirato dal commercio, in mezzo a un monte di polemiche. Il colpo duro farà male a don Lorenzo che nel frattempo si è già ammalato del linfogranuloma che lo porterà alla morte.
Gli ultimi anni di attività della scuola di Barbiana producono un'altra grande opera: Lettera a una Professoressa. Ora sono i suoi stessi studenti in prima persona, con la tecnica della scrittura collettiva, a lanciare un accorato grido d'allarme, di marca classista, contro quella scuola pubblica di stampo borghese, che pubblica non è affatto, se respinge gli ultimi, statisticamente figli di operai e contadini, per privilegiare solo i figli mollicci e viziati d'una piccola e media borghesia italiana interessata unicamente alla difesa dei propri interessi.
In una corsa straziante contro il tempo e la morte, Lorenzo, oramai malatissimo, farà di tutto, perché il libro-testimonianza dei suoi ragazzi venga accolto e valorizzato come si deve. Senza quasi riuscire più a reggersi in piedi, smuoverà le sue importanti conoscenze perché quell'opera lasci il segno che merita. Così sarà.
Lorenzo Milani morirà a Firenze a casa dell'amata madre, circondato dall'affetto dei suoi ragazzi. Con ultimo atto d'amore, fornirà loro testimonianza del mistero della morte d'un uomo, offrendo come un Cristo il suo corpo e gli ultimi suoi respiri ai loro sguardi attoniti e come fosse egli stesso un libro aperto.
San Miniato, Chiesa di San Francesco, dal 20 al 26 luglio 2017 ore 21.15
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